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Cronaca

L'ultimo saluto a Ercole Baldini nella sua Villanova: "Semplicità e umiltà, campione nello sport e nella vita"

Insieme ai tifosi e ai cittadini, tanti i nomi che hanno fatto la storia dello sport: da Gianni Bugno a Davide Cassani

È stato un lungo e commosso abbraccio quello che, lunedì mattina, ha salutato per l’ultima volta “Il Treno di Forlì”, Ercole Baldini, nella chiesa di Santa Maria a Villanova. Il lungo corteo che ha accompagnato il feretro si è mosso a piedi dalla casa-museo del grande campione forlivese che si è spento nella serata di giovedì scorso all’età di 89 anni, fino alla chiesa parrocchiale dove, ad attenderlo, erano in tanti. Accanto ai famigliari e agli amici di una vita, presenti le istituzioni cittadine, con il Sindaco di Forlì Gian Luca Zattini, l’Assessore allo Sport Daniele Mezzacapo, l’Assessore Andrea Cintorino e l’ex Sindaco Davide Drei, e i grandi i campioni che con Baldini hanno condiviso l’amore per le due ruote, in una chiesa gremita in cui palpabili sono stati l’affetto e la commozione per l’addio al monumento del ciclismo italiano.

VIDEO - L'ultimo saluto ad Ercole Baldini

Insieme ai tifosi e ai cittadini, tanti i nomi che hanno fatto la storia dello sport: da Gianni Bugno, ex ciclista e dirigente sportivo, due volte campione del mondo su strada nel 1991 e nel 1992, a Davide Cassani, una lunga carriera di ciclista su strada e commissario tecnico della nazionale maschile dal 2014 al 2021. E poi Gilberto Vendemiati, ex ciclista ravennate e amico di Baldini, Marino Amadori ex ciclista su strada e dirigente sportivo italiano, il forlivese Matteo Montaguti, con dodici anni di professionismo a grandi livelli nelle gambe, Roberto Conti, ex ciclista professionista faentino e Davide Boifava ciclista bresciano, maglia rosa al Giro d’Italia 1969 e dirigente sportivo. Circa 300 le persone in chiesa.

L'ultimo saluto a Ercole Baldini

A officiare la cerimonia il parroco di Villanova, Don Davide Brighi, che nell’omelia seguita alla lettura del Libro del Profeta Isaia e al Vangelo di Luca, ha ricordato il profondo senso di spiritualità di Ercole Baldini, che spesso andava a visitare personalmente. “La pagina del Vangelo di oggi ci ricorda quasi una gara ciclistica - ha detto don Brighi -, in cui ci sono quattro gregari che accompagnano un paralitico a vedere Gesù. E’ un passo che ci insegna a comprendere l’importanza del servizio, svolto nella semplicità e nell’umiltà, quella stessa umiltà che ha sempre contraddistinto Ercole”.

Il giornalista della Gazzetta: "Il meglio di sè quando correva contro il tempo"

Il primo ricordo è stato quello di Marino Bartoletti, giornalista e amico di Baldini. “Ho fatto 400 chilometri per venirti a trovare ed era il minimo che potessi fare per te - ha detto commosso -. Te ne sei andato poco prima del tuo compleanno, forse avevi fretta di vedere Gabanì. Sei stato il mio campione il mio mito, il mio eroe. E sei stato il mito e l’eroe di questa città e di questa frazione della Romagna che hai reso celebre nel mondo”. “Come ho sempre detto - ha proseguito Bartoletti - nella mia vita c’è stato un prima e un dopo Baldini: perché se c’è stato qualcuno che mi ha insegnato cosa sono le emozioni dello sport, quello sei stato tu, e mi hai inculcato il desiderio di raccontarle, queste emozioni”. “Avevo 7 anni e mezzo, era il settembre del 1956, quando mio babbo mi caricò sul cannone delle bicicletta e mi portò a porta Schiavonia, dove poco dopo arrivasti tu con la tua maglia iridata che avevi conquistato a Copenaghen. Ai miei occhi sei apparso come un dio greco, e invece eri Ercole su una Fiat Cabriolet. Ora incontrerai tanti amici, incontrerai Fausto e Felice, ma anche il piccolo travolto  pochi giorni fa in bicicletta poco lontano da qui. Dagli una carezza per noi e salutaceli tutti”.

I ricordi e il commiato della città

“Ercole Baldini è stato un un romagnolo, un italiano tra i più grandi del ciclismo mondiale, io sono cresciuto con il suo mito e da bambino avevo un sogno, diventare come lui”. Così nelle parole dell’ex Ct, Davide Cassani. “Quando parlavi con lui, sembrava non avesse vinto niente. Umile, semplice, gli piaceva parlare a bassa voce. E’ stato un grande esempio per i giovani, ha fatto sognare centinaia, migliaia di bambini e ragazzi. Quello che colpiva di più, al di là delle sue imprese, era la sua umiltà, la sua bontà. E’ stato un campione Campione nello sport e nella vita”.

A chiudere i saluti, il Sindaco di Forlì Gian Luca Zattini, che ha aperto il suo discorso con un ricordo personale. “Per noi bambini, quando si giocava a biglie, la nostra pallina preferita era Ercole Baldini, un mito per la Romagna. Io l’ho conosciuto visitando il suo museo e, sentendolo parlare, posso dire senza dubbio che la generosità e l’umiltà sono stati i suoi pilastri, un esempio per i nostri giovani che continueremo a portare avanti, insieme alla sua famiglia, perché lui ha voluto tanto bene alla sua città e la sua città gliene vuole tanto”. Prima di raggiungere la tomba di famiglia, nel cimitero locale, l’ultimo viaggio “Il Treno di Forlì” lo ha fatto sulle note di “Romagna Mia”, una terra a cui ha dato tanto e che gli deve tanto.

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