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Cronaca

Furbetti dell'assegno sociale, la Finanza pizzica tre stranieri che lo prendevano all'estero

Tocca anche il territorio di Forlì la maxi-operazione della Guardia di Finanza tesa a “stanare” i furbetti degli assegni sociali

Tocca anche il territorio di Forlì la maxi-operazione della Guardia di Finanza tesa a “stanare” i furbetti degli assegni sociali, il contributo erogato dall'Inps in caso di redditi particolarmente bassi, anche agli stranieri, a patto che però siano normalmente residenti in Italia, regola che vale anche per i percipienti italiani. In tutto ci sarebbe stata un'indebita percezione di emolumenti per oltre 10 milioni di eur, secondo le ipotesi di accusa. Il Nucleo speciale spesa pubblica e repressioni frode comunitarie della Guardia di finanza ha denunciato in tutto 370 persone, tutte residenti all'estero, mentre le posizioni irregolari sono risultate essere 479.

Le attività sono state condotte sull’intero territorio nazionale e hanno consentito di individuare centinaia di cittadini, sia italiani che stranieri che, dopo l’ottenimento dell’assegno sociale, si erano trasferiti all’estero ovvero erano stati sempre effettivamente domiciliati “oltre confine”, non rispettando, pertanto, il requisito essenziale della stabile ed effettiva residenza sul territorio nazionale e certificando falsamente redditi inferiori alla soglia prevista dalla legge per il conseguimento del beneficio. Gli autori degli illeciti sono stati denunciati all'Autorità Giudiziaria per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato ovvero sanzionati con pena pecuniaria.

Tra i casi eclatanti: una coppia di anziani coniugi di origine tunisina, residenti fittiziamente nella provincia di Firenze, ha beneficiato indebitamente di emolumenti per complessivi 120.000 euro ed è risultata aver movimentato capitali verso il Principato di Monaco per 370.000 euro. I casi riscontrati dalla Guardia di Finanza di Forlì-Cesena sono in totale tre, tutti riguardanti stranieri che a Forlì avevano solo una residenza formale, ma che di fatto vivevano nel Paese di origine, percependo il contributo mensile di 450 euro. Le provvidenze a queste persone e agli altri denunciati sono stati immediatamente “congelati” dall'Inps.

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