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Cronaca

I Giocatori anonimi si raccontano alla città, la testimonianza: "Ho vissuto come un barbone"

“Abbiamo un animale dentro con cui dobbiamo fare i conti ogni mattina”. Il gioco compulsivo è una malattia di cui si parlerà martedì prossimo, in una riunione aperta organizzata dal gruppo Giocatori anonimi di Forlì

“Abbiamo un animale dentro con cui dobbiamo fare i conti ogni mattina”. Il gioco compulsivo è una malattia di cui si parlerà martedì prossimo, in una riunione aperta organizzata dal gruppo Giocatori anonimi di Forlì, che a ottobre ha festeggiato 2 anni, per fare conoscere le problematiche del gioco d'azzardo, anche attraverso le testimonianze di giocatori e parenti. L'appuntamento è alle 20.45, alla Ex Circoscrizione 2, in via Curiel 51, dove ha sede il gruppo forlivese. 

Alla serata del 3 novembre interverranno anche il sindaco di Forlì Davide Drei, l'assessore alle Politiche sociali, Raoul Mosconi, diversi medici del Sert di Forlì e Ravenna, Edoardo Polidori, Giovanni Greco, Vittorio Foschini e Luca Balducci, un rappresentante dei Giocatori anonimi regionali e operatori della Caritas. Il Gruppo Giocatori anonimi di Forlì ha visto in questi 2 anni transitare circa 50 persone che hanno chiesto aiuto. Quelli che proseguono nel percorso sono una 20ina, dei quali solo 4 donne, tutti tra i 40 e 60 anni circa.  Racconta la sua storia a ForliToday un 58enne forlivese, useremo Luca come nome di fantasia, che sta lottando per uscire dalla dipendenza: “Ci dicono che non guariremo mai, serve tantissima buona volontà. Soffriamo molto e in silenzio, perchè non abbiamo il coraggio di dire la verità e di chiedere aiuto”.

La storia di Luca, oggi 58 anni, inizia nel 2008. Era un libero professionista, con una moglie due figli grandi, che ha sempre giocato: “Cavalli, totocalcio, un po' di tutto. Ce l'avevo dentro dalla nascita – racconta -, ma quello che mi ha rovinato davvero sono state le slot machine, quando devi rifarti dei soldi persi non ti fermi. La vita del giocatore è tutta così, mattina e sera, non torni a casa a pranzo, inventi scuse per non andare al lavoro, la macchina rotta, la febbre, finchè non hai finito tutti soldi, giochi”. Nel 2013 tocca il fondo: “Avevo prosciugato tutto, ma non avevo il coraggio di uscire allo scoperto. Mia moglie pensava che avessi un'amante, accade spesso alle famiglie di giocatori di credere che sia un'altra persona. Volevo che mi scoprissero e sono scappato di casa, andando a Roma. Qui ho vissuto per strada, facendo il barbone, chiedevo la carità, mangiavo alla Caritas”. 

La famiglia ha denunciato la scomparsa, poi dal conto in banca ha capito cosa era successo. “Sono stato nella capitale per 6 mesi, poi mi hanno rintracciato i servizi sociali del Comune di Forlì, se non fosse stato per loro non sarei tornato – dice con gratitudine -. Sono stato in comunità per alcuni mesi, poi alla Caritas per un anno e mezzo, fino a 6 mesi fa”. Ora Luca sta meglio, ha un'abitazione, “che mi ha procurato il Comune, continuo ad essere seguito dalla psicologa Giorgia Rori, ho raggiunto la pensione e faccio volontariato alla Caritas. Mia moglie ha capito che  si tratta di una malattia e mi ha perdonato, con lei sono rimasto in contatto, con i miei figli per ora no, ma ce la sto mettendo tutta e spero che qualcosa possa cambiare”. Luca commenta anche la Legge di Stabilità: “Con questa manovra il Governo rinnova la licenza a 10mila sale slot, e altrettante arriveranno, questo significa che si continuerà a giocare per altri 10 anni almeno. Stiamo parlando di un affare da 80-90 miliardi all'anno”. 

Giocatori anonimi è un’associazione di uomini e donne che mettono in comune la loro esperienza, forza e speranza al fine di risolvere il loro problema comune e aiutare altri a recuperarsi dal gioco compulsivo. L’unico requisito  per  divenirne membri è il desiderio di smettere di giocare. Non ci sono quote o tasse per essere membri “noi siamo autonomi mediante nostri propri contributi. Il gruppo non è affiliato ad alcuna setta, idea politica, organizzazione o istituzione, non intende impegnarsi in alcuna controversia, nè sostenere od opporsi a nessuna causa. Il nostro scopo primario è astenersi dal gioco e aiutare altri a recuperarsi dal gioco compulsivo”, si legge sul sito. “In Emilia-Romagna siamo 11 gruppi – illustra Luca -, a Forlì ci incontriamo tutti i martedì, nella sede dell'ex Circoscrizione, dalle 21 alle 23. 

Ecco come contattare il gruppo: centralino nazionale 338 1271215, info@giocatorianonimi.org. Centralino regionale 366 9767970, emiliaromagna@giocatorianonimi.org. Centralino Forlì 334 5948509, forli@giocatorianonimi.org. 


 

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