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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Il ricordo di Giuliano Missirini a 100 anni dalla nascita

Missirini compare stabilmente negli annali della città soprattutto per la rivoluzionaria “Guida raccontata di Forlì”, edita nel 1971 e divenuta punto di riferimento metodologico per la conoscenza e salvaguardia della memoria storica locale

Il 21 maggio 1922, nella sua Forlì nasceva Giuliano Missirini. L’insigne letterato, scrittore, artista, attore e drammaturgo, critico musicale, intellettuale colto e raffinato, scomparso il 15 gennaio 2000 all’età di 77 anni, è stato ricordato sabato in città con alcune iniziative di rilievo, a cominciare da “Leggendo Giuliano”, camminata per il centro accompagnata da memorie e letture di brani tratti dai suoi scritti. Alla Botteghina del Libro in via G. Regnoli 38/a, è allestita una mostra con una piccola selezione di suoi collages, a cura di Annarita Giberti, Carla Giberti e Marina Morgagni. Domenica, alle 18, nella chiesa di San Biagio in piazzetta Garbin, anche l’Associazione Aiuto Adolescenza ricorderà l’artista e scrittore, punto di riferimento culturale per tutta la cittadinanza e aiuto generoso per le persone che si rivolgevano a lui, con una messa celebrata dal parroco dell’Unità pastorale del Centro storico, don Nino Nicotra. La formazione culturale di Giuliano Missirini è stata connotata fortemente dalla passione per il teatro, che lo portò a far parte, nel 1945, dei filodrammatici di Forlì e nel 1950 del Teatro di Massa di Bologna. Dal 1962 al 1964 visse un’intensa esperienza con il Teatro Minimo di Forlì, creato da Franca Madonia. Nel 1964 prese parte al film di Antonioni “Deserto Rosso” e nel 1974 fu fra i fondatori della Compagnia del Teatro dell'Arca. A partire dal 1970 allarga la sua “febbre” culturale alla storia e alla letteratura, spaziando da pubblicazioni ad articoli su quotidiani e riviste. Intensa e appassionata fu l’esperienza nella creazione artistica, dal 1977 al 1999, di collages in carta, con esposizioni personali e partecipazione a concorsi e collettive. Giuliano Missirini compare stabilmente negli annali della città soprattutto per la rivoluzionaria “Guida raccontata di Forlì”, edita nel 1971 e divenuta punto di riferimento metodologico per la conoscenza e salvaguardia della memoria storica locale.

L’ultima apparizione pubblica dello studioso risale al 22 novembre 1999, in occasione della presentazione, nella sala grande della Biblioteca comunale, della ristampa anastatica dell'opera “La città di Forlì e i suoi dintorni” di Ettore Casadei, edita da Publio Marzocchi. Missirini dichiarò umilmente di aver attinto a piene mani, per la sua Guida, proprio dalla “fatica” del Casadei: “L’ho fatto – si giustificò - visto che quel lavoro contiene tutto ciò che riguarda la mia amata Forlì”. Col senno di poi, l'originalità del Missirini storico è invece incontrovertibile: la sua grandezza sta nel fatto di aver destato un interesse per il passato della città prima inusitato. Fedele allo schema dato al suo libro, che già nel 2000 aveva superato di slancio il traguardo della quarta edizione, Giuliano fu il primo, nel lontano 1975, a proporre le visite guidate nel centro storico, inaugurando una moda che è ormai abitudine sacrosanta nelle serate estive forlivesi. Giuliano Missirini è stato anche grande letterato e uomo di teatro: artefice di un cenacolo posto nella sua abitazione di via Curte, 40, a ridosso dell’ex monastero della Ripa, coinvolse personalità del calibro di Massimo Foschi, Pino Reggiani e Andrea Brigliadori. Ha interpretato con bravura testi importanti, come il “Finale di partita” e “Aspettando Godot” di Samuel Beckett. La grande passione per la storia locale, definitivamente esplosa nel 1971, lo portò ad approfondire temi e personaggi di un secolo, il Quattrocento forlivese, riemerso in tutto il suo smalto grazie ai suoi studi. “Giuliano Missirini – scrive Daniele Gaudenzi in “Album di Famiglia” – ovvero l’Intelligenza allo stato puro, eroe degli angoli più riposti di Forlì”. . Negli ultimi mesi di vita, nonostante la malattia, trova la forza per saggiare i ritrovamenti archeologici emersi nel palazzo comunale, interessato da importanti lavori di ristrutturazione. L'ultima fatica, conclusa ai primi di dicembre del ‘99, è stata una raccolta di 16 poesie trasmessa all'amico Brigliadori e da questi pubblicata postuma sulla rivista “Confini”

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