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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Forlimpopoli

Il Premio Artusi 2018 va a a José Graziano da Silva, direttore generale della Fao

Il neo Premio Artusi 2018, in prima linea nella lotta di questo paradosso dei nostri tempi nel suo ruolo di Direttore della Fao, ha portato avanti tanti progetti contro la malnutrizione

Viviamo in una terra di paradossi, ha scritto Andrea Segrè, Premio Artusi 2012, nel messaggio letto in occasione della cerimonia del Premio Artusi svoltasi sabato 24 novembre a Casa Artusi: “Sulla Terra una persona su nove soffre di malnutrizione e una su otto di obesità: paradossi che stridono nel nostro tempo”.

Lo sa bene José Graziano da Silva, neo Premio Artusi 2018, in prima linea nella lotta di questo paradosso dei nostri tempi, nel suo ruolo di Direttore della Fao, dove ha portato avanti tanti progetti contro la malnutrizione. Personaggio dalle origini italiane, portate con orgoglio. Ed è da qui che è partito in occasione della consegna del riconoscimento nella Chiesa dei Servi. “Il mio bisnonno era un contadino nel piccolo comune di Pianopoli in Calabria. Emigrò a São Paulo Brasile 160 anni fa a causa di un terremoto. Grazie alla mia bisnonna ho appreso la passione per il cibo come parte della mia cultura. Con lei imparai a coltivare ortaggi a preparare la pasta fatta in casa e a fare il limoncello. Tutto allo stesso modo della sua terra d’origine. L’alimentazione e l’agricoltura sono valori condivisi in tutta questa meravigliosa nazione. Questi stessi valori sono anche il fondamento della mia formazione accademica essendomi laureato in Agronomia. Nel mio Brasile ho avuto l’opportunità di far parte di un progetto rivoluzionario; nel 2003 dopo la vittoria del Presidente Luiz Inacio Lula da Silva alle elezioni presidenziali ho contribuito ad attuare il Programma Fame Zero. Questo programma continua ad essere considerato ancora oggi modello mondiale di iniziativa per eliminare la fame affrontando le cause profonde in particolar modo la povertà estrema”.

Da Silva si sofferma sull’omologazione del cibo in ambito mondiale. “Il cibo che mangiamo non rappresenta solo un mero quantitativo di proteine e vitamine. La diversità alimentare esistente è essa stessa alla base delle nostre diverse civiltà. In questo modo vorrei porre l’attenzione sul fatto che stiamo perdendo velocemente tale diversità alimentare. Oggi l’80 percento del nostro regime alimentare si basa su pochi prodotti di base come grano, riso, granoturco, e soia. Allo stesso tempo nel corso della nostra storia abbiamo consumato più di 7000 prodotti che sono alla base dei nostri diversi regimi alimentari.”

Infine, la “pandemia” dell’obesità. “Investire nei prodotti locali e riportare questa diversificazione nuovamente sulle nostre tavole rappresenta una delle maggiori sfide che dobbiamo affrontare oggi. Questo è inoltre correlato all’utilizzo di un approccio territoriale che permetta di rafforzare i contatti tra i piccoli centri urbani e le zone rurali vicine. Questo approccio a livello locale sembra essere anche una reale soluzione per un mondo in cui l’obesità è divenuta una vera pandemia. Secondo l’ultimo rapporto della FAO l’obesità ed il sovrappeso hanno colpito 672 milioni di persone. Tale cifra include persone di diversi contesti: uomini e donne, ricchi e poveri, giovani ed anziani. Tanto nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo. Se non verranno attuate delle politiche adeguate ben presto il numero di persone obese supererà il numero di persone che soffrono la fame nel mondo. In particolar modo nei paesi in via di sviluppo tale panorama è provocato dalla loro dipendenza all’importazione di prodotti alimentari, spesso lavorati, e cibi non salutari, derivanti dai principali prodotti di base. Quanto più concentreremo i nostri regimi alimentari sull’utilizzo di alimenti freschi e prodotti localmente tanto più riusciamo a costruire una generazione libera dall’obesità e dal sovrappeso”.

Ad aprire la giornata è stato il sindaco di Forlimpopoli, Mauro Grandini, con un saluto iniziale: “Il Premio Artusi assegnato dalla Città di Forlimpopoli rappresenta la nostra concezione di cultura del cibo, che tiene insieme pratiche virtuose, salubrità e biodiversità a favore di un modello di sviluppo coerente e rispettoso della terra. Graziano da Silva, per l’impegno e la coerenza con cui ha lavorato non solo come Direttore FAO, rappresenta senza ombra di dubbio una delle migliori candidature del nostro percorso. Onorati di riceverlo nella città artusiana”.

Massimo Montanari, Presidente del Comitato Scientifico di Casa Artusi, che ha proposto il Premio, ha ricordato le motivazioni che sottendono alla proposta. Adriano Bonetti, Assessore alle attività produttive che ha coordinato i lavori, ha sottolineato come questo Premio si consegni in una settimana particolarmente importante e impegnativa per la città di Forlimpopoli, ovvero “in occasione della Settimana della cucina italiana nel mondo che da tre anni si svolge nella terza settimana di novembre. Mentre si consegna questo Premio, la Città di Forlimpopoli con Casa Artusi è presente in vari eventi in Filippine, Tunisia, Miami, Canada, Argentina e anche in Brasile”.

Gian Luca Bagnara, economista agroalimentare, si è soffermato sul sistema Romagna. “La Romagna rappresenta un modello economico unico basato sull'integrazione fra territorio rurale e urbano. Questo è stato oggetto di studio anche dell'OECD - Organisation for Economic Co-operation and Development nel progetto Rual-Urban. L'Artusi con l'arte del mangiar bene, cioè lo stile di vita, rappresenta la sintesi, il collegamento culturale di questa sinergia fra territorio rurale e territorio urbano.  A partire da questa base occorre costruire ed organizzare la filiera fino al consumatore finale".

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