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Storia

Forlì eccellenza della paleopatologia: il dottor Traversari svela uno studio su una mummia inca

Hanno collaborato anche il dottor Enrico Petrella, dell’Unità operativa di Radiologia del presidio ospedaliero di Forlì, e Irene Faenza, professore ordinario vice coordinatrice del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia a Forlì

Forlì si conferma ancora una vota tra le capitali italiane della paleopatologia. Nella cornice dell’imminente settimo Meeting nazionale del Gruppo Italiano di Paleopatologia, che si terrà a Padova dal 17 al 18 giugno in occasione degli 800 anni dell’Università degli Studi di Padova, verrà presentato uno studio avente per oggetto una mummia inca del XV-XVI secolo, conservata presso i musei civici di Modena, prodotto in collaborazione con alcuni ricercatori e professionisti gravitanti sulla città forlivese.

“Il contributo che presenteremo ha una forte connotazione interdisciplinare, che abbraccia i campi della genetica, paleoradiologia, spettroscopia, paleobotanica, tossicologica, senza dimenticare chiaramente l’indagine autoptica diretta e digitale”, anticipa Mirko Traversari, antropologo fisico, membro del Comitato scientifico del Congresso e coordinatore dello studio proposto.

Tra gli autori dello studio, oltre a Traversari, spiccano il dottor Enrico Petrella, dell’Unità operativa di Radiologia del presidio ospedaliero di Forlì, diretta dalla dottoressa Emanuela Giampalma; Luca Ventura, anatomopatologo e paleopatologo aquilano, coordinatore nazionale del Gruppo Italiano dei Paleopatologi; e l’equipe coordinata da Irene Faenza, professore ordinario vice coordinatrice del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia a Forlì.

Proprio la professoressa Faenza, che da tempo si occupa dello studio in ambito digitale dei resti umani antichi, aggiunge che “le analisi svolte a Forlì, hanno giovato dell’utilizzo di sofisticati strumenti digitali, in grado di processare il dato Tac della mummia, acquisito al Policlinico di Modena, ma non solo. L’ambito virtuale diventa così il luogo di elezione in cui le diverse competenze e professionalità possono confrontarsi, dibattere e approfondire congiuntamente aspetti e caratteristiche del soggetto mummificato”.

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