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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Il Primo Maggio è anche San Pellegrino: la devozione per il santo guaritore non conosce pause

Domenica primo maggio solennità religiosa di San Pellegrino Laziosi, compatrono di Forlì. A 717 anni dall’approvazione pontificia della regola dei Servi di Maria, è più che mai viva la devozione del santo guaritore

A Forlì, da tempo immemorabile la Festa del Lavoro del primo di maggio si aggiunge alla solennità religiosa di San Pellegrino Laziosi. Nella basilica “servita” di piazza Morgagni dedicata al compatrono cittadino, sono programmate celebrazioni eucaristiche a tutte le ore: 6.30, 8, 9, 10.30, 12, 16, 17, 18 e 19. Se alle 9 presiederà padre Pietro Andriotto, priore provinciale dei Servi di Maria, alle 10.30 è previsto il solenne pontificale del vescovo di Forlì-Bertinoro mons. Livio Corazza, con la presenza delle autorità cittadine. Alle 14 recita del rosario, liturgia in onore di San Pellegrino e unzione con l’olio benedetto.

Alle 16 presiederà la messa il cancelliere vescovile don Paolo Giuliani, seguito alle 17 dal parroco dell’Unità pastorale del Centro storico don Antonino Nicotra. Se alle 18 celebrerà il vicario episcopale don Stefano Pascucci, con il pellegrinaggio delle parrocchie di Forlimpopoli, alle 19 chiuderà la giornata di festa il cappellano della Casa circondariale di Forlì, don Enzo Zannoni. Quest’anno, dopo la sospensione determinata dal covid, ritorna anche la suggestiva Fiera ambulante con numerose bancarelle, operative dalle 7:30 alle 20, dislocate in piazza Morgagni, via Biondo e corso della Repubblica.

Oltre ai proverbiali cedri, utilizzati dallo stesso frate servita, divenuto taumaturgo, per curare i malati di colera, febbre e peste, saranno in vendita dolciumi, gastronomia e oggettistica varia. A 717 anni dall’approvazione pontificia della regola dei Servi di Maria, è più che mai viva la devozione del santo guaritore, conosciuto in Germania, Austria e persino nelle Filippine. Nel grande arcipelago asiatico, a stragrande maggioranza cattolica, Pellegrino “è arrivato” solo nel 1985 per merito di un missionario italiano, ma la devozione è subito esplosa. La chiesa della capitale Manila a lui dedicata, è frequentata a tutte le ore del giorno.

Nato intorno al 1265 nel rione forlivese di Campostrino, all’epoca fuori le mura cittadine, Pellegrino Laziosi, prima di convertirsi e abbracciare la vista religiosa, fu ghibellino, al punto da capeggiare i tumulti popolari avvenuti per l’interdetto di papa Martino IV, che voleva che i forlivesi, all’epoca guelfi, ritornassero sotto la sua ubbidienza temporale. La Forlì della seconda metà del Duecento era ancora chiusa fra il Campo dell’Abate, l’attuale pazza Saffi, e la piazzetta Melozzo, antistante la chiesa della SS. Trinità. Poi si evolve, grazie soprattutto agli Ordini mendicanti che si insediano in città. Il corpo del santo è sepolto nella basilica di piazza Morgagni dal 1345, e dunque assai prima del 1609, l’anno in cui fu dichiarato beato da papa Paolo V. La definitiva canonizzazione risale al 1726 per opera di un altro pontefice, Benedetto XIII. L’umile frate fu miracolosamente guarito da una cancrena al ginocchio, che l’aveva colpito per l’incredibile dedizione alla penitenza: pare, infatti, che non si sia seduto per trent’anni di fila. Il medico gli aveva prescritto l’amputazione. La notte antecedente l’intervento, all’ex soldato impenitente si manifestò il Cristo crocifisso.

Sogno o realtà? Non si sa. Quel che è certo è che l’indomani non appariva il benché minimo gonfiore. Pellegrino divenne subito punto di riferimento soprattutto per i malati di tumore, con guarigioni miracolose conclamate anche in età recente. Tutti i mercoledì, alle 17, presso la basilica del santo, si svolge un’emozionante liturgia coinvolgente gli infermi e i rispettivi familiari. I frati filippini che hanno assunto le redini della chiesa di Piazza Morgagni dal giugno 2009 (il superiore è padre Roger Cabillo), hanno puntato molto sulla persistente forza taumaturgica di Pellegrino, tanto da riportare settimanalmente in basilica, per il rito di guarigione, un buon numero di persone. Oggi i grandi ordini storici della chiesa sono quasi tutti scomparsi da Forlì. Fra eccezione proprio quello dei Servi di Maria: merito di Pellegrino, l’unico concittadino sinora assurto alla gloria degli altari, e della grande devozione popolare rimasta immutata nei secoli.

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