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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Da Forlì a Glasgow, Giacomo Zattini racconta la Cop26: "Nei corridoi a pochi passi da Obama"

L'INTERVISTA - Dopo l'emozionante incontro con Papa Francesco - nel corso del quale ha consegnato "Lettera agli adulti" nella quale si chiede soprattutto a coloro con ruoli di potere, ad agire con urgenza per il clima - ecco il nuovo impegno in difesa di Gaia

C'è un giovane forlivese che sta assistendo da vicino ai lavori della Cop26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in programma a Glasgow fino al 12 novembre. Si tratta di Giacomo Zattini, 25 anni, studente universitario che frequenta il corso magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche di Forlì, e da circa tre anni attivista di Fridays for future Italia. Dopo l'emozionante incontro con Papa Francesco - nel corso del quale ha consegnato "Lettera agli adulti" nella quale si chiede soprattutto a coloro con ruoli di potere, ad agire con urgenza per il clima - ecco il nuovo impegno in difesa di Gaia.

Zattini ha infatti ricevuto dalla segreteria dell'Unfccc (Convenzione quadro sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite) un pass "delegate observer" per entrare nella "blue zone" della Cop26 di Glasgow come rappresentante della società civile durante la seconda settimana di novembre. "La "blue zone" - racconta il 25enne - è l'area della Cop26 sotto controllo Onu, dedicata ai negoziati. Lì si radunano le delegazioni diplomatiche di 197 stati, leader politici, organizzazioni internazionali e altre parti in causa".

Il forlivese Giacomo Zattini alla Cop26 di Glasgow, il diario fotografico

Curiosare, ascoltare e capire, ma anche "fare del mio meglio per raccontare ciò che sta avvenendo durante il momento più importante del secolo". Un onore partecipare all'evento, ma anche costi da sostenere tra viaggio, vitto e alloggio. Per questo Zattini ha attivato una raccolta fondi online, fissando il tetto a 946 euro, "come 946 sono gli eventi estremi che si sono abbattuti sull'Italia dal 2010 al 2020 secondo i dati dell'Osservatorio CittàClima)". Hanno aderito 31 persone per un totale di 773 euro raccolti. Quest'ultime hanno accesso ad un gruppo WhatsApp in cui Zattini pubblica riflessioni e foto più personali. 

Si aspettava questo sostegno?
Sinceramente no. E' molto bello. Le spese sono tante e sarebbe stato impossibile arrivare a Glasgow senza questo supporto. Inoltre ho avuto anche a Glasgow una piacevole sorpresa. Una famiglia si è offerta di ospitarmi e questo mi sta aiutando.

Ripercorriamo un po' il suo viaggio...
Ho scelto di viaggiare in treno perchè è il mezzo meno inquinante, il tutto grazie alla raccolta fondi. Sono partito da Forlì il pomeriggio di mercoledì 3 novembre, facendo tappa a Brescia dove ho dormito insieme ad alcuni miei amici con i quali ho condiviso il viaggio. Poi siamo ripartiti tutti insieme l'indomani da Milano, alle 6, arrivando a Parigi. Poi da qui a Londra ed infine a Glasgow, arrivando venerdì al termine della manifestazione dei giovani. L'indomani ho partecipato alla grande manifestazione alla quale erano presenti anche Greta Thunberg, i ragazzi dei Fridays internazionali e tante persone da tutto il mondo. Si parla di circa 150mila persone.

Che atmosfera si respirava?
Pioveva a dirotto e faceva freddo, ma è la manifestazione più grande a cui ho partecipato. C'erano tanti colori, bandiere, uno spaccato da ogni continente. Sicuramente un segnale di unità a livello globale, che si è riflettuto nei negoziati della Cop26. Con queste manifestazioni si voleva dare un senso a quello che è un momento storico per le sorti del nostro pianeta.

Ha avuto modo di confrontarsi con ragazzi di altre culture quindi...
Certamente, in particolare ho conosciuto un ragazzo inglese, ma di origini giapponesi, che fa parte di un movimento simile a Fridays For Future. Siamo tutti uniti su un unico obiettivo, quello di porre l'attenzione alla crisi climatica in corso. Durante la manifestazione ho parlato in spagnolo, inglese e francese, incontrando anche attivisti messicani ed africani. Ho inoltre incontrato un mio amico siciliano, che vive a Bruxelles, attivista fino ad alcuni anni fa di Fridays For Future Forlì e che ha frequentato da fuori sede la triennale in Scienze Internazionali e Diplomatiche.

In questi giorni in quale attività è impegnato?
Ho il pass da osservatore per accedere alla "blue zone", quella dedicata ai negoziati. Sono un delegato della società civile col compito di trasmettere quello che sta accadendo e l'atmosfera che si respira. Martedì ad esempio ho partecipato alla conferenza plenaria, presieduta dal presidente della Cop26, Alok Sharma, ed ha fatto molto effetto esser presente in una sala pienissima dove ogni Stato aveva tre minuti di tempo per esprimere la posizione del proprio Paese su come si sta ponendo rispetto a questa conferenza. E ho notato una notevole differenza tra i Paesi più inquinanti, come ad esempio la Russia, e quelli più poveri ed in via di sviluppo, come il Camerun o il Nicaragua.

Ci può spiegare questo aspetto?
La Russia ha voluto difendersi dagli attacchi di questi giorni, fissando al 2060 l'obiettivo della decarbonizzazione, con lo zero netto di emissioni. L'intervento è stato di sei minuti, a differenza dei tre a disposizione.

Come giudica invece la posizione dell'Italia?
Nonostante sia la co-organizzatrice insieme al Regno Unito mi sembra un po' latitante. Per ora non si è fatta sentita moltissimo. Il nostro Paese solo in extremis ha firmato l’intesa sullo stop ai sussidi all’estero alle fonti fossili. Mentre sull'accordo Boga, che impegna gli Stati a non estrarre combustibili fossili e petrolio sul proprio territorio, ancora non si conosce cosa farà l'Italia, cosa che da Paese co-organizzatore ci si aspetta.

Tornando alle parole di Greta, i politici stanno facendo "bla, bla, bla" o c'è qualcosa di concreto?
Al momento ce ne sono tantissimi. Ma la conferenza non è ancora finita e le cose inaspettate avvengono agli ultimi passi dei negoziati, quando si resta in una stanza ad oltranza. Dentro le stanze i diplomatici lavorano per arrivare ad un accordo e speriamo che le parole si concretizzino in fatti.

Altre curiosità?
Nei corridoi è possibile trovarsi davanti John Kerry (inviato speciale presidenziale degli Stati Uniti per il clima, ndr) circondato da due guardie del corpo oppure l'ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Ho avuto uno scambio di parole con il ministro degli esteri egiziano. Fa strano trovarsi davanti persone così importanti. Tutti dobbiamo ricordarci del compito che abbiamo: che c'è una realtà da difendere. E all'esterno ci sono attivisti che manifestano per ricordare alle delegazioni diplomatiche perchè sono li.

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