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Cronaca

I medici di base: "Usiamo tutte le dosi, gli sprechi di vaccino sono pochissimi. Ma toglieteci la burocrazia"

"Lo stop alle vaccinazioni (scientificamente poco comprensibile) imposto dal governo per alcuni giorni, ha creato grossi problemi organizzativi a tutti noi"

“I medici di medicina generale romagnoli hanno affrontato i tanti problemi della campagna vaccinale in modo efficace e le dosi gettate sono state veramente molto poche. Anzi, proprio dai medici di base romagnoli è partita la segnalazione alla Regione che di dosi nella fiala ve ne sono più delle 11 indicate (cosa confermata dalla stessa azienda) e sono stati pertanto autorizzati ad utilizzarle tutte, per cui, non solo non abbiamo gettato dosi, ma abbiamo ottimizzato l'utilizzo delle fiale recuperando dosi e riuscendo a vaccinare più cittadini del previsto”: lo spiega Marco Ragazzini segretario provinciale del sindacato dei medici di base 'Fimmg Forlì – Cesena' e coordinatore Fimmg per l'area vasta Romagna.

L'intervento arriva dopo che è emerso un caso in cui un medico di base forlivese alla fine è stato costretto a gettare tre dosi, nel periodo immediatamente successivo  al 'Caso Astrazeneca' per l'impossibilità a reperire insegnanti a cui somministrare il vaccino nonostante alcune decine di telefonate agli insegnanti serviti dal nucleo di cure primarie. Il caso si era inoltre verificato prima della direttiva del commissario straordinario Figliuolo per evitare ogni forma di spreco. Ma in caso di rimanenze, viene spiegato, vengono contatti gli aventi diritto anche in serata e vengono attesi per somministrare il vaccino, pur oltre gli orari classici di ambulatori.

Sempre Ragazzini: “Naturalmente lo stop alle vaccinazioni (scientificamente poco comprensibile) imposto dal governo per alcuni giorni, ha creato grossi problemi organizzativi a tutti noi, ma il contratto, che la FIMMG (e non altri) ha concordato con l'azienda della Romagna, prevedeva che le difficoltà organizzative nelle operazioni vaccinali di ciascuno venissero risolte nell'ambito dei nuclei di cure primarie (NCP), mettendo in comune le dosi disponibili”. Come segnalato da alcuni insegnanti, tuttavia, in più nuclei di cure primarie si sono formate piccole liste di attesa che non andavano avanti per la difficoltà ad arrivare a 10-11 persone, il quantitativo minimo per l'apertura della fiala. 

Continua Ragazzini: “Nel Nucleo di Cure Primarie Forlì 2 di viale Risorgimento abbiamo così risolto il problema della gestione delle dosi all'interno delle nostre due medicine di gruppo, che hanno aiutato i colleghi che lavorano in ambulatori singoli a terminare le loro fiale. Questo sistema di gestione è veramente molto efficace, e se il collega ci avesse avvertito avremmo potuto aiutarlo a non sprecare le sue dosi, anche se appartenente ad un diverso nucleo. Naturalmente tutto è più difficile per i colleghi che lavorano nelle periferie e che stanno facendo uno sforzo ammirevole per utilizzare al meglio le dosi a loro affidate. Il problema delle disdette e dei ripensamenti c'è stato e c'è ancora, ma comunque gli insegnanti sono una categoria di cittadini in grado di dare il giusto peso alle notizie di cui siamo bersagliati e la vaccinazione sta riprendendo a buon ritmo”.

Ragazzini parla di “attacco mediatico al vaccino Astra Zeneca” (anche se sono state le autorità italiana Aifa ed europea Ema a sospendero, assieme ai Governi e ai Ministeri della Sanità di mezza Europa, ndr): “Proprio per l'attacco mediatico che ha subito, il vaccino Astrazeneca è quello che sta fornendo la maggiore quantità di dati scientifici che non solo ne stanno confermando la sicurezza ma addirittura correggendo in meglio i dati sulla sua efficacia, ponendolo fra i più potenti anche solo dopo la prima dose. E' comunque sempre necessaria la collaborazione dei cittadini, perché un'organizzazione efficace necessita di una programmazione precisa ed il rispetto degli appuntamenti dati, le richieste incongrue di cambi di orario e personalizzazioni, se accolte, vanno a discapito del diritto di tutti di essere vaccinati in tempi rapidi e creano un rischio reale di spreco di dosi”.

Aggiunge Ragazzini: “Adesso il target vaccinale di noi medici di base è stato ampliato inserendo anche i dipendenti delle cooperative che gestiscono le mense e le pulizie nelle scuole e siamo in attesa di avere istruzioni su come vaccinare le persone che assistono gli invalidi; più il target diventerà vasto e più facile sarà la programmazione delle sedute vaccinali. Se il lavoro di noi Medici di medicina generale venisse alleggerito da una serie di inutili appesantimenti burocratici, l'impegno nella vaccinazione potrebbe essere molto più incisivo. Dobbiamo stampare e consegnare ai pazienti le ricette dei farmaci a pagamento, come la tachipirina (queste ricette potrebbero facilmente essere dematerializzate), e così pure le impegnative per gli esami, anche se sono dematerializzate. Dobbiamo poi inviare all'INPS certificati medici che altri servizi non emettono, come sarebbero obbligati a fare (è cosa che richiede meno di mezzo minuto di impegno) costringendo in tal modo le persone a perdere tempo per contattarci e a correre rischi inutili di contagio, dovendo passare poi nei nostri ambulatori. Questi sono solo alcuni esempi”.

Ed infine: “Su questi problemi ed altri, l'amministrazione sanitaria aziendale e regionale è stata negli anni colpevolmente inefficiente ed inefficace, mentre sarebbero risolvibili in tempi brevissimi (la ricetta dematerializzata fu sbloccata, l'anno scorso, in una settimana). Se i cittadini protestassero un po' per alleggerire queste inutili incombenze burocratiche, probabilmente vivremmo tutti un poco meglio”.

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