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Venerdì, 19 Aprile 2024
La Guerra Russia-Ucraina

Le bombe della Russia sull'Ucraina, le testimonianze: "Ho lasciato tre figli, tutti pronti a difendere la nostra terra"

In queste ore sono tanti gli ucraini che stanno vedendo i sacrifici di una vita andare a pezzi sotto i colpi delle bombe russe

"C'era una volta la mia casa. C'era una volta e voglio che sia ancora. E voglio il nome di chi si impegna. A fare i conti con la propria vergogna. Dormite pure voi che avete ancora sogni, sogni, sogni". Era il giugno del 1999 quando Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, Luciano Ligabue e Piero Pelù fecere sentire la loro voce con "Il mio nome è mai più", singolo realizzato contro le guerre nel mondo durante il conflitto nel Kosovo. Parole che tornano attuali. In queste ore sono tanti gli ucraini che stanno vedendo i sacrifici di una vita andare a pezzi sotto i colpi delle bombe russe.

LE TESTIMONIANZE - "HO LASCIATO TRE FIGLI, TUTTI PRONTI A DIFENDERE LA NOSTRA TERRA

IL SACERDOTE - "PAURA, MA ERAVAMO MINACCIATI DA ANNI"

FORLI' PER L'UCRAINA - MANIFESTAZIONE IN PIAZZA ORDELAFFI

INIZIA LA GUERRA - IL PRIMO ATTACCO, LE REAZIONI

LA PAURA - BLOCCATO DAI CARRI ARMATI IL PRIMO VIOLINO DELLA YOUNG MUSICIAN YOUNG ORCHESTRA

L'AZIONE DEI SINDACATI - UN'ORA DI SCIOPERO: "LAVORARE PER LA PACE"

L'ECONOMIA - "PREOCCUPATI PER LE CONSEGUENZE ECONOMICHE"

Sono ore di angoscia e commozione. E venerdì mattina le telecamere di "Mattino 5", in onda su Canale 5, ha raccolto le testimonianze della comunità ucraina di Forlì, attaccata al telefono e alla tv in attesa di conoscere l'evolversi del conflitto, con l'armata russa a tenaglia ad impossessarsi dell'Ucraina. "C'è tanta paura, tanta preoccupazione per i nostri cari, per il nostro Paese, ma anche tanta rabbia per la guerra - sono le parole raccolte dall'inviato Marcello Piazzano -. Ma c'è anche tanta speranza, coraggio e tanta volontà di avere la nostra sovranità, la nostra Ucraina indipendente e libera".

A Forlì gli ucraini sono 758 all'ultimo censimento, di cui 200 uomini e 558 donne. La maggior parte delle donne sono badanti, ma ci sono anche tanti nuclei famigliari presenti da tempo e integrati nella città. C'è la testimonianza di una badante ucraina, che ha i figli sul fronte, rientrata pochi giorni fa a Forlì da Ternopil: "Sono partita lunedì e la nostra zona non era stata ancora bombardata. Ma non ero per nulla tranquilla. Non dormivo e non dormo. Ho lasciato tre figli, tutti pronti a difendere la nostra terra. Giovedì li ho sentiti, erano ancora a casa e dovevano fare corsi perchè non sanno sparare". Poi il toccante appello al popolo italiano: "Ve lo chiedo in ginocchio, voi siete buoni, aiutateci in qualche modo, come potete. Vogliamo la pace e non vogliamo vedere i nostri figli".

C'è poi la testimonianza di una barista, con il volto in lacrime coperto da occhiali scuri. C'è forte preoccupazione per le sorti del cugino, anche lui tra i crateri lasciati dalle bombe. Al momento di lui restano poche parole in un messaggino: "Mi ha scritto "ti voglio tanto bene, sono ancora vivo". Ma non so dov'è". Le bombe sono arrivate anche a Vinnycja città situata sulle rive del fiume Buh Meridionale nell'Ucraina centrale, a circa tre ore da Kiev. A riportare la testimonianza è una dipendente della pizzeria "Altero" di Forlì: "Mio figlio, mia nuora, i piccoli e mia madre hanno dormito nei sotterranei". Le immagini non raccontano tutto quello che sta accadendo: "Ci hanno bombardato case, frutto di sacrifici e che ora non ci sono più, scuole, ospedali e aeroporti". E mentre scorrono testimonianze, messaggi di solidarietà, Jovanotti, Pelù e Ligabue ci ricordano che "la pace è l'unica vittoria. L'unico gesto in ogni senso Che dà un peso al nostro vivere. Cercare pace è l'unica vittoria. L'unico gesto in ogni senso Che darà forza al nostro vivere".

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