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Cronaca

Giovani e Covid, il Sert: "Prevale l'ansia, il passo dal chiudersi in casa al chiudersi in sé stessi è breve"

L'Unità Operativa Dipendenze Patologiche di Rimini e di Forlì, diretta dal dottor Edo Polidori, ha messo a punto un questionario per capire come è cambiato il quotidiano degli adolescenti

E' arrivato circa un anno fa ed ha rivoluzionato le vite di tutti. A soffrire maggiormente delle conseguenze indirette del coronavirus sono soprattutto i giovani. Certezze all'improvviso spazzate vie, socialità ridotta al minimo indispensabile e sempre più dipendente dall'uso di tablet e smartphone. Si correva e faceva sport insieme, mentre ora si trascorre più tempo in solitudine tra le quattro mura di una stanza, incollati davanti allo schermo di un pc.

L'Unità Operativa Dipendenze Patologiche di Rimini e di Forlì, diretta dal dottor Edo Polidori, ha messo a punto un questionario per capire come è cambiato il quotidiano degli adolescenti dall’inizio della pandemia in tema di comportamenti a rischio (video games e social-network) e consumo di sostanze. "C'è stata partecipazione ed è una cosa positiva - spiega Polidori -. E' stato seguito in particolar modo dalla psicologa Elisa Zamagni".

Dottor Polidori, avete riscontrato differenze tra la prima fase della pandemia e quella attuale?
Nella prima c'era un atteggiamento più ottimistico, nel senso che c'era la consapevolezza che si trattava di un momento particolare, pensando "che passerà". In questa seconda invece serpeggia malumore e depressione e ci si chiede quando finisce. All'inizio si vedevano gli striscioni sui balconi e si cantava, mentre ora non c'è nulla di tutto ciò. Inoltre c'è un altro aspetto.

Quale?
Si vede la fatica nei giovani a seguire online le lezioni.

Le restrizioni adottate dal governo, la quarantena, la solitudine, ma anche le lezioni on-line e l'interruzione del contatto diretto tra pari, hanno indubbiamente generato un brusco cambiamento di stile di vita da adottare. Quali cambiamenti di umore avete riscontrato?
Depressione e rabbia. C'è inoltre nella componente femminile un livello di ansia più forte. A innescarla ad esempio sono le interrogazioni online.

E come viene sfogata?
Discussioni con i genitori, tensioni con amici. Viene avvertita tantissimo la mancanza dello sport. Molti si sentono chiusi in casa e il passaggio dal chiudersi in casa alla propria stanza è molto breve. Poi si rischia a quel punto di chiudersi in se stessi.

Niente sport e socialità e più telefonino...
Non dobbiamo etichettare lo smartphone come il problema principale. Perchè in queste chiusure il telefonino è l'unico modo per rimanere in contatto con gli amici.

Si è creata dipendenza da smartphone e social?
Sicuramente l'uso di alcuni strumenti e del web è aumentato, ma non solo tra i giovani. Le riunioni di lavoro online ne sono un esempio. I giovani tendono, come già detto precedentemente, a rifugiarsi nei social, un binario che sta diventando dominante per alcune situazioni. La cosa preoccupante e sulla quale vale la pena ragionare è l'inconsapevolezza da parte dei genitori di tutto quello che viaggia sui social. Il telefonino sta diventando uno strumento molto più potente del televisore, perchè dà accesso ad una sorta di universo. Serve quindi accortezza, anche perchè lo si comincia ad utilizzare già da piccoli. Forse varrebbe la pena introdurre un patentino e questo è un aspetto che meriterebbe un approfondimento.

Ci sono altre dipendenze?
C'è chi si rifugia nelle sostanze, in particolare uso di alcol. Poi dipende dal tipo di fascia d'età che si esamina.

Ed è cresciuto l'acquisto di sostanze online?
Moltissimo. Ci sono molti prodotti, non solo a base di cbd, ma anche thc (cannabis light, ndr). I consumatori occasionali hanno diminuito nelle assunzioni, mentre ad esempio chi è abituato a fumare lo fa con una maggiore frequenza.

Come è cambiata la vostra attività al Sert dall'inizio dell'epidemia?
A livello logistico c'è un'attività di filtro in ingresso, con la verifica della temperatura e si accede per appuntamento per evitare una concentrazione di persone. E' una fase in cui abbiamo riscontrato una forte diffusione dell'uso di cocaina, soprattutto in quello riminese e riccionese. C'è inoltre una fetta di giovane, in contatto con noi, per tematiche legate al consumo di cannabis. Ovviamente questa situazione sta rendendo più difficile l'attività di prevenzione e rapporto con la scuola, ma comunque stanno proseguendo. In questo periodo ad esempio stiamo approfondendo le tematiche dei social con le scuole medie e sono esperienze positive. Quindi l'attività prosegue, adattandosi alla fase storica che stiamo attraversando.

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