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Cronaca

Fumata bianca tra Procura e avvocati: gli uffici riaprono le porte ai legali

E' fumata bianca tra avvocati e Procura della Repubblica dopo un vertice ai massimi livelli che si è tenuto negli uffici giudiziari giovedì mattina.

E' fumata bianca tra avvocati e Procura della Repubblica dopo un vertice ai massimi livelli che si è tenuto negli uffici giudiziari giovedì mattina. Gli avvocati sono reduci da una lunga astensione dalle udienze per protestare contro la scelta della Procura di chiudere le porte ai legali, istituendo un unico “ufficio copie” come front office per i legali. Una scelta che, però, secondo i legali rallenta i tempi, comprime il diritto di difesa e soprattutto non permette agli avvocati di svolgere il loro ruolo appieno. Il procuratore capo Sergio Sottani, da parte sua, ha opposto le ragioni della scarsità di personale, gravemente sotto organico, e le esigenze di riservatezza dei fascicoli coperti dal segreto investigativo.

Il muro contro muro è andato avanti per due settimane, con lo sciopero delle udienze da parte dell'avvocatura. Giovedì mattina si sono ritrovati il procuratore Sottani, il procuratore generale della Corte d'Appello di Bologna Ignazio De Francisci e il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin. L'incontro è stato proficuo, con una soluzione che gli avvocati, per bocca di Roberto Roccari, giudicano “soddisfacente”. Al termine dell'ispezione ministeriale in corso, il 2 dicembre, le porte della Procura torneranno aperte per alcune ore della giornata, secondo un protocollo da condividere. Gli avvocati da parte loro terminano venerdì la loro agitazione e dalla prossima settimana riprendono regolarmente le udienze.

La vicenda era stata messa sotto i riflettori nazionali, contribuendo così a spingere verso una veloce soluzione, anche grazie ad un intervento del deputato forlivese Marco Di Maio, che aveva presentato un'interrogazione parlamentare su questo contrasto in corso ed ora in via di risoluzione. Di Maio nel testo ricordava al ministro che è "imminente l’avvio del programma di nuove assunzioni in attuazione del decreto-legge del 30 giugno 2016, che prevede l’assunzione di mille unità di personale amministrativo non dirigenziale a tempo indeterminato da inserire nei tribunali italiani” e per questo ha chiesto ad Andrea Orlando e ai suoi sottosegretari di attivarsi per affrontare il problema, così risolvendo, almeno in parte, il grave nodo del personale della Procura.

Sul tema sono intervenuti anche Davide Minutillo, Capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune di Forlì e il fratello Francesco Minutillo dello stesso partito, che contestano la scelta degli avvocati forlivese, che parla di “can can sollevato dai presidenti dell’Ordine  Roberto Roccari e della Camera Penale Marco Martines, contro decisione di mutare la regolamentazione degli accessi alle cancellerie della Procura”. “Si tratta, a nostro avviso, di un problema meramente operativo – come tale di minore importanza – che sarebbe stato facilmente risolvibile  se solo gli organi dell’avvocatura non si fossero impuntati a pretendere l’impossibile”, continuano i fratelli Minutillo. Nel mirino degli esponenti di Fratelli anche il deputato forlivese: “Di Maio farebbe bene ad occuparsi con maggior attenzione ai problemi del territorio invece di sparare interventi che servono solo a sperare di cavalcare una tigre che non esiste”. Ed infine: la nota: “Quanto alla sbandierata adesione del 100% dei penalisti allo sciopero ci viene qualche dubbio: nessuno ha chiesto, ad esempio, all’Avv. Minutillo se avesse aderito o meno allo sciopero, tant’è che non ha aderito”.

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