Gli ex scout si ritrovano per una cena solidale nel nome di padre Raffaello, missionario cappuccino in Etiopa
La serata, incentrata su una cena a base di paella, oltre che occasione di incontro per i tanti ragazzi di allora, avrà anche, e soprattutto, uno scopo solidaristico ben preciso
Sabato nei locali della parrocchia di Santa Maria del Fiore si terrà un ritrovo di ex scout che nel corso degli anni della seconda metà del secolo scorso hanno vissuto l’esperienza dello scoutismo nel gruppo Forlì 3°, attivo appunto nella suddetta parrocchia. La serata, incentrata su una cena a base di paella, oltre che occasione di incontro per i tanti ragazzi di allora, avrà anche, e soprattutto, uno scopo solidaristico ben preciso: una raccolta fondi da destinare ad una missione cappuccina che è presente da decenni in Etiopia, prima nella regione del Kambatta, ed ora in quella del Dawro.
Fin dagli anni ’60 il gruppo scout Forlì 3°, tra le sue varie attività educative ha avuto un’attenzione particolare per quello che nel gergo scout viene definito il “servizio”; cioè il mettersi a disposizione degli altri, di coloro che, nella nostra società ma anche altrove nel mondo, avevano bisogno di aiuto e di forme di supporto anche materiale. In modo particolare il gruppo dei ragazzi in età più adulta era impegnato in attività di raccolta di carta, ferrovecchio e altro che consentiva di realizzare somme di denaro da destinare a situazioni locali di bisogno e alle missioni francescane. Quest’ultima attività bbe un impulso straordinario con il passaggio in parrocchia di un sacerdote cappuccino che aveva scelto di partire per il servizio missionario in Etiopia: padre Raffaello Del Debole.
Di origini toscane, padre Raffaello era stato ordinato sacerdote nel 1963. Prima di partire per la missione, era stato destinato al servizio pastorale come cappellano degli scout nella parrocchia di S.Maria del Fiore. La spiritualità scout lasciò un segno importante nella vita di Raffaello, tanto che quando fu in missione, durante il periodo in cui in Etiopia lo scoutismo venne sospeso, lui riuscì a mantenere viva una comunità scout nella località di Timbaro. Al tempo stesso l’esempio di Raffaello, grazie al suo carattere mite e timido, ma ricco di spirito di sacrificio, semplicità e fermezza ha fatto breccia nel cuore dei tanti che lo hanno conosciuto ed ha spinto il gruppo nel suo insieme, ed anche molti in forma individuale, a sostenere le varie tappe della sua attività missionaria in Etiopia dal 1972, anno della sua partenza per la missione, fino ad oggi.
Negli ultimi anni, nel villaggio di Duga ha aperto una piccola clinica molto importante in tutta la zona; ha finanziato la scuola governativa, spianato una strada, aperto sorgenti ed accolto all’asilo i bambini delle famiglie che abitano nella zona. Nel corso degli anni la clinica di Duga ha assunto un’importanza sempre maggiore ed è stata premiata dalla chiesa d’Etiopia con un significativo apprezzamento per il lavoro svolto a favore degli ammalati e nella formazione degli infermieri. La clinica svolge attività di primo soccorso, ambulatorio ginecologico e ambulatorio dentistico. "E’ del tutto evidente che le necessità di una tale struttura sono molteplici e continue e l’impegno che il gruppo che si ritroverà sabato vuole assumere è quello di mantenere una continuità d’azione nel sostenere le esigenze della clinica e supportare il lavoro di padre Raffaello e dei suoi collaboratori in loco", viene evidenziato.