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L'emergenza umanitaria

Il Monastero del Corpus Domini apre le porte ai profughi ucraini: "Ascoltiamo il grido di pace"

Ad aprile, grazie alla collaborazione e disponibilità della comunità delle Clarisse Urbaniste, verrà promossa un’ulteriore accoglienza per le persone ucraine

La Caritas diocesana di Forlì-Bertinoro, impegnata nell’emergenza Ucraina attraverso la rete ecclesiale delle parrocchie, istituti religiosi, famiglie e associazioni collegate, coordina nel territorio diocesano una rete d’accoglienza diffusa di circa 70 posti disponibili. Ad aprile, grazie alla collaborazione e disponibilità della comunità delle Clarisse Urbaniste, verrà promossa un’ulteriore accoglienza per le persone ucraine, in particolare per donne con figli, di ulteriori 25 posti, al Monastero del Corpus Domini di piazza Ordelaffi. "Il complesso del monastero, che fu chiuso lo scorso 11 ottobre, ritroverà, almeno per una parte di esso, funzionalità nell’accoglienza residenziale delle persone in fuga dalla guerra", spiega il direttore della Caritas, Filippo Monari.

"La Caritas desidera che questo segno di testimonianza e comunione possa favorire concretamente l’inclusione nel cuore della città. L’integrazione sarà autentica se si riuscirà a mantenere la cura delle relazioni e l’attenzione popolare e solidale che in questi giorni ha mosso le tante iniziative di aiuti che si sono avviate - prosegue Monari -. Valorizzando quell’esperienza di prossimità e fraternità generativa, che con fatica e impegno, occorre ogni giorno ricostruire affinchè si possa realizzare sempre la pratica del bene comune e della Pace per tutti. Il nostro vescovo Livio ringrazia le sorelle clarisse per la disponibilità nell’aver messo a disposizione, gratuitamente, il Monastero del Corpus Domini, come ringrazia i parroci, tutte le comunità, parrocchiali e religiose, e tutte le famiglie che si sono rese concretamente accoglienti verso i profughi. La carità è sempre l’unica arma che costruisce il futuro".

L'accoglienza in Emilia Romagna

L’Emilia-Romagna è tra le regioni che più ha aperto le porte a chi fugge dall’orrore della guerra in Ucraina: qui, infatti, è attualmente ospitato il 24,8% dei circa 77mila profughi arrivati finora in Italia. L’intero sistema territoriale regionale si è attivato per accogliere i profughi ucraini, con la Cabina di regia riunita per la prima volta il 4 marzo scorso. Da subito venne ribadito l’impegno condiviso a individuare il maggior numero di spazi destinati all’accoglienza, in stretto raccordo con le Prefetture per monitorare l’arrivo dei profughi, prestando anche la massima attenzione alle misure di sanitarie, offrendo la possibilità di vaccinarsi o di completare il ciclo vaccinale, Covid compreso.

Le presenze

Sono 19.079 i profughi arrivati sinora in Emilia-Romagna, di cui 8.353 minori (dati aggiornati a mercoledì). Rimini è la città con il maggior numero di persone ospitate, 3.477 (di cui 1.585 minori), seguono Bologna con 3.286 profughi (di cui 944 minori), Reggio Emilia con 2.898 (di cui 1.360 minori), Modena con 2.577 (di cui 1.247), Ferrara con 1.744 (di cui 857 minori), Forlì- Cesena con 1.347 (di cui 646 minori); Piacenza con 1.309 (di cui 585 minori); Ravenna con 1.265 (di cui 606 minori) e Parma con 1.176 (di cui 523 minori) persone accolte. In tutta la regione, sono 1.344 i profughi accolti nella rete dei Cas, la cui disponibilità in questi giorni sta arrivando a ulteriori 830 posti. Per quanto riguarda la sanità, sempre alla data di mercoledì, erano stati rilasciati 16437 codici Stp (Straniero Temporaneamente Presente).

La sanità

Pronta la risposta del sistema sanitario regionale per l’accoglienza, l’assistenza e la cura dei profughi. La Regione ha istituito l’Unità di crisi per l'emergenza Ucraina, con funzioni di coordinamento, integrazione e raccordo tra enti e istituzioni. Per quanto riguarda il Servizio Sanitario Locale, le Ausl dell’Emilia-Romagna sono dotate di servizi specifici di accoglienza e prima accoglienza dei migranti che operano in collaborazione con mediatori culturali e con organizzazioni di volontariato locali per garantire, oltre alle attività di prevenzione, anche un pronto intervento sanitario.

Alla pagina https://salute.regione.emilia-romagna.it/emergenza-ucraina sono state raccolte tutte le informazioni e la documentazione per l’assistenza sanitaria dei profughi, con numerosi documenti tradotti in ucraino. E le Ausl hanno potenziato le attività di mediazione e traduzione in lingua ucraina, inserendo anche nei propri portali materiale informativo e documentazione in lingua. Gli hot spot sanitari attivati nelle Ausl del territorio garantiscono il rilascio del codice STP (Straniero temporaneamente presente) per consentire ai migranti di beneficiare delle prestazioni sanitarie e dell’eventuale dichiarazione dello stato di indigenza, l’effettuazione del test antigenico rapido tramite tampone nasofaringeo e contestuale rilascio del referto, lo screening per malattie tubercolare con esecuzione di test Mantoux e, se necessario, approfondimenti diagnostici (Quantiferon e Rx Torace), la valutazione dello stato vaccinale ed eventuale avvio al percorso vaccinale anti-Covid19, la verifica dello stato vaccinale nei minori per la frequenza della collettività scolastica (ai sensi della legge 119/2017) e vaccinazioni obbligatorie per frequentare i servizi pre-scolastici, l’orientamento per accedere ad altri servizi sanitari e ad altri punti di accesso rivolti ai migranti. Ogni Ausl ha inoltre un numero unico dedicato a gestione e presa in carico degli animali d’affezione in accompagnamento ai proprietari.

Scuola

Le istituzioni coinvolte nell’accoglienza degli studenti provenienti dall’Ucraina attivano il percorso di accoglienza a partire dal momento in cui avviene la presa in carico delle persone presso il Comune di residenza temporanea, e lo fanno secondo le indicazioni fornite dal ministero dell’Istruzione e dal Servizio Prevenzione collettiva e sanità pubblica della Regione. Dopo l’adempimento degli obblighi sanitari previsti dalla legge, o in parallelo per quanto possibile, vengono individuate le scuole di potenziale inserimento delle ragazze e dei ragazzi ucraini in base all’età e secondo criteri specifici. Dopo l’inserimento, le autonomie scolastiche operano secondo le indicazioni ministeriali, e in particolare possono attivare il supporto psicologico e il supporto linguistico, ovvero l’affiancamento del personale scolastico da parte di mediatori linguistici e culturali che favoriscano l'interazione e la comunicazione interpersonale, anche attraverso il sostegno degli Uffici scolastici regionali e degli Uffici di Ambito. Gli studenti inseriti nelle scuole dell’Emilia-Romagna a oggi sono circa mille; l’ingresso nelle scuole è subordinato al rispetto delle norme sanitarie, a partire dalle vaccinazioni.

Università

Va segnalato il pacchetto di misure straordinarie per l’accoglienza, il supporto e il sostegno agli studenti universitari provenienti dall’Ucraina: Regione e Università dell’Emilia-Romagna hanno deciso di aprire le porte alle studentesse e agli studenti in fuga dalla guerra, per consentire loro di continuare il proprio percorso di studio e formazione. Senza dimenticarsi di chi, già iscritto l’anno accademico 21/22 a un Ateneo del territorio per progetti di scambio internazionale, non può fare ritorno in patria. La Giunta regionale la scorsa settimana ha dato il via libera agli interventi di sostegno, con l’approvazione di una delibera dopo che la Conferenza Regione-Università aveva condiviso l’opportunità di attivare provvedimenti urgenti di accoglienza e aiuto.

All’impegno della Regione si aggiungono 58 borse di studio messe a disposizione dagli Atenei regionali, per comporre un intervento congiunto di supporto agli studenti provenienti dall’Ucraina. Due le tipologie di destinatari: studenti ucraini iscritti agli Atenei con sede in regione per l’anno accademico 21/22 che non trovano un supporto economico in Italia oppure studenti profughi provenienti dall’Ucraina, a seguito comunque dell’iscrizione ad attività formative presso un Ateneo regionale.

Sarà l’Azienda regionale per il diritto agli studi superiori Er.Go a rendere disponibili servizi e opportunità straordinarie di sostegno e accoglienza, con un bando consultabile al link https://regioneer.it/bandorifugiatiUcrainaERGO o sul sito di Er.GO https://www.er-go.it, che prevede due tipologie di interventi. Per gli studenti ucraini iscritti agli Atenei per l’anno accademico 21/22 per progetti di scambio internazionale con sede in regione e per i corsi attivati in Emilia-Romagna sono a disposizione 75mila euro.

Possono scegliere se richiedere un contributo straordinario per la copertura delle spese di locazione - a fronte della presentazione di un contratto regolarmente registrato - che avrà un valore massimo di 2mila euro, commisurato al canone dovuto nel periodo febbraio-settembre; oppure un contributo prepagato per l’accesso ai servizi ristorativi del valore di 500 euro da utilizzare entro il 30 settembre presso i servizi ristorativi Er.Go o convenzionati;

La seconda tipologia di interventi è destinata agli studenti profughi provenienti dall’Ucraina, per i quali sono previste 58 borse di studio del valore di 3 mila euro ciascuna rese disponibili dagli Atenei. L’ordinanza di Protezione civile: accoglienza diffusa tramite il terzo settore e contributo di sostentamento per chi ha trovato autonoma sistemazione L’ordinanza numero 881 firmata il 29 marzo dal capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, disciplina l’accoglienza, il soccorso e l’assistenza alla popolazione ucraina arrivata in Italia. Il documento regola le modalità di attuazione dell’accoglienza diffusa, tramite gli avvisi di manifestazione di interesse rivolti a enti del Terzo settore, ai Centri di servizio per il volontariato, alle associazioni e agli enti religiosi civilmente riconosciuti, a beneficio delle persone che richiedono la protezione temporanea.

Le procedure prevederanno forme e modalità per offrire, ai soggetti beneficiari, servizi di assistenza e accoglienza, attivabili per un massimo di 15mila posti in Italia. L’ordinanza, inoltre, riconosce alle persone richiedenti la protezione temporanea che hanno trovato un’autonoma sistemazione un contributo di sostentamento pari a 300 euro mensili pro capite e, in presenza di minori, è riconosciuto un contributo addizionale mensile di 150 euro per ciascun figlio di età inferiore a 18 anni. Si tratta di una misura temporanea della durata massima di 90 giorni dall’ingresso in Italia, salvo proroghe, e l’erogazione sarà in contanti. Le modalità operative con cui presentare la domanda ed ottenere il contributo verranno definite nei prossimi giorni.

Gli altri punti dell'ordinanza riguardano soprattutto l'accesso al servizio sanitario nazionale - per prima cosa si stabilisce che i rifugiati destinatari della protezione temporanea sono equiparati ai cittadini italiani per quanto riguarda l’assistenza sanitaria - e misure di rafforzamento per la gestione dei minori non accompagnati. A cominciare, dato l’eccezionale afflusso di minori sotto i 14 anni, dalla deroga dei parametri di capienza nella misura massima del 25% dei posti fissati dalle disposizioni.

Raccolta regionale fondi

Al lavoro fatto (e in corso) da Regione, Prefetture, Comuni e Terzo settore, si aggiunge la grande risposta degli emiliano-romagnoli: ammontano già a due milioni di euro le donazioni per l’assistenza ai profughi in fuga dalla guerra in Ucraina, fatte sul conto corrente intestato all’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile (https://www.regione.emilia-romagna.it/ucraina).

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