La nube tossica che si è sprigionata mercoledì sera nella piscina della “Locanda I Fondi” e che ha mandato in ospedale con un'intossicazione 5 persone, di cui due bambini, avrà come strascico legale una denuncia. L'illecito ipotizzato dai carabinieri della compagnia di Forlì è di natura ambientale: immissione di sostanze nocive in atmosfera. I militari hanno raccolto tutti gli elementi, confermando il mix di due sostanze che non dovevano interagire tra loro in quelle concentrazioni, vale a dire il 'cloro' e l'acido solforico, entrambi utilizzati ai fini disinfettanti e di igiene della vasca aperta al pubblico.

Se, quindi, si profila un errore umano e non un malfunzionamento degli impianti, resta da accertare con precisione chi abbia commesso l'errore, se il bagnino che nel locale tecnico ha immesso la sostanza sbagliata in un serbatoio (il bagnino stesso è uno degli intossicati che è finito in ospedale) oppure se sia stato tratto in inganno da una tanica in cui non è stato adeguatamente segnalato il contenuto.

In ogni caso la piscina, terminata l'opera di bonifica, potrà riaprire: non saranno presi provvedimenti di sequestro, dal momento che è stata riscontrata la rispondenza alle norme degli impianti. Bonifica che non sarà comunque da poco, dato tra le ipotesi c'è anche il totale ricambio dell'acqua presente nella vasca. Anche il locale tecnico da cui si è sprigionata la nube dovrà essere completamente privo  di residui del gas prima di un ritorno alla normalità.

I 5 intossicati sono stati dimessi dall'ospedale con prognosi lievi, che arrivano ai tre giorni. In virtù di questo potranno sporgere una querela di parte, oppure fare azione di rivalsa risarcitoria sul proprietario dell'impianto, che comunque è dotato di assicurazione.