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Cronaca

Hera fuori dalla gestione dei rifiuti: "Fonda il proprio profitto sull'incenerimento"

Sulla scelta dei Comuni della provincia di 'fare fuori' Hera dalla gestione dei rifiuti interviene nuovamente il Tavolo delle associazioni ambientaliste forlivesi: "E' motivata da considerazioni economiche, organizzative, ambientali"

Sulla scelta dei Comuni della provincia di 'fare fuori' Hera dalla gestione dei rifiuti interviene nuovamente il Tavolo delle associazioni ambientaliste forlivesi: “La volontà degli enti locali di separarsi da Hera riguardo la gestione rifiuti è motivata da considerazioni economiche, organizzative, ambientali, trasmesse da tempo alla Regione Emilia-Romagna, e dimostrano indubbi vantaggi per l’utenza”.

“Nemmeno è vero che la raccolta differenziata, come dice Hera, sia passata in poco più di dieci anni dal 26% al 54%. A parte il fatto che la raccolta porta a porta, alternativa a quella preferita da Hera cioè la stradale a cassonetto, responsabilizza l’utenza nella suddivisione delle frazioni di rifiuto con l’effetto della riduzione della quota indifferenziata, destinata all’incenerimento, nei calcoli di Hera sono incluse quantità indebite quali la quota di raccolta affidata ad altri soggetti e non ad Hera (la cosiddetta quota in sgravio tariffa),  la quota di raccolta multi materiale (per le utenze non domestiche) che, scarsamente qualitativa, viene in gran parte incenerita,  gli inerti e l’amianto,  gli ingombranti. - si legge nella nota degli ambientalisti - Alcune di queste sono in realtà rifiuti speciali, illegittimamente assimilati dalla Regione Emilia-Romagna ai rifiuti urbani con un provvedimento non in linea con le normative europee. La raccolta differenziata di Hera ammonta perciò ad una percentuale inferiore al 40% dei rifiuti raccolti (ancor meno sono quelli riciclati) ed il quantitativo largamente prevalente finisce nell’inceneritore sul quale Hera, grazie a ripetute e conclamate scelte politiche regionali, fonda il proprio profitto imprenditoriale. Il conflitto di interessi, negato da Hera, esiste quindi ed è macroscopico: l’incenerimento, basato sull’aumento del rifiuto indifferenziato, è alternativo ad una raccolta differenziata di qualità (quella porta a porta) ma anche alla filiera virtuosa di gestione del rifiuto cui la differenziata deve essere finalizzata e cioè: riduzione, riuso, recupero e riciclo”.

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“Inoltre l’incenerimento, come autorevolmente attestato dal Tavolo interistituzionale di studio sulle diossine (2012), produce inquinanti suoi tipici quali diossine, furani, PCB, metalli pesanti, polveri sottili, che aggravano notevolmente la qualità dell’aria dei nostri territori, già pesantemente compromessi sotto il profilo ambientale. Non va infatti dimenticato che le diossine adese al particolato nel punto di massima ricaduta dei due impianti, nell’inverno 2010, sono risultate sempre nettamente superiori ai 40 fg/m3, limite max individuato a suo tempo dalla Commissione Tossicologica Nazionale. - ricorda il Tavolo- Inoltre, sempre dal suddetto Tavolo sulle diossine, è emerso che su 61 campioni  di alimenti vegetali e animali provenienti da allevamenti rurali  del Comune di Forlì, prelevati fra gli inceneritori e l’aeroporto, solo 25 su 61 rientrano nei limiti di legge per diossine e PCB dl ed addirittura solo 2 galline ruspanti su 12 rispettano le direttive in questo settore; in questi alimenti si mostra inoltre una prevalenza di PCB, inquinante di cui le uniche fonti identificate sono risultate essere gli inceneritori. Quanto poi al fatto che dal suddetto Tavolo sulle diossine risulterebbe una riduzione di diossine del 51% dal 1990 al 2009, si fa notare che questa percentuale non si riferisce ad un dato puntuale degli impianti del nostro territorio, ma ad un dato generale italiano riportato da ISPRA: ben più interessante sarebbe per i cittadini forlivesi conoscere gli esiti della sperimentazione avviata  alla fine del 2012 per il controllo in continuo delle diossine - come del resto auspicato nelle conclusioni del suddetto Tavolo delle diossine - ed ancor più apprezzabile sarebbe conoscere dati aggiornati e puntuali sullo stato di salute della popolazione ed in particolare sull’incidenza di cancro”.

“Ribadiamo quindi la nostra piena approvazione alle scelte autogestionali locali sui rifiuti, alternative agli obiettivi di Hera S.p.A., in quanto tali finalizzati al lucro basato sull’incenerimento e non certo alla qualità di vita dei cittadini fino ad ora da essa “serviti”. La prospettiva che auspichiamo è quella di chiudere gli inceneritori il prima possibile e, nel frattempo, di “affamarli” per mancanza di carburante”, conclude la nota.

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