Alluvione, il sindaco Zattini alla festa della Lega: "Il nemico numero uno? La burocrazia. Abbiamo bisogno di risposte"
"Per ricostruire c'è bisogno di fondi, ma soprattutto una velocità e una semplicità nel distribuire le condizioni minime per ripartire", ha rimarcato il sindaco di Forlì
"Abbiamo bisogno di risposte" per venire incontro alle "necessità di famiglie e imprese". E' questo l'appello che il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, ha rivolto al governo Meloni dal palcoscenico della festa della Lega, ospitata a Cervia. Il primo cittadino, affiancato dai sindaci di Castel del Rio (Bologna), Alberto Baldazzi, e di Sesto San Giovanni (Milano), Roberto Di Stefano, è tornato al 16 maggio scorso, quando Forlì è stata travolta dall'alluvione costata la vita a tre persone. Ma non solo. Ha evidenziato la necessità di una ricostruzione che tenga conto dalla messa in sicurezza dei territori, ma anche delle problematiche connesse alla troppa burocrazia, che ha rallentato i primi interventi urgenti a poche ore dal tragico evento. Zattini non ha risparmiato critiche anche alla sinistra, parlando di "attività di sciacallaggio rispetto a quanto accaduto, entrando già in campagna elettorale".
Come sta reagendo Forlì
"Forlì, come tante altre realtà, è stata colpita duramente - è stata la premessa di Zattini -. Abbiamo avuto un terzo della città completamente alluvionato, con danni enormi alle famiglie e imprese. Come stiamo risorgendo? Prima di tutto con la forza e la volontà dei cittadini, che si sono rimboccati le maniche e stanno cercando di risollevarsi da un evento incredibile", con aree coperte da "4-5 metri di acqua e interi quartieri spazzati via". E purtroppo, ha ricordato il sindaco, l'alluvione ha fatto tre vittime. Ma si guarda anche avanti, alla ricostruzione. Il primo cittadino ha messo in evidenzia la necessità della "messa in sicurezza dei territori alluvionati, perchè l'autunno è alle porte. C'è la necessità di ripristinare tutti gli argini, i canali ed i fossi prima che possa tornare un potenziale pericolo. Abbiamo visto quello che è successo a Faenza, che in quindici giorni ha subìto due alluvioni devastanti. Il concetto delle piene centenarie ormai è superato". Altro tema, quello delle risorse: "Per ricostruire c'è bisogno di fondi, ma soprattutto una velocità e una semplicità nel distribuire le condizioni minime per ripartire - ha rimarcato il sindaco di Forlì -. Ce la stiamo mettendo tutta. Il territorio ha una grande forza storicamente, e non ho dubbi che questo diventerà un brutto ricordo".
La ricostruzione
A Forlì i sindaci del territorio hanno incontrato il commissario straordinario all'emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo. "Ci siamo sentiti diverse volte - ha spiegato Zattini -. I progetti sono in corso, ma al momento i fondi non li abbiamo ancora visti. Come Comune abbiamo un esborso di 10 milioni di euro per lavori di somme urgenze, che il generale ha garantito che saranno coperti". Ma l'attesa delle risorse, come ha spiegato lo stesso sindaco, "ha imposto ai Comuni minori di interrompere i lavori, perchè ci sono cifre che spesso non combaciano con le possibilità del bilancio. Non ho dubbi sul generale Figliuolo, che avrà la metodica giusta circa il rapporto con i comuni e i territori".
Ma "la gente si aspetta risposte rapide, semplici e certezze", ha altresì detto Zattini, senza lesinare una stoccata alla Regione Emilia Romagna: "Quando era dalla parte di chi doveva dare delle risposte, non è stata così efficiente. A Forlì avemmo una piccola alluvione nel 2019 in un quartiere importante, ma i primi soldi sono arrivati dopo 4 anni. Adesso si pretende il tutto dopo pochi mesi. Scagli la prima pietra chi è senza peccato. Per il terremoto dell'Emilia c'è stata una risposta dopo 12 anni. Quindi bisogna essere anche consapevoli che questa situazione deve avere delle risposte, ma che non si possono avere in poche settimane. Stimiamo in 8-10 miliardi di euro il danno subìto dalla Romagna, cifre che sicuramente impongono tempestiche che vanno condivise con i cittadini".
L'alluvione ha colpito anche il mondo delle imprese, soprattutto quelle agricole. "E' stata totalmente azzerata una delle più belle agricolture d'Europa - è l'amarezza del sindaco -. Si rischia l'impoverimento in pianura e l'abbandono dei territori collinari, dove ci sono centinaia e centinaia di frane che rendono impossibile la vita. Per la ricostruzione ci vorrà del tempo, ma per ripartire serve la messa in sicurezza del territorio". Ma anche il sistema turismo risente degli effetti dell'alluvione. "Il pil della Romagna è oltre il 2% del nazionale, la ricostruzione è un interesse del Paese", è la considerazione del primo cittadino.
La burocrazia
Per Zattini il nemico numero uno della gestione dell'emergenza è stata la burocrazia. "Nei primi giorni dell'alluvione i mezzi di soccorso sono stati fermi perchè non c'erano certezze su come trattare fanghi e le acque. E questo è inaccettabile", ha sottolineato, raccontando anche di aver avuto un colloquio telefonico col presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l'indomani dell'alluvione al quale chiese a Zattini quale fosse il problema principale. "Queste situazioni ci devono insegnare come comportarci nell'immediato - ha ragionato il sindaco -. Siamo un Comune strutturato, con circa 900 dipendenti, ma come può affrontare una situazione simile un piccolo comune? Vanno ridisegnate le metodiche di Protezione Civile. Non si può scaricare tutto su un sindaco, soprattutto quando si parla di piccoli comuni. Ci vuole una struttura tecnica che sia in grado di intervenire immediatamente nelle condizioni ottimali. Le colonne nazionali arrivano dopo qualche giorno, ma le ore fondamentale per fare fronte alle emergenze sono le prime 24-48 ore".
La politica
Non sono mancate le polemiche politiche. "Il nemico è l'attività di sciacallaggio fatta dai 'sinistri' rispetto a quanto accaduto - ha tuonato Zattini -. In un momento del genere la prima cosa da fare era cercare di mantenere la coesione, mentre molti hanno iniziato la campagna elettorale per il prossimo anno sulle disgrazie della gente. E questa è la cosa più brutta che si possa fare in un ambiente politico". Il sindaco ha ammesso "che ci sono stati dei problemi, il territorio poteva avere delle risposte diverse, ma sulla Romagna sono caduti 5 miliardi di metri cubi d'acqua, l'equivalente di 170 dighe di Ridracoli". Nel mirino del primo cittadino anche gli ambientalisti e la manutenzione dei corsi d'acqua: "Si poteva fare meglio, ma grazie agli ambientalisti i nostri fiumi sono in condizioni diverse. Se si prende un ramo si rischia una denuncia penale, se c'è un istrice che sta minando il rivale è intoccabile, così come le nutrie, che sono più sacre della tutela del nostro territorio e cittadini".