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Cronaca

Francesco saluta l'Artusi da centista e prova una nuova strada: "Punto ad entrare a Medicina"

"Ho 19 anni e mi ritengo un ragazzo normale, che ama passare il tempo con gli amici ma anche ritagliarsi qualche attimo per sé stesso", racconta di se

Tra i centisti dell'istituto alberghiero "Artusi" di Forlimpopoli c'è Francesco Cavallaccio. "Ho 19 anni e mi ritengo un ragazzo normale, che ama passare il tempo con gli amici ma anche ritagliarsi qualche attimo per sé stesso - racconta di se -. Presentandomi a nuove persone tendo a essere timido, ma una volta presa confidenza posso diventare anche abbastanza logorroico. Nel tempo libero mi piace svolgere attività rilassanti, come leggere un libro o guardare un film (di cui poi provo anche a scrivere piccole recensioni) e, con le belle giornate, talvolta esco con la mia macchina fotografica a fare qualche foto alla natura".

Francesco, si è diplomato col massimo dei voti. Si aspettava questo risultato?
Personalmente ci ho sempre sperato un po'. Era il risultato a cui ambivo dall'inizio dell'anno, per cui ho cercato di dare il meglio affinché potessi avvicinarmi a questo obiettivo.

Ha dovuto sacrificare hobby o passioni?
Ovviamente ci sono stati periodi un po' più duri, nei quali ho dovuto abbandonare in parte certe mie passioni (la lista di film che voglio vedere è ormai enorme), ma in linea generale non credo di aver fatto più sacrifici rispetto agli altri anni. 

Si è specializzato in "servizi di sala e di vendita". Come mai ha scelto questo indirizzo?
Mi ero iscritto all'Alberghiero con l'idea di fare enogastronomia ma, già dalla seconda lezione, è stato chiaro che non fosse il mio campo. L'ambiente della cucina è troppo caotico per i miei gusti, al contrario della sala, dove bisogna unire grazia e capacità di problem solving, prestando sempre la massima attenzione al cliente. Il contatto con le persone e la grande organizzazione richiesta sono altri punti a favore che mi hanno spinto a scegliere questo indirizzo.

Ci racconti gli attimi che hanno preceduto l'esame....
Nonostante fossi cosciente di aver fatto tutto il possibile per prepararmi, l'ansia pre-esame non è mancata. Qualche minuto prima di entrare mi sono accorto di aver la gola secchissima e di non riuscire a proferire parola, quindi ho fatto le corse per trovare una bottiglietta d'acqua, così da poter fare l'esame. Fortunatamente, dopo aver iniziato, l'ansia è passata in secondo piano e ho potuto godermi a pieno il momento.

E dopo la prova cosa ha provato?
Appena uscito dall'aula ho provato un misto fra soddisfazione e liberazione. Ero molto felice dell'esame che avevo appena fatto e, finalmente, la pressione accumulata inconsciamente nelle settimane precedenti iniziava a scemare. Sono stati degli attimi bellissimi e ho molto apprezzato il fatto di poterli condividere con la mia famiglia e i miei amici.

Si è diplomato nell'era del covid. Cosa rimpiangerà di non aver vissuto in quest'ultimo anno e mezzo?
Inutile girarci troppo intorno, il covid ha tolto tantissime possibilità a tutti, specialmente a noi ragazzi. Il fatto di non poter più vivere la socialità come prima è stato abbastanza destabilizzante; il quarto e il quinto anno sono il momento migliore in cui si vorrebbe soltanto poter uscire, andare alle feste e ridere e scherzare con gli amici. Inoltre non ho potuto neanche fare il viaggio di istruzione all'estero con la classe, credo che questo sia il mio rimpianto più grande. Spero di aver la possibilità di recuperare, almeno in parte, questi momenti di vita.

Cosa farà nei prossimi mesi?
Dedicherò i prossimi mesi allo studio per entrare in università. Da qualche tempo mi piacerebbe riuscire ad entrare nella facoltà di Medicina e Chirurgia, per cui mi sto preparando sulle materie del test. Sono perfettamente cosciente del fatto che non sia una strada semplice, a partire dal test di ingresso, ecco perché ho pensato anche ad un eventuale piano B che, in caso non riesca ad entrare in graduatoria quest'anno, mi permetta di riprovare l'anno prossimo con più studio alle spalle. È un'idea che si discosta abbastanza dal mio percorso di studi attuale ma, dopo averci ragionato per qualche tempo, ho capito che è quello che mi piacerebbe fare in futuro e anche i miei professori si sono dimostrati tutti molto comprensivi, incoraggiandomi a tentare questa strada. 

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