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Cronaca

Hotel della Città, primo passo da 1,7 milioni: "Non chiamatelo studentato, sarà un'agorà intellettuale"

Non chiamatelo convitto o studentato universitario, struttura per altro che è già presente a Forlì da oltre dieci anni nel pregiato Palazzo Sassi-Masini di via Maroncelli

Non chiamatelo convitto o studentato universitario, struttura per altro che è già presente a Forlì da oltre dieci anni nel pregiato Palazzo Sassi-Masini di via Maroncelli, con 120 posti disponibili per accogliere gli studenti universitari fuori sede. Quello che sorgerà all'Hotel della Città sarà un collegio superiore, sulla stessa linea del 'Collegio Superiore' dell'Alma Mater che si trova a Bologna.

A voler porre la distinzione è l'assessore comunale alla Cultura e università Valerio Melandri: “Quello che si progetta sarà un collegio di eccellenza, strutture che vengono riconosciute appositamente dal ministero”. In Italia ci sono circa 50 'Collegi universitari di merito', nessuno dei quali in Romagna, ma dislocati nelle grandi città o in quelle con antica vocazione universitaria, come il 'Ghisleri' a Pavia. “Qui, grazie a un sistema di borse di studio di merito confluiscono gli studenti più bravi di varie facoltà, realizzando una sorta di agorà intellettuale, facendo incontrare discipline diverse. Nelle stesse strutture vengono chiamati esperti e professionisti non del mondo accademico”. Sono insomma non solo alloggi, ma residenze formative a tutti gli effetti. A suggellare questo incontro di menti sarà la stessa struttura, un edificio prestigioso progettato da Gio Ponti.

L'hotel della Città ha 52 stanze, da destinare agli studenti, alcune da riservare eventualmente ai professori in visita o i relatori, creando così un vero e proprio club condiviso da discenti e docenti. Progettato nel 1953 da Gio Ponti e realizzato dalla ditta Enea Orioli, fu pronto nel 1957. E' stato operativo fino al 2015, con quasi sessant'anni di onorato servizio come 'salotto buono' dove poter ospitare i visitatori della città e i club come Rotary e Lions. “Ci saranno lavori importanti da fare, soprattutto per quanto riguarda gli impianti e l'efficientamento energetico, per esempio con infissi che rispettino il disegno esagonale delle finestre – sempre Melandri -. Ma la struttura muraria è in buono stato, così come la palazzina lungo via Fortis, che è stata riammodernata una decennio fa”. 

Quando potrebbe sorgere questo cenacolo universitario? Servono ancora degli studi di fattibilità, ma non meno di tre anni. Intanto, però, il Comune ha mosso il pimo passo, mettendo a bilancio già nel 2021 1,7 milioni di euro, con una variazione di bilancio, per l'acquisizione del diritto di superficie per 50 anni del palazzo, di proprietà della Fondazione Garzanti, a sua volta comunque controllata dal Comune stesso e dall'Università di Bologna. “E' un passaggio obbligato per prendere possesso dell'edificio, una cifra frutto di perizie di esperti”, spiega Melandri. In questo modo, il baricentro del progetto passa al Comune, in quanto "rientra in un progetto più vasto, in continuità col Palazzo del Merenda che si trova di fronte e che verrà aperto verso il campus, per diventarne la principale porta d'accesso”, conclude Melandri.

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