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Cronaca

Si laurea a pieni voti con una tesi sul nonno

Non capita tutti i giorni di laurearsi a pieni voti con una tesi sul nonno. La singolare impresa è riuscita al 22enne forlivese Francesco Gioiello, nipote di Salvatore, popolare giornalista morto nel 2009

Non capita tutti i giorni di laurearsi a pieni voti con una tesi sul nonno. La singolare impresa è riuscita al 22enne forlivese Francesco Gioiello, nipote di Salvatore, popolare giornalista e scrittore scomparso il 4 ottobre 2009 all'età di 81 anni. Il 13 luglio scorso, il giovane si è laureato in Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Bologna, con una tesi di storia Contemporanea dal titolo emblematico: “L'Azione Cattolica e le Acli a Forlì nel secondo dopoguerra, con particolare riferimento alla figura di Salvatore Gioiello”.

L'assoluta qualità dell'elaborato ha fruttato allo studente il massimo risultato: 110 e lode. “Ho deciso di approfondire la vita del nonno - spiega Francesco - proprio perché mi ha consentito di ricostruire il periodo tra il 1945 e il 1953, fondamentale per comprendere l'attualità forlivese. Ho provato ad interpretarlo, andando a recuperare la memoria delle figure più significative della storia locale”.

La riscoperta di Salvatore Gioiello è doppiamente importante: prima di rivestire i panni del testimone storico con i suoi libri più significativi (“Usfadè” ed “Amarcord pió 'd quarant'én fa”), il letterato è stato protagonista diretto di quel mondo. Salvatore ha rivestito importanti ruoli dirigenziali nell'Azione Cattolica e nelle Acli. Le conclusioni cui giunge la tesi, attraverso l'analisi di numerose fonti ed anche grazie alle interviste ad alcuni forlivesi di rilievo, da don Sergio Sala a Vittorio Mezzomonaco, da Evandro Zanotti a Giovanni Tassani, fanno emergere chiaramente il ruolo avuto nell'immediato dopoguerra dal mondo cattolico nella rinascita culturale e democratica della città.

“Gioiello - si legge nell'elaborato - riuscì ad aggregare, educare e a far crescere i giovani, puntando sulle più svariate attività: ludiche (quanto fu importante l'oratorio!), culturali, sportive e ricreative. Certo vi furono dei limiti, ma non si può negare che figure come padre Ugolino di Santa Maria del Fiore, Lamberto Valli e lo stesso Salvatore Gioiello, abbiano davvero rappresentato un punto di riferimento in grado di creare un'identità comune”.

La ricerca è stata svolta principalmente negli archivi, a cominciare da quello delle Acli di Forlì-Cesena e dell'Istituto Storico della Resistenza, sino ad approdare all'Archivio di Stato di via dei Gerolimini. Preziose si sono poi rivelate la Biblioteca Saffi di Forlì, custode del fondo che conserva i documenti del CLN-Comitato di Liberazione Nazionale, cui Gioiello collaborò, e l'Emeroteca. La parte più divertente del lavoro si è rivelata la ricerca dei contrasti esistenti tra il mondo cattolico ed una città “rossa” quale Forlì. Le intolleranze furono reciproche: da Gino Mattarelli che non riuscì a parlare, durante un comizio, perché sovrastato dal canto “Bandiera Rossa” intonato dagli avversari politici, al prete che negò l'assoluzione a due donne perché aderenti al partito comunista. Ora per Francesco Gioiello si aprono nuovi scenari: in primo luogo i due anni di specializzazione in Scienze Storiche. E poi, perché no, proseguire sul sentiero tracciato dall'illustre avo.

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