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Cronaca

Il covid lo ha fermato per due anni: torna operativo il Babbo Natale dei bimbi sofferenti

Anche quest’anno si rinnova la singolare esperienza del Babbo Natale di Padre Pio, alias l’artigiano forlivese Davide Marchetti, che dal 21 dicembre sino all’Epifania recherà doni a centinaia di bimbi sofferenti in tutt’Italia

Dopo due anni di stop imposto dal covid, è in piena attività il Babbo Natale dei bimbi sofferenti. Si rinnova la singolare esperienza del volontario forlivese Davide Marchetti, che dal 21 dicembre e sino all’Epifania recherà doni a centinaia di minori in tutt’Italia. Spinto dalla miriade di letterine spedite anche quest’anno da ogni dove al suo indirizzo e-mail (molte arrivano ancora col tradizionale postino al suo domicilio forlivese, posto nel quartiere Bussecchio), Davide sta per ritornare al capezzale di decine di sfortunate creature, già in lotta per la vita. Grazie alla slitta-pullmino fornito dai Servi del Cuore Immacolato di Maria operanti a Vecchiazzano e alle renne-volontari che lo supporteranno nel viaggio e nella consegna dei doni, tutti comprati di sua tasca, incontrerà i primi beneficiari del suo “pellegrinaggio” a San Giovanni Rotondo, sul Gargano. L’artigiano solidale (nella vita fa l’idraulico) è infatti atteso nei reparti pediatrici della Casa Sollievo della Sofferenza, uno dei più grandi ospedali del Meridione d’Italia, fondato nel 1956 dallo stesso San Pio da Pietrelcina. L’apice emotivo del suo viaggio sarà la visita ai bimbi ricoverati in oncologia pediatrica: il volontario proverà a rincuorare alcuni minori in condizioni talmente critiche, da non poter lasciare l’ospedale nemmeno a Natale.

Il budget di Marchetti è sempre più ridotto (il volontario non ha sovvenzioni pubbliche), ma proverà ugualmente a rispondere a tutte le richieste, anche perché in molti casi si tratta dell’ultimo desiderio di creature già al capolinea dell’esistenza. Dal faldone delle missive spunta quella di Abù, 10 anni appena compiuti: “Caro Babbo – scrive dal Veneto – il regalo più bello l’ho già ricevuto a ottobre ed è un rene nuovo di zecca. Adesso però ti chiedo di andare al mio ospedale, per portare tanti doni ai miei amici ancora in dialisi”. Anche Antonio, cieco dall’età di 3 anni a causa di una malattia crudele e ora dodicenne, dimostra una maturità da adulto: “Ciao Babbo – scrive dalla Puglia – non ti chiedo di riaccendermi gli occhi perché nemmeno i dottori al momento sono in grado di farlo, però vorrei che tu mi portassi lo “smartphone” più bello in vendita, per poter parlare con gli amici e ascoltare tanta musica da tutto il mondo.

Nei prossimi giorni, il volontario forlivese toccherà altri nosocomi, centri parrocchiali, case d’accoglienza e numerose abitazioni private da Firenze a Padova, passando per Bologna e Ferrara sino a Comacchio e Forlì. Sono più di 30 anni che questo particolarissimo Babbo Natale, pancia naturale e barba posticcia, motivato unicamente dalla grande fede, riesce a macinare migliaia di chilometri in pochi giorni con una “mission” molto chiara: dare la certezza che, seppur nell’era dei “social” e delle relazioni virtuali, c’è ancora qualcuno disposto ad ascoltare il tuo cuore senza chiederti nulla in cambio.


 

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