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Cronaca

Il Teatrino della Trinità torna a nuova vita dopo il restauro

Dopo un intervento di restauro durato sei mesi, rivive, rinnovata nell'aspetto e nel nome, la Sala Melozzo, presentata mercoledì mattina alla città nel corso di una conferenza stampa

Dopo un intervento di restauro durato sei mesi, rivive, rinnovata nell’aspetto e nel nome, la Sala Melozzo, presentata mercoledì mattina alla città nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte don Giancarlo Barucci, parroco di Trinità-Schiavonia, Roberto Angelini, titolare dello Studio di architettura ARP che ha curato il restauro; Elisabetta Righini, musicista che ha curato la direzione artistica della serata inaugurale; l’assessore alla Cultura del Comune di Forlì John Leech, il presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì Piergiuseppe Dolcini e il vescovo Lino Pizzi.

Il Teatrino della Trinità torna a nuova vita dopo il restauro



Inserita nel complesso parrocchiale della SS. Trinità, la Sala proviene da un’antica tradizione di esperienze teatrali e musicali ed era conosciuta fin dai primi Anni Cinquanta come “Teatrino della Trinità” costruito e messo a disposizione dei fedeli da don Secondo Poni, parroco dell’epoca. La sala, un vero e proprio spazio polivalente, verrà dedicato alle attività della comunità parrocchiale e sarà aperto al contesto culturale della città. Potrà, infatti, ospitare momenti di dialogo, incontri, convegni, mostre, percorsi educativi e musicali. Facile intuire le ragioni che hanno ispirato la scelta del nome: in primis, la presenza della tomba del celebre pittore forlivese nella chiesa adiacente, ma anche il richiamo alle radici storiche del luogo in cui sorgeva l’antica Arena Melozzo.


L’intervento, per un importo complessivo di 180 mila euro, è stato finanziato dalla Comunità parrocchiale Trinità-Schiavonia, con un contributo della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, pari a 50 mila euro, nell’ambito del piano di riqualificazione di numerosi edifici ecclesiastici forlivesi. “La Sala si propone come uno spazio in cui si fa cultura alla portata di tutti – ha sottolineato don Giancarlo Barucci, parroco della comunità di Trinità Schiavonia -, dove si coltivano autentiche relazioni umane e quell’inquietudine del cuore che fa della ragione e dell’arte terreno di interrogazione, ricerca del vero, gusto del bene, risveglio del bello”. “Si dà l’occasione ai credenti di acquisire una maggior capacità di vedere la realtà con gli occhi di Cristo - ha proseguito don Barucci - e agli uomini tutti di poter incontrare nel dialogo una testimonianza di speranza affidabile. Un dialogo aperto anche ad associazioni e a gruppi culturali, letterari, filosofici e artistici che abbiano a cuore la promozione umana e culturale”.

Nel rimarcare l’importanza del recupero della “memoria storica nel cuore della città”, Piergiuseppe Dolcini ha sottolineato “la bellezza e la dimensione a misura d’uomo di uno spazio che si connota per le sue radici parrocchiali ed è allo stesso tempo aperto al dialogo e al rispetto dell’altro”. Soddisfazione è stata espressa dall’assessore John Leech per l’apertura di una ”nuova sala che testimonia la vivacità e la qualità delle proposte culturali della città”.

La sala sarà inaugurata sabato 17 dicembre alle 21 dall’evento “Leggere il cielo. Musica e parole ispirate alla viva bellezza di Melozzo da Forlì”, con il concerto del pianista Davide Franceschetti e passi tratti dal poemetto Il pittore angelico Melozzo da Forlì, letti da Laura Aguzzoni, Giampiero Bartolini e Giampiero Pizzol di “Compagnia bella”.


La struttura si sviluppa su due piani ed è composta dalla sala centrale, dal palco, dal sottopalco e dalle sale interrate. Il corpo centrale ha una capienza complessiva di 115 posti a sedere e, grazie ad un sistema di tendaggi scorrevoli automatizzati, può essere suddiviso in due sotto sale utilizzabili contemporaneamente e in grado di ospitare rispettivamente 35 e 80 posti a sedere. In linea con la sua primigenia vocazione di teatro, i lavori di ristrutturazione hanno interessato anche il sottopalco che, in futuro, potrà ospitare i camerini collegati al palcoscenico tramite una scala interna.

Al momento dell’avvio dei lavori, del teatro rimaneva in discreto stato solo la struttura muraria, mentre il solaio e l’impalcato si presentavano in avanzato stato di degrado, così come l’apparato dei sipari e delle quinte. Nel corso degli anni la sala è stata oggetto di due interventi: il primo, nel 1994, per il consolidamento strutturale dell’ingresso e dei locali sottostanti. Il secondo, nel 2008, ha riguardato il rifacimento del manto di copertura a causa delle numerose le infiltrazioni di acqua piovana. Cardine fondamentale dell’intervento di recupero è stato l’abbattimento delle barriere architettoniche per rendere la sala accessibile a persone con capacità motorie ridotte. Proprio per questo motivo sono stati eliminati sia i gradini che l’inclinazione della platea, così da portare tutto il piano ad un’unica quota.

Caratteristiche tecniche
La multifunzionalità della sala è garantita dall’elevato livello tecnologico delle attrezzature utilizzate. La zona palco è dotata di specifici e innovativi impianti multimediali e di un doppio sistema di amplificazione: il primo, per conferenze e meeting, il secondo (più sofisticato) per spettacoli teatrali e musicali. La sala è inoltre dotata di un sistema domotico in grado di programmare il sistema di illuminazione, di amplificazione e di climatizzazione in base alle diverse attività e alle diverse zone utilizzate.

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