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Cronaca

Galleria Mazzini: troppi locali sfitti e vetrine sporche. Una nuova vocazione con le sedi delle Onlus

Ormai da decenni la galleria Mazzini cerca una vocazione, nonostante i timidi tentativi di rilancio

La Galleria Mazzini è uno dei punti più evitati della città, con la fama di luogo degradato e pericoloso, nonostante si trovi proprio di fronte al comando provinciale dei Carabinieri. “Ma noi la frequentiamo e percorriamo tutti i giorni, anche di sera, e non è mai successo niente, né ci siamo sentite poco sicure” spiegano Donatella Piccioni, Flavia Foglietta, Angeliki Drossaki e Daniela Paganelli, le animatrici dell'associazione 'Idee in corso'. Il futuro della galleria Mazzini è infatti indissolubilmente legato a quello del corso che porta lo stesso nome.

Costruita nei primi anni '60 sulle abitudini e gusti dell'epoca, quando prima dell'avvento dei centri commerciali veri e propri, i centri storici si popolavano di spazi coperti per il commercio, ormai da decenni la galleria Mazzini cerca una vocazione, nonostante i timidi tentativi di rilancio. “Avevamo installato un impianto di filodiffusione, che è funzionante ma non attivo – spiegano dall'associazione -. Purtroppo ci sono dei costi, tra cui la Siae, che non tiene conto della finalità sociale di quest’opera”. C'è poi il problema della scarsa luminosità. “Paradossalmente la galleria è più illuminata di notte, mentre di giorno, specialmente nei giorni invernali e quelli nuvolosi, sarebbe comunque necessaria più luce”, continuano dall'associazione. Ma il Comune ha detto di no, in quanto l'impianto sarebbe allacciato all'illuminazione stradale.

VIDEO - "Fare di corso Mazzini una via tutta da leggere"

La galleria sembra ora trovare una nuova veste tramite le sedi delle onlus, che seppure godano di comodati gratuiti e siano spesso chiuse, per lo meno tengono i vetri puliti e i locali ben arredati visibili dalla galleria. Qui hanno trovato sede il comitato Unicef, l'Opera Don Pippo e appunto 'Idee in corso', oltre ad un gruppo di musicisti. “Queste sedi portano almeno movimento nella galleria, persone che magari non avrebbero altri motivi per passarci”, sempre  Donatella Piccioni, Flavia Foglietta, Angeliki Drossaki e Daniela Paganelli.

Si rimette in moto l'associazione per la promozione di corso Mazzini

Ma, tra gli innumerevoli cartelli posti ad ogni muro che avvisano di non insudiciare con rifiuti o deiezioni animali o di abbandonare biciclette che intralciano il passaggio, il vero problema della galleria è il commercio. Tengono bene i locali su corso Mazzini, dove si trovano un ottico, un negozio di articoli sanitari, un mercatone e un negozio di calzature. Ma dentro la galleria e su via Cantoni - dove gli accessi non godono neppure di un marciapiede - cambia completamente il panorama: vetrine impolverate, saracinesche abbassate, vetrate  oscurate da tempo immemore da logori tendaggi scuri, quando non proprio – un classico del degrado – da fogli di giornale. Solo su tre vetrine sono state posti dei poster colorati, sempre grazie all'associazione 'Idee in corso', ma la decorazione è comunque limitata dalla saracinesca.

Abbiamo contato 8 locali commerciali sfitti al piano terra, mentre 16 sono quelli occupati, tra questi ultimi ci sono appunto i 4 alle associazioni. Nella galleria, però, si trovano solo un piccolo negozio di abbigliamento e 4 attività etniche: si tratta di due alimentari con macelleria halal e due phone center e servizio spedizioni. Nella galleria non va meglio anche quando i locali sono frequentati dalla clientela: le saracinesche, infatti, vengono alzate solo dove c'è l'ingresso, mentre le altre vetrine sono oscurate malamente, in un caso addirittura con tappeti utilizzati per foderare la vetrina, per cui anche il braccio di galleria su via Cantoni appare dismesso e poco accogliente anche se in realtà tutti i locali ospitano attività in essere.

Alcuni locali, poi, a memoria di chi vive quegli spazi da tempo, sono sfitti anche da oltre vent'anni. “Riusciamo a intervenire con miglioramenti quando abbiamo contatti diretti con i proprietari, ma quando questi sono intermediati solo da agenzie e non si interessano direttamente non troviamo ascolto, anche solo per proporre un uso gratuito, che perlomeno vivacizza la galleria e valorizza l'ambiente privato e lo tiene pulito”, spiegano da 'Idee in corso'. Ed infine sono numerosi i proprietari di immobili che hanno adeguato le loro richieste economiche per gli affitti alla situazione del commercio in centro, “ma molti altri preferiscono tenere sfitto e non abbassare il prezzo, con affitti che solo le grandi catene possono permettersi, col risultato che gli immobili non vengono più impiegati”.

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