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Cronaca

Inaugurato l'anno giudiziario: "E' il momento di riprendere la strada delle riforme"

"Detto con franchezza - ha affermato Graziani - la filosofia di fondo continua ad essere una: aumentare i costi di accesso per i cittadini , un obiettivo deflattivo che lascia prefigurare la giustizia futura senza il carattere di universalità che le è propria settore."

La Corte d'Appello di Bologna ha ospitato sabato la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario. E' intervenuta come componente di Giunta dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura il legale Patrizia Graziani . Nel corso del suo intervento, dopo aver sottolineato di essere rappresentante di un organismo espressione democraticamente eletta dal recente Congresso Nazionale Forense, eleggendo peraltro una Presidente donna ed una giunta nel rispetto del principio di parità di cui lei stessa è parte ,ha posto sul tavolo diverse questioni  per rilanciare il processo riformatore.

Graziani si è rivolta al Governo e alla rappresentante del Ministro Orlando, e alle autorità in aula: "Grazie all’impegno del ministro Orlando è stato possibile il confronto e sono stati varati  alcuni provvedimenti parziali che possono essere utili per avviare un processo riformatore del settore. Ma non basta, ora è giunto il momento di riprendere con urgenza la strada delle riforme". "Detto con franchezza - ha continuato Graziani – la filosofia di fondo continua ad essere una: aumentare i costi di accesso per i cittadini , un obiettivo deflattivo che lascia prefigurare la giustizia futura senza il carattere di universalità che le è propria settore. Servono stanziamenti adeguati e autogestione delle entrate per fare davvero una riforma organica del civile e del penale".

L'avvocato ha elencato alcuni degli elementi di riflessione e di proposta avanzati dall’Avvocatura: "Semplificazione, ma anche organicità e condivisione, queste dovrebbero essere le parole d’ordine dei prossimi provvedimenti da varare e quindi: riduzione dei riti, riorganizzazione degli uffici, estensione delle best practices e del processo telematico. Non solo: potenziamento e valorizzazione del ruolo degli avvocati per ridurre il contenzioso e l’arretrato. Tra le priorità, anche, il rafforzamento del patrocinio a carico dello stato per un’efficace tutela dei ceti più deboli. Soprattutto in un Paese ancora sotto lo scacco di una lunga crisi economica".

Quindi Graziani, facendo riferimento al suo intervento, ha ricordato la necessità di "uscire tutti insieme dalla stucchevole contrapposizione tra la tutela dei cittadini e quella delle imprese". "Purtroppo in questi anni - ha spiegato- una visione distorta ed economicista ha portato a politiche improntate solo alla deregulation, comprimendo tanto il ruolo libero professionale dell’Avvocatura, svilendo le sue caratteristiche fondanti, quanto l’idea stessa della giurisdizione, puntando su corsie preferenziali per le imprese e lasciando nella “terra di nessuno” la giustizia ordinaria, quella di tutti i giorni, derubricata a ostacolo per lo sviluppo del Paese. Al governo Renzi, al ministro Orlando, alla Magistratura, ma anche agli attori della vita politica, mezzi di comunicazione, università, sindacati, Confindustria, chiediamo di uscire da questo equivoco pericoloso: la giustizia è un bene universale e pubblico e la sua organizzazione è declinabile anche con gli strumenti della sussidiarietà affinché sia efficace ed efficiente per tutti".

Infine, la componente della Giunta Oua ha concluso con un auspicio: "Senza cadere nell’emergenzialismo e nel sensazionalismo, cattivi consiglieri di ogni riforma, è urgente affrontare la riforma del penale (obbligatorietà dell’azione penale, archiviazione - laddove possibile - dei reati minori e altro), della prescrizione, aggredendo il problema della corruzione, uno dei “cancri” dell’Italia, della grande criminalità organizzata ed economica e dando risposte adeguate e di civiltà alla crescente preoccupazione nelle nostre città sui temi della sicurezza. Tutte questioni che si intrecciano con il problema della condizioni carcerarie dei detenuti, oggetto di molteplici richiami dell’Europa" .

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