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Dipartimento Chirurgico, 6mila operazioni nel 2021. Il nuovo direttore Ercolani: "Nuove tecnologie e formazione per ridurre le attese"

L'INTERVISTA - Il nuovo Dipartimento Chirurgico di Forlì è costituito dalle Unità Operative di Chirurgia Generale e Specialistiche (Endocrino, Toracica, Urologia, Orl e Oculistica) più Anestesia e Rianimazione

E' il professor Giorgio Ercolani il nuovo direttore del Dipartimento Chirurgico di Forlì. Ercolani, ordinario di Chirurgia all’Università di Bologna, si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1993 all’Università degli di Bologna, conseguendo la Specializzazione in Chirurgia Generale nel 1999 nella stessa Università. Nel 2004 ha ottenuto il Dottorato di Ricerca in “patologia epato-bilio-pancreatica” all’Università di Siena. Ha eseguito più di 3500 interventi, di cui più di 2500 come primo operatore (dati aggiornati al marzo 2021). Inoltre nel 2021 ha iniziato la sua attività di formazione all’Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara nell’ambito della Chirurgia epato-bilio-pancreatica.

Professor Ercolani, lei è il nuovo direttore del Dipartimento Chirurgico di Forlì. Quali compiti le aspetta?
Il nuovo Dipartimento Chirurgico di Forlì è costituito dalle Unità Operative di Chirurgia Generale e Specialistiche (Endocrino, Toracica, Urologia, Orl e Oculistica) più Anestesia e Rianimazione; i compiti principali sono garantire e organizzare l'accesso alle sale operatorie in modo che tutte le Unità Operative coinvolte possano rispettare i tempi di attesa per i principali interventi chirurgici, in particolare quelli per patologie neoplastiche, e cercare di ridurre le liste per le patologie benigne; assicurare l'utilizzo di tecnologie innovative come la piattaforma robotica; mantenere un adeguato piano formativo per i professionisti afferenti al Dipartimento; rafforzare i rapporti con l'Università di Bologna nella supervisione degli specializzandi; il tutto cercando di monitorare i costi di produzione che queste attività determinano affinchè rimangano coerenti con quanto previsto all'inizio di ogni anno.

La sua è una nomina di strategica rilevanza sanitaria, soprattutto in questo momento di riorganizzazione delle attività a causa del Covid...
Sicuramente il Covid negli ultimi 2 anni ha avuto un impatto rilevante sulle attività ospedaliere, ed in particolare sulla programmazione delle attività chirurgiche. Quindi siamo ora chiamati, in un momento in cui l'emergenza sembra sotto controllo, a riprendere le attività come nel 2019 e possibilmente riassorbire parte degli interventi che sono stati rinviati a causa dell'emergenza.

La pandemia ha rivoluzionato appunto il mondo della sanità. Come intende riorganizzare le Chirurgie?
Uno dei primi obiettivi è assicurare il mantenimento delle attività per le patologie oncologiche e concordare alcuni percorsi per ridurre le liste d'attesa, riassorbendo parte degli interventi rimandati soprattutto per patologie benigne.
 
Il suo dipartimento conta tre cattedre universitarie, Terapie Oncologiche, Chirurgia Toracica e l'Orl: quale ruolo avrà la Facoltà di Medicina e Chirurgia nel futuro?
Il Corso di Laurea di Medicina e Chirurgia rappresenta una grande opportunità per Forlì e Ravenna, ma in generale per tutta la Romagna. L'arrivo degli studenti del Corso di Laurea, di nuovi docenti e probabilmente nuove Cattedre e degli specializzandi già da adesso, ma sempre di più in futuro, darà una grande spinta ed impulso alla ricerca, all'innovazione e anche ad una sana competizione per "eccellere" che migliorerà ulteriormente gli standard di cura.

Ripercorriamo i due anni di covid: l'attività chirurgica oncologica urgente ha subìto ripercussioni?
Fortunatamente, l'organizzazione che siamo riusciti ad avere nel Presidio Ospedaliero di Forlì ha consentito di garantire le attività chirurgiche per patologie oncologiche in tempi solo lievemente più lunghi rispetto allo standard. Di questo dobbiamo ringraziare la Direzione Generale e di Presidio oltre che dei nostri Anestesisti e Rianimatori.

Ci sono arretrati da recuperare? Se sì, per quali patologie?
Effettivamente le patologie benigne (tipo litiasi della colecisti, ernie, laparoceli) hanno risentito pesantemente dell'emergenza sanitaria ed adesso a noi il compito di organizzare percorsi adeguati per riassorbire le liste d'attesa per questi interventi "non urgenti".

Quante operazioni sono state eseguite nel 2021?
Nel Dipartimento Chirurgico di Forlì nel 2021 sono stati eseguiti circa 6000 interventi, circa un 20% in più del 2020 che è stato peggiore per l'emergenza Covid.

Aumentano le guarigioni nei pazienti con tumore?
Sicuramente, il numero di guariti negli ultimi 10 anni è andato aumentando, ma i risultati sono diversi a seconda del tipo di tumore e quindi rimane ancora tanto da fare in termini di ricerca, prevenzione e cura contro questa patologia.

Come si è integrata la sanità pubblica con quella privata?
La sanità privata durante la Pandemia ha svolto un ruolo importante sia come supporto alla sanità pubblica nella gestione dei pazienti Covid e sia nel garantire alcuni spazi "chirurgici" (intesi come posti letto e sale operatorie) per lo smaltimento degli interventi soprattutto per patologie benigne. Ritengo che questa integrazione sia stata fondamentale per superare l'emergenza sanitaria e possa essere utile come modello per le gestione delle sfide, soprattutto per l'abbattimento delle liste d'attesa di bassa complessità, per il futuro.

Torniamo al suo nuovo incarico: quali obiettivi si è prefissato nell'immediato?
Da un lato il mantenimento e ove possibile il potenziamento di alcune attività chirurgiche volte a ridurre le liste d'attesa garantendo la possibilità di utilizzare le più recenti ed innovative tecnologie a tutte le Unità Operative, dall'altro la formazione degli specializzandi con i quali promuovere sempre di più la ricerca clinica nei vari ambiti.

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