I gestori delle piscine in coro: "Riaprire con questi parametri è impossibile"
I gestori degli impianti natatori dell’Emilia-Romagna temono eccessive penalizzazioni per il settore
Alla luce delle indicazioni contenute nel nuovo Decreto sulle riaperture si fa grande la preoccupazione dei gestori degli impianti natatori dell’Emilia-Romagna, che temono eccessive penalizzazioni per un settore "che ha già dato prova di serietà e che subisce l’imposizione di parametri più rigidi di altri ambiti (che addirittura prevedono il contatto, come nel calcio e calcetto)". Uisp Emilia-Romagna ha coordinato un tavolo di lavoro sull’impiantistica natatoria raccogliendo la voce di 62 impianti, molti dei quali anche esterni al mondo Uisp, per una battaglia di serietà a tutela di un settore che rischia di pagare gravissime conseguenze in termini economici e di posti di lavoro.
Ecco il testo sottoscritto da 62 gestori emiliano-romagnoli
"Abbiamo appreso con sconcerto che, tra le linee guida che il CTS ha indicato al Governo per il Decreto sulle riaperture, sono sparite le indicazioni sulle piscine coperte (quindi non riaprono?) mentre per quelle scoperte verrebbe preso in considerazione il parametro di 10 metri quadrati di superficie d’acqua a persona. Parametro di cui francamente non si comprende la ratio, essendo addirittura più restrittivo di quello utilizzato per le aperture delle piscine coperte nello scorso settembre 2020".
Dal 26 aprile al primo giugno - incalzano - si potrà andare al ristorante per ore seduti a mezzo metro di distanza; si potrà andare a teatro e al cinema con sedute alternate, quindi a mezzo metro di distanza; si potrà muoversi liberamente tra regioni di colore giallo per far riprendere in maniera robusta il turismo; si “obbligheranno” i giovani ad andare a scuola in presenza fino a un massimo del 100% in aule in cui già erano stretti prima del COVID-19; si potrà fare attività di palestra a due metri di distanza (4 metri quadri); si potrà giocare a calcetto e ogni altro sport di contatto fisico (zero metri di distanza). Perché per le piscine all’aperto si parla invece di 10 metri quadrati e quelle chiuse non vengono nemmeno menzionate? Perché non vengono nemmeno presi in considerazione recenti studi (ma forse basterebbe il buon senso) che tendono a dimostrare come la clorazione dell’acqua e i sistemi igienici delle piscine rendano di fatto gli impianti natatori luoghi “ostili” per il COVID-19?".
"Per i gestori delle piscine riaprire con questi parametri è assolutamente inaccettabile e impossibile. Se saranno queste le condizioni, noi dovremo seriamente considerare l’ipotesi di rimanere chiusi! E se così fosse, ancora una volta ai bimbi, ai ragazzi, alle famiglie e agli anziani sarebbe preclusa la possibilità di praticare uno sport che è fonte di salute e benessere, aumentando indirettamente i danni diretti e collaterali di questa terribile pandemia e scrivendo il de profundis di un intero settore che impiega migliaia di persone".
I 62 gestori di impianti natatori dell’Emilia-Romagna