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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Gli avvocati litigarono sui social parlando di calcio, otto anni di processi per un commento su Facebook

Ora la Settima sezione della Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna dell'avvocato Francesco Minutillo per un commento sul suo collega

Otto anni di processi per un commento su Facebook. E dopo la condanna in primo grado a Forlì a 8 mesi per diffamazione a mezzo stampa (pena sospesa), poi ridotta a 2 mesi dalla Corte d'Appello, ora la Settima sezione della Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna dell'avvocato Francesco Minutillo per il commento sul suo collega Daniele Mezzacapo, l'attuale vicesindaco, pubblicato in un post del 2014. 

Si chiude così definitivamente la vicenda legale. E' stato accolto dunque il ricorso presentato da Francesco Minutillo, difeso dall’avvocato Giovanni Amadori, contro la Sentenza della Corte d’Appello di Bologna del febbraio 2021. A separare Minutillo e Mezzacapo su due sponde non è solo la vicenda giudiziaria, ma anche la politica, visto che Minutillo, esponente politico della destra forlivese ha contestato Mezzacapo in varie circostanze, mentre Mezzacapo appartiene alla Lega e attualmente è vicesindaco della città. La vicenda giudiziaria nacque però nel luglio del 2014 nell'ambito di uno scambio di commenti al vetriolo su Facebook, argomento calcistico. Nell'ambito del battibecco virtuale Minutillo definì il suo collega “mezzo avvocato”. Un'espressione di critica sicuramente non gentile, ma per la Cassazione non censurabile penalmente.

“Non avevo dubbi che alla fine il risultato sarebbe stato questo ed ho sempre vissuto con serenità questo lungo percorso giudiziario nella consapevolezza, da professionista forense, che bisogna armarsi sempre di tanta pazienza: tutto è finito in un nulla di fatto”, è il commento di Minutillo. "Otto anni di processi, tre gradi di giudizio che hanno complessivamente impiegato l’attività di dieci magistrati e centinaia di pagine di verbali, documenti e trascrizioni. Una enorme attività giudiziaria per un fatto la cui prescrizione era già maturata nel dicembre dell’anno scorso e per il quale era anche intervenuta la remissione di querela. Tutto per uno scambio di post su facebook. L’auspicio che colgo l'occasione di fare è che questa vicenda porti a riflettere sulla necessità di depenalizzare il rilievo penalistico dei commenti sui social, che non dovrebbero sottrarre tempo ed energie alla giustizia penale e che dovrebbero invece eventualmente interessare solo profili civilistici".

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