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Cronaca

Ristoratori dichiaravano un euro, Finanza scopre evasione milionaria

Evadevano il fisco, dichiarando redditi del tutto irrisori. Due ristoratori forlivesi, zio e nipote rispettivamente di 56 e 28 anni, sono stati indagati dalla Procura di Forlì in seguito ad un'indagine condotta dalla Guardia di Finanza

Evadevano il fisco, dichiarando redditi del tutto irrisori. Due ristoratori forlivesi, zio e nipote rispettivamente di 56 e 28 anni, sono stati indagati dalla Procura di Forlì in seguito ad un'indagine condotta dalla Guardia di Finanza che ha riguardato tre società forlivesi operanti nel settore della ristorazione e delle mense, con varie succursali nel nord Italia e facenti capo ad uno stesso gruppo familiare. Il meccanismo scoperto era molto semplice, ma nello stesso tempo efficace per eludere i controlli.

I baschi verdi hanno appurato che le società presentavano puntualmente le dichiarazioni annuali dei redditi anche se indicavano importi del tutto irrisori (1 euro alcuni anni, 10 in altre annualità), quel che secondo loro bastava per non essere classificati e selezionati come “evasori totali” (cioè quelli che non presentano la dichiarazione).

"Probabilmente gli amministratori delle tre società avevano pensato che, considerato il periodo di crisi attuale, forse il fatto che non avessero dichiarato una perdita poteva già di per sé essere sufficiente per non essere controllati", è la considerazione espressa in una nota dalla Finanza.

Le Fiamme Gialle spiegano che "l'analisi tiene conto anche di una costante e capillare attività investigativa di controllo economico del territorio, grazie alla quale si era già a conoscenza del possibile livello di operatività delle imprese in questione che non poteva, sicuramente, corrispondere a quanto emergeva dalla  lettura delle dichiarazioni presentate".

L’attività di controllo ha riguardato le ultime tre annualità ed ha interessato tutta la contabilità delle tre società cui fanno capo 20 punti di ristorazione (la maggior parte all’interno di aziende) che consentono di somministrare 30mila pasti al giorno.

Proprio il fatto di avere rapporti con altre aziende e utilizzare convenzioni e ticket restaurant ha consentito di ricostruire agevolmente il reale volume d’affari di 19 milioni di euro che, a fronte di poco più di 10 milioni di costi, ha evidenziato un reddito non dichiarato di 9 milioni di euro.

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