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Cronaca

Gli ambientalisti continuano nella battaglia contro il 5G: "La Regione ci ascolti"

Conti, Ridolfi e Saviotti sostengono che "le onde elettromagnetiche provocano due effetti biologici"

Il Tavolo delle Associazioni Ambientaliste di Forlì (Taaf) e il Comitato Tecnologie Sostenibili - Stop 5G Romagna tornano a manifestare "una netta opposizione al 5G". Sul tema, annunciano Alberto Conti, coordinatore Taaf, Ruggero Ridolfi di Isde Forlì, ed Elisabetta Saviotti, presidente del Comitato Tecnologie Sostenibili- stop 5G  Romagna, "è stata inoltrata alla Regione Emilia Romagna un'istanza di audizione. Preso atto che la stessa Regione ha costituito "un tavolo per lo studio, l’analisi e la condivisione degli aspetti tecnici ed amministrativi" del 5G, ’interno del quale non risultano soggetti appartenenti al mondo della tutela dell’ ambiente e della salute, auspichiamo di ottenere l’accettazione della nostra richiesta".

Conti, Ridolfi e Saviotti sostengono che "le onde elettromagnetiche provocano due effetti biologici: quelli termici (riscaldamento dei tessuti) quelli sul metabolismo (interferenze con le interazioni intracellulari ed  interferenze  con l’attività elettrica nei corpi viventi). La legge attuale non prende però in considerazione quest'ultimo aspetto. E' una situazione assurda, poiché una sconfinata letteratura scientifica indipendente, prodotta dal 1980 ad oggi, mostra che radiazioni elettromagnetiche ad alta frequenza e bassa potenza (figuriamoci se ad alta potenza) producono effetti molto negativi sul metabolismo degli esseri viventi". Chiariscono nel ragionamento: "In sostanza i livelli di legge del campo elettrico, pari a valori di campo elettrico medio di 6 V/m  nelle 24 ore, che in Italia dovrebbero consentire alle persone di essere protette dai campi elettromagnetici, sono assai più elevati dei reali valori di rischio , corrispondenti ad un campo elettrico pari a 0,6 Volt/metro di picco, cioè 10 volte ed oltre più bassi dei limiti di legge".

Per gli ambientalisti quindi, "la "sperimentazione" delle reti 5G, che caratterizza la fase attuale, è volta peraltro a stabilire nuovi limiti di legge molto più elevati (61 V/m) che ,se non fossero a tal livello aumentati, così rendendoli compiacenti agli interessi delle società di tele comunicazioni ed ovviamente molto meno cautelativi per la salute degli esseri viventi, non consentirebbero la voluta ampia realizzazione delle reti 5G (che esigeranno radiazioni a frequenze fino a 27 GHertz, frequenze mai raggiunte per usi civili, rispetto ai 3 GHertz max attuali). Le nuove reti 5G, aumentando le frequenze di trasmissione e avvalendosi di nuovi sistemi di modulazione, consentiranno distanze di diffusione meno grandi delle onde prodotte dalle reti 2G, 3G e 4G, poichè le onde 5G non riescono a superare bene gli ostacoli fisici; le sorgenti di onde 5G saranno quindi più vicine agli strumenti recettori ed agli organismi viventi e saranno tanto più pericolose quanto   maggiore sarà la loro frequenza nonché quanto maggiore sarà la loro potenza, comunque anche a  valori bassi di quest’ultima".

"Evidentemente per le trasmissioni a lunga distanza le reti 5G dovranno convivere con le reti  2G, 3G e 4G , le quali non solo bastano ma anche abbondantemente avanzano rispetto alle nostre reali necessità di vita - continuano -. Questo implica che le nuove reti saranno molto complesse, fatte di sistemi contestuali  2G, 3G, 4G e 5G; ciò renderà difficile, oltretutto, stabilire il livello di energia, e quindi di danno, che gli organismi umani assorbiranno vivendo in esse. Sostenere che le reti 5G consentiranno "applicazioni utili per la nostra vita" è quindi una strumentalizzante favola. Cio’ che può esser utile per la nostra vita le reti  3G e 4G  non solo lo possono già fare ma, per le trasmissioni a  distanza, lo possono fare addirittura meglio delle reti 5G.  Ciò che invece faranno le reti 5G è consentire l’effettuazione di operazioni "pesanti" in termini di Byte, di cui però non abbiamo bisogno reale, e produrranno di converso un’ulteriore invasione nella nostra "privacy", con  controllo sociale ed individuale invasivo ed intrusivo".

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