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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Maxi sequestro di cocaina, il trafficante si trincera nel silenzio

Tace. Non collabora. Si è trincerato nel silenzio Karaj Gramos, l'albanese di 26 anni arrestato dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Forlì diretti dal tenente Cristiano Marella

Tace. Non collabora. Si è trincerato nel silenzio Karaj Gramos, l’albanese di 26 anni arrestato dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Forlì diretti dal tenente Cristiano Marella. L’individuo, con la fedina penale pulita fino a giovedì scorso e regolare in Italia da 13 anni, è stato trovato con un “salsicciotto” di cocaina di ottima qualità di 200 grammi destinati probabilmente a qualche esperto pusher che bazzica in città.

IL CONTROLLO - Gli inquirenti non escludono che Gramos fosse un habituè di Forlì. I militari l’hanno fermato giovedì nei pressi del casello autostradale nel corso di uno specifico servizio finalizzato a contrastare i reati contro il patrimonio. A tradirlo è stato il modello della sua auto, una “Ford Focus”, collegata ad una serie di furti. Gramos non aveva con sé documenti, ma dai controlli al terminale è uscito pulito. Incensurato e con un regolare permesso di soggiorno.

Maxi sequestro di cocaina tra Forlì e Faenza

PERQUISIZIONE –Dal sedile lato guida è spuntato un matterello. Il giovane non ha saputo giustificarne il motivo, venendo così accompagnato al comando di corso Mazzini dove la vettura è stata perquisita da cima a fondo. Sotto un tappettino è spuntato un “salsicciotto” avvolto con nastro da pacchi contenente 200 grammi di cocaina, che avrebbero potuto fruttare circa 30mila euro. A quel punto i militari hanno fatto visita nella sua abitazione a Faenza.

L’ALLEVAMENTO – Si tratta di un casolare in aperta campagna, nei pressi del casello autostradale, in via Cassanigo. Qui vive insieme al fratello e si occupa del frutteto e del bestiame del proprietario della masseria, risultato estraneo ai fatti. Lo zoom dei militari ha permesso di trovare due flaconi di mannite, sostanza utilizzata per il taglio della cocaina, un bilancino di precisione ed un coltello sporchi di droga, e un macina caffè per preparare le dosi.

PISTOLA – Il controllo a quel punto si esteso a tutto l’allevamento con l’ausilio di fari. Puntando nel tetto di un fienile si è notato un bagliore. Tra le fessure delle tegole è così emerso un involucro contenente una “Beretta” calibro nove corto carica di sette proiettili. Si tratta di un’arma tascabile, usata negli anni ’70 alle forze dell’ordine e anche conosciuta come “ex 34”. Era riverniciata ed arrugginita, con la matricola abrasa, ma efficiente.

PROIETTILI E COCAINA – Continuando l’ispezione, i militari hanno trovato in una stalla un pacchetto con 24 proiettili corazzati dello stesso tipo. Complessivamente ne sono stati sequestrati 34. A quel punto Gramos ha avuto una reazione, subito sedata dagli uomini dell’Arma. L’intenso lavoro ha permesso di recuperare 100 grammi di cocaina a sasso di ottima qualità, ben nascosti tra le fessure di una finestra. Tagliuzzati, avrebbero potuto fruttare circa 70mila euro.

LE ACCUSE – Gramos è stato arrestato in flagranza di reato con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale da arma da fuoco, detenzione illegale di arma clandestina, ricettazione della pistola e resistenza a pubblico ufficiale. Il pubblico ministero Alessandro Mancini ne ha disposto il carcere. Davanti al giudice per le udienze preliminari Luisa dal Bianco, che nel weekend ha convalidato l’arresto, ha preferito tacere.

INDAGINI – Le indagini non sono concluse. Gli inquirenti ipotizzano che il 26enne fosse un componente di un’organizzazione a monte. Nel casolare è stata trovata la contabilità, un quaderno con tanti numeri e nomi che indicano come l’attività dell’albanese fosse particolarmente redditizia e che andava avanti da parecchio tempo. La pistola sarà invece analizzata dai Carabinieri del Ris per chiarire se ha sparato e per risalire al numero di qualifica.

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