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Cronaca

“I Mussolini dopo Mussolini”, in un libro le storie dei famigliari del duce e il loro ritrovo a Villa Carpena: la presentazione

Il racconto, che si snoda per 238 pagine, è frutto di una intervista che il giornalista romagnolo Mario Russomanno ha realizzato incontrando a più riprese Edda Negri Mussolini

Esce nelle librerie e negli store on line, edito da “Minerva”, il libro “I Mussolini dopo Mussolini”, che ha come sottotitolo “Un racconto di famiglia” e che già dalla quarta di copertina indica le domande cui gli autori si propongono di dare risposta: con quale stato d’animo la vedova e i figli di Benito Mussolini affrontarono il destino che li scaraventò dai privilegi del ventennio fascista alle vicissitudini successive? Quali rapporti si stabilirono tra loro? Come si rapportarono con le istituzioni del Paese? Che persone scelsero, o ebbero la possibilità, di diventare? Il racconto, che si snoda per 238 pagine, è frutto di una intervista che il giornalista romagnolo Mario Russomanno ha realizzato incontrando a più riprese Edda Negri Mussolini, pubblicista che negli anni scorsi ha svolto oltre trecento presentazioni in Italia di un suo precedente libro.

Forlì ha una posizione centrale nel libro: intorno alla villa di Carpena dove si è ritirata Rachele Guidi dopo la fine del Fascismo si snodano molte storie famigliari dei Mussolini "dopo Mussolini". Il libro viene presentato in prima nazionale a Forlì, sabato alle 17 nel salone comunale di piazza Saffi. Introduce e dialoga con gli autori il giornalista Gabriele Canè. Partecipa Roberto Mugavero, editore Minerva.

La co-autrice Edda Negri Mussolini è figlia di Anna Maria, ultimogenita del duce e di Rachele Guidi, e porta il nome della madrina al battesimo, la zia Edda Mussolini Ciano. La coautrice del libro aveva solo quattro anni quando sua madre venne a mancare. Si legò, pertanto, agli zii e alle nonne: quella materna era Rachele Guidi, assieme alla quale visse lunghi periodi nella casa di Carpena, nel forlivese, ove la vedova del duce, a fine anni Cinquanta, dopo il confino scontato nei pressi di Ischia, si era ritirata, presto raggiunta del figlio Vittorio, tornato dall’Argentina. A Carpena, nella casa di campagna acquistata negli anni Venti, confluivano frequentemente anche gli altri figli di Rachele Guidi, il musicista Romano Mussolini e la primogenita Edda, vedova di Galeazzo Ciano, e altri familiari. Quelle frequentazioni, domestiche e confidenti, svoltesi anche a Roma e nella Riccione delle vacanze estive, consentono a Edda Negri Mussolini di conservare ricordi indelebili e di tracciare un profilo nitido, e in larga parte inedito, dei familiari più stretti di Mussolini e di personaggi, alcuni molto noti, altri mai saliti alla ribalta, che furono vicini alla famiglia. Nella introduzione al libro Russomanno spiega che Edda Negri Mussolini è donna aperta alle opinioni altrui, tutt’altro che intenzionata a riscrivere la storia, a mettere mano alla contabilità di torti fatti e ricevuti dai familiari del duce. Men che meno a una rilettura politica del ventennio o dei periodi successivi. Propensa, invece, a far rivivere la quotidianità, i convincimenti, le aspirazioni, le difficoltà, le umane debolezze, di persone cui è stata, ed è, affettivamente legata e che si trovarono al centro di accadimenti tragici le cui ricadute si rifletterono, inevitabilmente, sulle loro esistenze.

Partendo da nonna Rachele, che, negli anni Sessanta e Settanta, le insegnò a rispettare ogni persona e qualsiasi orientamento politico e che, nell’approfondito ritratto vergato dalla nipote, appare diversa da come è stata molte volte descritta: tra una lezione e l’altra di cucina e conduzione domestica impartita ai nipoti, la vedova del duce, si legge, tra l’altro, nel libro, era solita scherzare sulle tante donne attribuite al marito ma s’adombrava pensando a Claretta Petacci, con la quale pur si era scontrata ai tempi della Repubblica Sociale. Rachele Guidi, asserisce la nipote, giudicava immotivato e ingiusto il destino cui la giovane romana era andata incontro e la ricordava nelle sue preghiere. Sono innumerevoli, peraltro, gli aneddoti, anche di tono leggero, che emergono dal racconto di Edda Negri: dalle singolari abitudini alimentari di Romano Mussolini alla frequentazioni di giostre, compreso il calcio in culo, della apparentemente algida Contessa Edda Ciano, intenzionata a far divertire i nipoti, o la sua guida spericolata della 127 con cui portava regolarmente cibo a cani e gatti. Oppure l’abitudine collettiva e goliardica dei Mussolini, riuniti a Carpena, di giocare al lotto in società, programmando di risollevare, con una eventuale vincita, le finanze familiari. O, tra i tanti, il ricordo di Anna Maria della intensa frequentazione, a Villa Torlonia e a Riccione, da bambina e da adolescente, con Luciana Castellina, che poi sarebbe diventata famosa giornalista e parlamentare comunista. Ovviamente, non manca l’evocazione delle oggettive difficoltà cui andarono incontro nel dopoguerra i figli del duce: la prigionia, il confino scontato per anni dagli adolescenti Romano e Anna Maria assieme alla madre, il riparo in Argentina di Vittorio.

La messa al bando dichiarata da gran parte degli italiani, trasformatosi poi, dagli anni Cinquanta, in una costante curiosità del pubblico e dei media nei loro confronti. Il rapporto intrattenuto con il Movimento Sociale e in genere con la politica, sempre mantenendosi, i Mussolini, distanti dalla partecipazione attiva o da qualsiasi ipotesi di candidatura. Nel rispetto, spiega Edda Negri, delle istituzioni democratiche repubblicane e del riserbo che la famiglia s’era imposta. Pur essendo, Vittorio Mussolini, e, dopo la sua scomparsa, il fratello minore Romano, impegnati in una attività culturale di rivisitazione della figura del padre. Emerge dal libro, complessivamente, tra una curiosità e l’altra (tra le tante, la costante diffidenza di Rachele Guidi per i giornalisti ma anche la consapevolezza della necessità economica di rilasciare interviste a pagamento), la complessiva “pesantezza” del percorso umano dei Mussolini e la loro ricerca, ciascuno a suo modo, di una normalità ben difficile da trovare. Che dire, in proposito, della vicenda di Edda Mussolini Ciano, la cui immagine negli anni Trenta campeggiava sulla copertina di “Time” e che poi si trovò ad accusare suo padre, e anche sua madre, di non aver impedito, la esecuzione, a Verona, di suo marito Galeazzo Ciano? Si sono realizzati film e fiction su Edda Ciano, si sono scritte migliaia di pagine sul suo rapporto con la madre. In proposito, sollecitata dalle domande di Russomanno, Edda Negri Mussolini, che frequentemente si trovò in compagnia dell’una, dell’altra o di entrambe, afferma che il rapporto tra madre e figlia era stato difficile da sempre, fin dall’infanzia di Edda Ciano. Ma che, nella quiete di Carpena, le due donne finirono per ritrovarsi, riannodando le fila dei propri sentimenti.

Ciò consentì il riavvicinamento tra Rachele Guidi e i Ciano, particolarmente ai tre figli di Edda, dei quali Rachele era nonna. Riavvicinamento, spiega Edda Negri, nel quale sua zia Edda ebbe ruolo fondamentale. In sintesi, dal racconto di Edda Negri Mussolini emerge che,“il vento gelido che la storia spesso riserva ai vinti”, evocato all’inizio del libro, rese complicato, ristretto, il percorso esistenziale dei Mussolini ma non impedì loro di intrecciare relazioni umane e sociali soddisfacenti. Rimasero profondamente uniti, la vedova e i figli di Mussolini; ciascuno cercò, e in parte trovò, una propria realizzazione professionale autonoma, lontana dalla politica. Profondamente affezionati alla figura del marito e del padre ma mai propensi a una ipotetica restaurazione del fascismo, convinti che la storia avesse fatto il suo corso. “A noi bambini, sintetizza Edda Negri Mussolini, fu insegnato il rispetto e l’ascolto nei confronti di tutti; nella casa di Carpena arrivavano persone di orientamenti diversi, anche chi si dichiarava apertamente antifascista. Era accolto benevolmente, come capitava a chiunque”.

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