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Ciclismo

Da Pompei al Lago di Garda sfidando tante insidie: Giampiero firma un'impresa in bici da 1250 chilometri

Giampiero Monti, dentista forlivese di 64 anni, ha portato a termine una nuova sfida: la Italy Divide, l'evento di bikepacking più sorprendente al mondo

La scintilla è scoccata circa 22 anni. Anno 2000, l'inizio della passione per le due ruote a pedali con una bici ereditata dal padre. Da li in avanti ha accumulato migliaia di chilometri sulle gambe, fino ad avventurarsi in vere autentiche imprese che ora custodisce nel cuore. Dal 2017, quando portò a termine la prima edizione della North Cape 4000 alla Vienna-Barcellona e alla "Due Vulcani", dal Vesuvio all'Etna. Giampiero Monti, dentista forlivese di 64 anni, ha portato a termine una nuova sfida: la Italy Divide, l'evento di bikepacking più sorprendente al mondo. Alcuni numeri per render chiaro lo sforzo compiuto da Monti: 1250 chilometri sulle gambe ed oltre 22mila metri di dislivello. Per affrontare un'avventura serve una preparazione specifica, anche se, confessa Monti, "il tempo per allenarmi si è ridotto, con pedalate nei weekend con gli amici o un solitaria, mentre vado in palestra tra settimana, soprattutto in inverno".

Il percorso e le insidie

Guardando la mappa del tracciato il 64enne riavvolge il nastro delle emozioni: "Siamo partiti da Pompei in 300 sabato 23 aprile alle 12 con la scalata del Vesuvio per poi arrivare a Napoli e successivamente affrontare un percorso duro lungo la salita a San Felice Circeo, spingendo la gravel tra i sassi con un panorama mozzafiato sul mare. Poi abbiamo risalito l'Italia, passando Sabaudia e per Roma seguendo la via Appia al mattino presto davanti al Colosseo e al Vaticano". Un percorso che prevedeva diverse insidie, dalle condizioni meteo ("freddo di notte e all'alba, qualche pioggia, ma anche caldo quando siamo giunti in Toscana") alle caratteristiche del tracciato: "Abbiamo proseguito per il lago di Nemi, qindi l'attraversamento del bosco alle prime luci dell'alba con perdita dell'orientamento insieme ad un'altra partecipante .E poi Firenze e la mitica Via degli Dei in Appennino, dove abbiamo trovato tanto fango".

Gli incontri speciali

Un'avventura che ha riservato anche belle sorprese, come "l'incontro con un gruppo di Cesenatico, che mi ha ritrovato il giubbino antipioggia, perso durante la discesa". Ma è Madonna dei Fornellim nell'appennino bolognese, dove Monti ha fatto l'incontro più importante della sua avventura: "In discesa mi sono accorto che il freno a disco anteriore arrivava a fine corsa senza funzionare. Mi sono fermato in paese per trovare un meccanico. Una ragazza del posto ha contattato un'esperta guida di mountain, Daniele Zanotti, che ha risolto il problema mentre cenavo in un pub",

A Bologna è giunto intorno all'una, passando davanti a San Luca. Dopo un po' di riposo in un hotel, la salita in strada verso Mantova e la ciclabile sul Mincio di Goito. A Custoza un altro incontro speciale: "Mi sono fermato in un ristorante, dove il proprietario mi ha messo a disposizione anche una camera per la notte ad un prezzo di favore. Qui ho capito che l'avventura sarebbe andata a buon fine".

Dopo la partenza all'alba per Verona, il 64enne ha dovuto fare i conti con le due salite di Lessinia, proseguendo il viaggio insieme ad un altro ciclista che l'ha aiutato ad uscire dal bosco dopo aver avuto problemi ai due gps in dotazione. Dopo la nottata trascorsa ad Avio è stato scalato il Monte Baldo, dove il nuovo compagno di avventura ha dovuto fare i conti con due forature e la rottura di catena Ed infine il traguardo: una discesa fino alla tanta agognata Torbole sul lago di Garda, dopo 1.250 chilometri e 22mila metri di dislivello. Dove ad attenderlo c'era il caloroso abbraccio della moglie.

I precedenti, le amicizie e le nuove ambizioni

La bici ha regalato tante emozioni a Monti. Quella più forte probabilmente è stata la North Cape 4000, perchè "è stata la più lunga, con 4200 chilometri, ma anche quella che mi ha colpito di più per i paesaggi e la natura. Certo che noi in Italia, però, non scherziamo ed infatti le ultime due gare disputate, la Two Volcano sprint" e la "Italy Divide" sono frequentate più da stranieri che Italiani per il buon cibo e le straordinarie città d'arte". Si tratta di manifestazioni che sta vedendo un aumento dei partecipanti: "Il livello si è alzato molto e sono tanti i giovani presenti, ma anche noi 'vecchietti' facciamo ancora valere la nostra esperienza. Perchè se non si usa la testa non si arriva al traguardo".

La bici è sinonimo di fatica, ma anche di solidarietà e unione: "Queste manifestazioni sono l'occasione per rivedere vecchi amici e farsene dei nuovi coi quali si dividono gioie e dolori di queste avventure. Con l'avvento del gravel, gare con bici da corsa con ruote tipo mountain bike, l'avventura è assicurata. E più sono le difficoltà, più la gente partecipa. C'è da sfidare fango, ghiaia e salite in cui bisogna spingere la bici a piedi. Ma finirle è una bella soddisfazione". Ma per il dentista 64enne è già tempo di nuove ambizioni: "Sono tutto proteso verso la "Bike non stop, che desidero fare da tre anni. Si tratta di una coast to coast da Portland a Washington D.C. di 5600 chilometri, di cui 1200 in gravel, da portare a termine entro un mese. La partenza è fissata per il 19 giugno. Sarà dura, perchè non è prevista alcun tipo di assistenza".

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