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Riabilitazione Comunitaria, un aiuto per gli anziani: l’impegno del dottor Pestelli per diffonderla nel mondo

L’ex primario di Medicina Riabilitativa al Morgagni-Pierantoni di Forlì è spesso in viaggio per far conoscere la Rbc come chiave per il ritorno alla vita attiva di persone anziane, o con disabilità croniche o cronicizzant

La Riabilitazione Comunitaria non è un metodo di trattamento o un protocollo, ma la creazione di relazioni, l’ascolto e l’orientamento degli anziani e dei loro familiari nella prevenzione della solitudine, nell’attivazione di reti di supporto attorno a persone potenzialmente fragili. Non si contano più i Paesi nel mondo che hanno beneficiato della “verve” formativa del dott Germano Pestelli: Albania, Gibuti, Romania e Moldova, Perù e Guatemala.

L’ex primario di Medicina Riabilitativa al Morgagni-Pierantoni di Forlì è spesso in viaggio per far conoscere la Rbc come chiave per il ritorno alla vita attiva di persone anziane, o con disabilità croniche o cronicizzanti. “In un mondo che invecchia e che diminuisce in servizi e risorse sanitarie e sociali – dichiara - occorre mettere in campo azioni che vadano a sopperire sia il calo delle funzioni motorie in molte persone, che la diminuzione dell’offerta da parte del sistema”. Recentemente, prima all’estero e poi in Italia sono sorte numerose realtà di aiuto su base comunitaria. Il ragionamento su come avviare anche nel nostro Paese attività di recupero umano a basso costo, risale al 2012. Una mattina di settembre, Pestelli è invitato alla Festa dell’Ospitalità di Bertinoro dall’allora sindaco Nevio Zaccarelli.

Il Balcone di Romagna vanta una tradizione antichissima in fatto di accoglienza. “In un contesto del genere, notoriamente sensibile e attento agli altri – ricorda il medico – proposi al sindaco di attivare un’esperienza di Rbc nel suo Comune: sarebbe stata la prima in Italia. Scegliemmo Santa Maria Nuova Spallicci”. Pestelli riuscì a reclutare in pochi giorni ben 14 volontari da addestrare. Oltre che a Santa Maria Nuova di Bertinoro (il servizio è svolto presso l’Associazione Ricci e Matteucci), si aiutano persone con disabilità croniche a Forlì, presso l’Associazione Paolo Babini in collaborazione con l’Amministrazione comunale e la Fondazione Cassa dei Risparmi, ma anche nei locali del Centro diurno della parrocchia della Cava, con possibilità di aprire a breve un centro pure a Barisano. Purtroppo non sempre basta riabilitare o riattivare funzioni vitali: la solitudine e l’invecchiamento portano, infatti, le persone ad isolarsi e a deprimersi, quindi a chiudersi in casa e a peggiorare la propria salute.

“Ecco perché occorre incrementare i luoghi di aggregazione sociale e nel contempo rallentare la progressione delle complicanze delle malattie croniche”. Nel Regno Unito, la RBC è applicata da anni come servizio sociale in appendice alle dimissioni ospedaliere ed alla gestione della disabilità cronica, essendo gestita dai servizi sociali comunali in collaborazione con il Servizio Sanitario Nazionale. Consiste nel formare volontari o personale a volte inquadrato in associazioni, con le quali stipulare contratti che garantiscano attività di base continua per almeno 10/11 mesi all’anno, anche al domicilio delle persone disabili e anziane. “La formazione è garantita da personale professionale (medici, fisioterapisti, terapisti occupazionali e psicologi) e viene svolta in collaborazione con la Medicina Generale territoriale e con le Case della salute laddove esistenti”.

La crisi economica ha tolto dalle tasche di molti italiani il denaro sufficiente per curarsi e nel contempo ha ridotto le offerte di cura del Servizio Sanitario Nazionale. La pandemia ha poi fatto il resto, aumentando le disabilità. “Adesso – conclude Pestelli - sarebbe opportuno mettere in campo qualcosa di concreto per i problemi del ‘long covid’ e uno di questi rimedi potrebbe essere proprio lo sviluppo inclusivo su base comunitaria”.

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