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Cronaca Santa Sofia

Parco delle Foreste Casentinesi: tutelare il bosco e la sua biodiversità

Il Consiglio Direttivo ha deciso di creare un percorso preferenziale di collaborazione con la Comunità del Parco. Ad illustrarne i contenuti il presidente Gabriele Locatelli

Dopo oltre quindici anni di interventi dedicati alla realizzazione di azioni mirate a consolidare e migliorare l’immagine del Parco, il Consiglio Direttivo dell’Ente ha dato indirizzo ai propri uffici per l’attuazione dell’articolo 14 della 394 che prevede che vengano effettuate “iniziative per la promozione economica e sociale delle collettività eventualmente residenti all’interno del Parco e nei territori adiacenti” (art. 14 L. 394/’91).

"A seguito di questa assunzione di consapevolezza il Consiglio Direttivo ha deciso di creare un percorso preferenziale di collaborazione con la Comunità del Parco, atto a potenziare una delle sue principali funzioni istituzionali: quella di indirizzo -illustra Gabriele Locatelli, Presidente Facente Funzione del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna -. Una attività fondamentale che può essere realizzata solo dedicando allo scopo specifiche professionalità per rendere più vicini tra loro i Comuni che insistono sull’area protetta e, a sua volta, i Comuni con l’Ente Parco".

"In questa ottica anche la ricerca diventa strumento di valorizzazione per le attività produttive del Parco - continua Locatelli -. In misura sempre crescente le ricerche dovranno avere una finalità applicativa sul territorio. E’ l’esempio che nasce dal lavoro effettuato dall’Ente sul paesaggio che, nella sua evoluzione è diventato strumento per verificare le aree aperte e l’incidenza delle stesse sulla biodiversità, oltre ad essere viatico per effettuare uno studio che possa aiutare gli allevatori nel migliorare la capacità pabulare (alimentare) dei propri pascoli e indicare nuovi percorsi gestionali".

"Nella stessa ottica si sta procedendo anche in uno dei più delicati settori di interesse del Parco, quello faunistico - prosegue il presidente del Parco -. “Lavorare insieme per lavorare meglio” è l’obiettivo che ci si è posti, nella tutela delle diverse prerogative di ogni singolo Ente. Si è quindi deciso di condividere un protocollo di intesa che coinvolgerà il Parco, le Province di Arezzo, Forlì – Cesena e Firenze ( con le quali si è già avuto un primo incontro), oltre alle regioni Emilia Romagna e Toscana. Il protocollo avrà la funzione di dare mandato agli uffici dei singoli Enti affinché lavorino per indicare un percorso in grado di portare, in primo luogo, ad una individuazione scientifica dei carichi presenti e delle dinamiche evolutive, per poi decidere come intervenire.

"Il Parco non può esimersi da questo percorso perché è necessario tutelare il bosco con la sua biodiversità e gli agricoltori che, con difficoltà, sopravvivono ancora in Appennino. Lavorare decisamente sulla prevenzione perché un danno rimborsato non compensa mai il bene originario perso - continua Locatelli -.  “Conoscere per capire e per agire in condivisione” è il motto che abbiamo utilizzato anche per attivare un rapporto convenzionale con gli Enti che hanno competenza forestale sul territorio del Parco. Nasce il Registro Forestale del Parco che raccoglierà, attraverso un accordo convenzionale fra Enti, le informazioni legate alla gestione del bosco. A questo percorso saranno interessati CFS – UTB, CFS – CTA, Comunità e Unioni Montane territorialmente competenti, Provincia di Forlì – Cesena)".

"Anche per il turismo vige lo stesso principio. Partendo dai rapporti con l’APT dell’Emilia Romagna e quelli che si stanno costruendo con le province referenti toscane, il Parco si pone l’obiettivo di diventare elemento di coagulo di tutte le opportunità offerte dal territorio, trasformandole in strumenti di promozione per le attività produttive in esso presenti - aggiunge Locatelli -. Forte è stato l’impulso che l’Ente ha dato al conseguimento del MARCHIO del Parco, affinché sia un importante valore aggiunto a ciò che nasce e si produce nei Comuni dell’area protetta. Una scommessa non facile, ma che abbiamo voluto accettare, che vede il Parco posizionarsi contro norme spesso inconcepibili".

"Sempre con questo spirito è stato deciso di lavorare in stretta collaborazione con i Comuni del Parco al fine di dare vita ad Autunno Slow che, con le sue iniziative, prenderà forma già da questo autunno - chiosa ancora il presidente del Parco -. L’iniziativa Autunno Slow prenderà il via quest’anno come prologo, ma ben più importante sarà la kermesse prevista a partire dall’autunno 2013, grazie al GAL Altra Romagna che ha reso possibile attivare un percorso collaborativo con il GAL Delta 2000. Non meno importante risulta essere la nascita dell’Alta Via dei Parchi,
voluta dalla Regione Emilia Romagna quale anello di congiunzione delle aree protette presenti in regione. Nel sostenere l’idea che non esiste turismo se non c’è pernotto, questo percorso è stato interamente collegato alle attività ricettive che trovandosi nei pressi del percorso, hanno dato la loro disponibilità ad essere strutture consigliate. Ma il Parco è fatto di due versanti e, per questo motivo, la carenza di azioni attivate nel versante Toscano sarà bilanciato da un maggior impegno del Parco stesso con l’obiettivo di integrare le azioni realizzate nel versante Romagnolo".

"Ecco dove diventa importante la collaborazione fra Enti e, soprattutto, fra Enti e attività produttive. In questa fase di messa a regime delle opportunità a cui sta lavorando il Parco, è essenziale creare quelle contaminazioni necessarie a condividere i percorsi da seguire. Il Parco deve essere si strumento di tutela e divulgazione, ma deve anche saper ascoltare le esigenze delle attività produttive presenti nei Comuni dell’area protetta, facendoli diventare indirizzi di promozione e commercializzazione dell’offerta - illustra Locatelli -. Il Parco ha il dovere istituzionale di facilitare lo sviluppo socio economico delle popolazioni locali. Specialmente in questo momento di forte depressione economica, deve trovare tutti gli strumenti utili a far si che si crei un’identità territoriale forte che lavori unita per crescere. In quest’ottica non potevano mancare le Pro Loco, quelle strutture storicamente vocate a pro - muovere i propri territori di competenza. L’8 ottobre invitiamo loro a far parte di questa avventura con una golosa contaminazione culinaria. Attraverso il “Tortello sulla Lastra” gli chiediamo di diventare Comunità del Cibo Slow Food, un’ iniziativa di crescita consapevole del territorio attraverso uno dei più prelibati ed espressivi prodotti locali".

"Anche nel settore turistico si devono cercare i migliori spunti possibili dai lavori scientifici già effettuati e che verranno realizzati sul territorio del Parco Nazionale. Partiamo con il grande lavoro svolto dall’equipe del Professor Pacciani Alessandro, della Facoltà di Economia dell’Università di Firenze e Consigliere dell’Ente Parco che, in uno studio comparativo con altre realtà rurali Toscane (“AREE RURALI E CONFIGURAZIONI TURISTICHE – DIFFERENZIAZIONI E SENTIERI DI SVILUPPO IN TOSCANA” edito da Franco Angeli) pone in evidenza pregi e difetti del turismo nel Parco", spiega ancora Locatelli

Conclude il Presidente del Parco: "L’Ente Parco deve fare costantemente riferimento agli indirizzi che vengono dati dall’Unione Europea. Ogni azione deve essere frutto di una responsabile programmazione condivisa con gli altri attori del territorio e, successivamente monitorata per una seria valutazione Solo così potremo dare un nuovo futuro al nostro Appennino".

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