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Cronaca

Scenari di povertà: oltre 2.200 famiglie seguite dalla Caritas

E' la denuncia più eclatante contenuta nel Report 2011 dell'Osservatorio Povertà e Risorse della Caritas diocesana di Forlì-Bertinoro, che sarà presentato venerdì, alle 20.45

La crisi economica sta creando scenari di disagio che non si vedevano dal dopoguerra. E’ la denuncia più eclatante contenuta nel Report 2011 dell’Osservatorio Povertà e Risorse della Caritas diocesana di Forlì-Bertinoro, che sarà presentato venerdì, alle 20.45, nella Sala “Don Bosco” della parrocchia forlivese dei Cappuccinini, in via Ridolfi, 21. All’introduzione del direttore della Caritas diocesana Sauro Bandi, seguirà la presentazione del rapporto-dossier curato da Elena Galeazzi.

Interverranno anche il presidente del Consorzio Solidarietà Sociale Forlì-Cesena Fabio Magnani, sul tema: “L’economia civile per un diverso modello di sviluppo”, e il vice presidente della Cooperativa “Ecoliving” Alice Cubeddu. Le conclusioni sono affidate al responsabile diocesano della Pastorale sociale e del lavoro, don Franco Appi. E’ dal 2008 che la Caritas diocesana stila un rapporto annuale sui bisogni, corredato dai progetti attivati per fronteggiarli. La novità 2011 sta nell’allargamento del dato statistico del Centro di ascolto diocesano “Buon Pastore”, ai 22 Cda parrocchiali dispiegati sul territorio, nonché alle 13 associazioni della Consulta diocesana delle organizzazioni socio-assistenziali-OSA, che hanno accettato di partecipare all’indagine.

Cresce notevolmente, da 1.740 a 2.297, il numero dei nuclei familiari seguiti dalla Caritas. Se le famiglie italiane, salite al 27% del totale, guardano al lavoro come al bisogno più avvertito, cresce a dismisura la richiesta di generi alimentari. Al punto che gran parte dei Centri di Ascolto Caritas parrocchiali coinvolti nell’indagine, hanno “crocettato” gli alimenti come esigenza primaria. Un po’ di dati al riguardo: 10.202 colazioni distribuite, 15.345 pasti serali erogati e 2.706 pacchi alimentari assegnati nel 2011 solo dal Cda diocesano. “Settimanalmente – spiega Bandi – a quanti ne fanno richiesta e ne hanno diritto offriamo un pacco standard del valore commerciale di circa 50 euro, costituito principalmente da pasta, formaggio, latticini, frutta e verdura, olio e carne. E’ tutta roba di qualità fornitaci dal Banco Alimentare e da esercizi della grande distribuzione convenzionati”.

Nel 2011 si è registrato un incremento di tutti i principali servizi erogati. Gli stessi utenti incontrati al Cda capofila sono passati da 1.574 dello scorso anno a 1.669. “Sono soggetti - precisa il Coordinatore del Cda “Buon Pastore”, Marcello Copertino - che richiedono un accompagnamento sempre più complesso e prolungato nel tempo, senza ormai alcuna distinzione tra italiani e stranieri, ormai allineati fra loro. I problemi manifestati da chi bussa al Centro di Ascolto, sono tutti riconducibili alle fasce economica, lavorativa e abitativa”. “La crisi economica sta arrivando al culmine – dichiara Elena Galeazzi – con effetti sempre più devastanti sul tessuto sociale”. “Alcuni anziani ascoltati – insiste Copertino – arrivano a dire che il crollo del potere d’acquisto delle loro misere pensioni, li sta riportando ad antiche sensazioni vissute in gioventù, nell’immediato dopoguerra”. Il titolo del Report Caritas 2011, è inequivocabile: “Prossimamente. Uscire dalla crisi ri-generando legami sociali”. Guai a subire supinamente la situazione. La curatrice del rapporto-dossier Elena Galeazzi è fermamente convinta che non tutti i mali vengono per nuocere. “La Caritas, la Chiesa e le istituzioni stanno facendo pienamente la loro parte per affrontare il problema. Ritengo, però, che la crisi sia un’occasione imperdibile per cambiare il nostro stile di vita, per rifondare il sistema sociale, puntando alla condivisione fra famiglie delle risorse e allo scambio di beni in buono stato ma inutilizzati”. Dal mito della crescita alla sfida della condivisione. La ricercatrice usa un’altra espressione tecnica: “Economia di prossimità”. “Se si vive la fraternità e la carità evangelica – dichiara Sauro Bandi - è facile rivelare al prossimo bisogni e carenze materiali, ma anche offrire risorse ed energie a disposizione”.

Negli ultimi mesi in città e comprensorio si sono susseguite esperienze molto partecipate di “Fiera del Baratto e dell’Usato”. Ciascun oggetto conferito dava diritto alla riscossione di un gettone, con la possibilità di spenderlo per ogni altro oggetto presente in fiera, facendo leva non tanto sul valore commerciale, ma sull’utilità del singolo bene. Nell’economia di prossimità, oltre al mutuo aiuto fra vicini di casa e fra famiglie, quello che viene a cadere sempre più è proprio l’uso convenzionale della moneta. La grave crisi economico-finanziaria in atto sta generando un altro fenomeno, assolutamente impensabile fino a pochi mesi: il calo dell’immigrazione. “Il numero di cittadini stranieri presenti a Forlì si mantiene sul 10,5% del totale dei residenti, però non aumenta più. Dal Report 2011 emerge anche la perdita di attrattiva della nostra città verso nuovi possibili immigrati. “Si è verificato – dichiara Marcello Copertino – un flusso intra-nazionale di italiani e stranieri arrivati e partiti alla ricerca di lavoro”. Fino a sfociare nel dramma sociale dello straniero arrivato alcuni anni fa a Forlì, dove ha trovato casa e lavoro e persino ottenuto il ricongiungimento familiare. Numerose coppie extracomunitarie hanno visto nascere i loro figli a Forlì. “Adesso che se ne devono andare, alla scadenza dei sei mesi senza lavoro, ritornano in patria da sconfitti, colpevoli di non essersi fatti una nuova vita”. Difficilmente rientreranno nel tessuto sociale da cui se ne sono voluti andare anni fa. La loro nuova condizione sarà quella di stranieri in patria. Per non parlare dei figli, nati in Italia e cittadini di un paese mai visto prima
 

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