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Il 2022 inizia con la Giornata mondiale della Pace ma senza marcia

Neanche per la Giornata mondiale della Pace 2022, Forlì rivivrà il tradizionale corteo orante e di riflessione per le vie del centro storico

Un altro primo dell’anno senza Marcia della Pace. A causa dell’emergenza sanitaria in atto, neanche per la Giornata mondiale della Pace 2022, Forlì rivivrà il tradizionale corteo orante e di riflessione per le vie del centro storico, da piazza Saffi a via delle Torri, fino a raggiungere il Duomo. In compenso, il Centro diocesano per la pastorale sociale propone, alle 16.45 in Cattedrale, un breve commento al messaggio di papa Francesco, dal titolo “Educazione, lavoro, dialogo tra le generazioni: strumenti per edificare una pace duratura”.

Seguiranno le testimonianze di Daniele Tappari della scuola Don Oreste Benzi, di Eleonora Russo delle scuole La Nave e infine di Yousif Fuseini, giovane imprenditore già allievo del Cnos-Fap salesiano di Forlì. Al termine, il vescovo mons. Livio Corazza presiederà la messa e consegnerà al sindaco Gian Luca Zattini, al prefetto Antonio Corona e a tutti i presenti, il messaggio del pontefice per la 55° Giornata mondiale della pace. “In ogni epoca - scrive Bergoglio - la pace è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso”. C’è, infatti, una “architettura” della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società, e c’è un “artigianato” della pace, che coinvolge ognuno di noi in prima persona. “Tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico: a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente, fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati”.

Francesco propone tre vie per costruire una pace duratura: “Anzitutto, il dialogo tra le generazioni, quale base per la realizzazione di progetti condivisi. In secondo luogo, l’educazione, come fattore di libertà, responsabilità e sviluppo. Infine, il lavoro per una piena realizzazione della dignità umana”. Si tratta di tre elementi imprescindibili per “dare vita ad un patto sociale”, senza il quale ogni progetto di pace si rivela inconsistente. In un mondo ancora stretto dalla morsa della pandemia, che troppi problemi ha causato, alcuni provano a fuggire dalla realtà rifugiandosi in mondi privati e altri la affrontano con violenza distruttiva. “Tra l’indifferenza egoista e la protesta violenta - insiste il papa - c’è un’opzione sempre possibile: il dialogo tra le generazioni”. Dialogare significa ascoltarsi, confrontarsi, accordarsi e camminare insieme. Favorire tutto questo tra le generazioni vuol dire dissodare il terreno duro e sterile del conflitto e dello scarto per coltivarvi i semi di una pace duratura e condivisa. Per quanto invece riguarda l’educazione, “è opportuno e urgente che quanti hanno responsabilità di governo elaborino politiche economiche che prevedano un’inversione del rapporto tra gli investimenti pubblici nell’educazione e i fondi destinati agli armamenti”.

Occorre, pertanto “liberare” risorse finanziarie da impiegare in maniera più appropriata per la salute, la scuola, le infrastrutture, la cura del territorio e così via. Investire sull’istruzione e sull’educazione delle giovani generazioni è la strada maestra che le conduce, attraverso una specifica preparazione, a occupare con profitto un giusto posto nel mondo del lavoro, che è la base su cui costruire la giustizia e la solidarietà in ogni comunità. “Il lavoro è una necessità, è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale». Dobbiamo unire le idee e gli sforzi – conclude il pontefice - per creare le condizioni e inventare soluzioni, affinché ogni essere umano in età lavorativa abbia la possibilità, con il proprio lavoro, di contribuire alla vita della famiglia e della società”. Commento, testimonianze e messa del vescovo Corazza saranno visibili sul canale youtube della Diocesi di Forlì-Bertinoro. 

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