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La grande mostra

Moda e arte: non solo frivolezza. Inaugurata la grande mostra con 300 opere, tra cui gli abiti delle grandi griffe

E' stata inaugurata, venerdì mattina, la nuova grande mostra del museo San Domenico, organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi che quest'anno è tutta dedicata alla moda

La frivolezza della moda, che alla fine del percorso espositivo non apparirà così frivola come si crede, o perlomeno non lo sarà di più “della futilità della nostra vita”, come spiega il direttore delle Grandi Mostre della Fondazione Gianfranco Brunelli. “Il significato profondo di questa mostra è un lungo viaggio nel tempo in cui noi scopriamo noi stessi. Se torniamo alla parola latina 'abitus', questa si riferisce all'etica del nostro comportamento, alla nostra spiritualità, non è solo quello che mettiamo nell'apparire, ma ha a che fare con la profondità di noi stessi”, sempre Brunelli.

L'inaugurazione della grande mostra al San Domenico

E' stata inaugurata, venerdì mattina, la nuova grande mostra del museo San Domenico, organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi che quest'anno è tutta dedicata alla moda. Ben 300 opere tra quadri e sculture da una parte e abiti d'epoca e contemporanei, ed accessori, dall'altra. Si apre con una passerella contornata da abiti preziosi nella grande aula del San Giacomo, quasi a mettere il visitatore stesso sul simbolo per eccellenza della moda, la passerella appunto. Per poi concludersi, dopo un percorso che si snoda al piano terra (anche nel refettorio) e al primo piano, nella piccola sala ovale che accoglie l'Ebe del Canova, quest'anno inclusa nel percorso espositivo e messa in dialogo con un abito di Versace.

Inaugurata la grande mostra "L'arte della moda"

Sono oltre 100 artisti e 50 gli stilisti protagonisti di “L’arte della moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni, 1789 – 1968”, la grande mostra che apre al pubblico sabato per restare visitabile poi fino al 2 luglio, a cura di Cristina Acidini, Enrico Colle, Fabiana Giacomotti e Fernando Mazzocca. Quadri e statue si alternano ai busti che reggono abiti di ogni tipo e foggia, da quelli più antichi, risalenti alle corti regali del Settecento poi abbattute dalla Rivoluzione Francese, fino ai giorni nostri. Un dialogo continuo tra moda e arte dove la prima “si fa rappresentare dall'arte per poi passare, nell'Ottocento e nel Novecento a un rapporto scambievole, un rispecchiamento, un'osmosi, nella ricerca comune della rappresentazione della figura umana”, spiega una delle curatrici, Cristina Acidini. Nella sua introduzione il presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi Maurizio Gardini ha evidenziato l'aspetto emozionale, promettendo un'esposizione "dal colpo d'occhio e da  emozioni intense, capace di destare stupore". La mostra è stata poi presentata al teatro Diego Fabbri nel pomeriggio, dove è arrivato anche il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi

VIDEO - La visita virtuale tra gli abiti e le opere in mostra
VIDEO - I curatori spiegano: "C'è l'apparire e il corpo umano"
VIDEO - Il sindaco: "Il primo capolavoro è la mostra stessa"

In quest'esposizione ci sono molti filoni: dal racconto di un pezzo della storia umana, all'affermazione della borghesia che proprio attraverso la moda esteriorizza la sua ascesa, fino alla figura femminile, che prima viene modellata quasi con violenza dal corsetto settecentesco per poi recuperare la libertà dei corpi che già avevano le vesti delle antiche signore romane. Fino ad arrivare alla riflessione religiosa, dato che, come conclude lo stesso Brunelli, “non c'è nulla di più teologico di una mostra come questa”, se appunto tramite il percorso espositivo si torna alla radice della contrapposizione dell'esteriorità e della profondità di sé stessi. E in questo modo Brunelli lancia quasi un ponte alla mostra dello scorso anno, che approfondendo la figura della Maddalena poteva apparire sfacciatamente teologica. 

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Cosa si può trovare in mostra

Le opere, che a partire dal Settecento attraversano la Rivoluzione francese, il Romanticismo, la Macchia, l’Impressionismo, il Simbolismo e tutte le Avanguardie novecentesche fino a oggi, identificano un rapporto tra arte e moda dove l’arte rispecchia, crea e si fa moda e la moda appartiene definitivamente alle arti. La moda dipinta, ritratta, scolpita, realizzata dai grandi artisti. L’abito che modella, nasconde, dissimula e promette il corpo. L’abito come segno di potere, di ricchezza, di riconoscimento, di protesta. Come cifra distintiva di uno stato sociale o identificativa di una generazione. La moda come opera e comportamento. L’arte come racconto e come sentimento del tempo.

“L’arte della moda", la visita di Vittorio Sgarbi alla grande mostra

Alcuni nomi degli artisti e degli stilisti in mostra: Tintoretto, William Hamilton, George Romney, Francesco Hayez, Silvestro Lega, Telemaco Signorini, James Tissot, Giovanni Boldini, Vittorio Corcos, Henry Matisse, Josef Hoffmann, Giacomo Balla, Piet Mondrian, Umberto Boccioni, Giorgio de Chirico, Damien Hirst insieme con Charles Frederick Worth, Ventura, Mariano Fortuny, Paul Poiret, Salvatore Ferragamo, Coco Chanel, Germana Marucelli, Valentino Garavani e Pierpaolo Piccioli, Giorgio Armani, Christian Dior di John Galliano, Gucci, Prada, Tom Ford, Cristobal Balenciaga, Yohij Yamamoto.

L’esposizione forlivese porta in Italia capolavori provenienti da importanti istituzioni museali internazionali partendo da Parigi e arrivando a Vienna, passando per Ginevra,  Dresda, Versailles, L’Aia, Cracovia, Varsavia. Per l'Ialia invece le opere provengono da Firenze, Roma, Trento, Napoli,  Milano, Mantova, Venezia, Fontanellato, Lucca, Macerata, Padova, Trieste e Palermo.

Prestigiosi anche i prestiti degli abiti e degli accessori provenienti da fondamentali case di moda come Giorgio Armani, Curiel, Prada, Christian Dior Couture, Archivio Storico Gucci, Maison Valentino, Lanvin, Max Mara e da importanti istituzioni e fondazioni della moda che portano il nome tra gli altri di  Gianfranco Ferré e Ferragamo di Firenze. Importanti anche i prestiti da collezioni private fra cui quella di Alberto Tagliabue e Giovanna Frossi.

Tra le opere esposte Ritratto dell’avvocato Carlo Manna (1907) di Umberto Boccioni, Ritratto di Emiliana Concha de Ossa (1888) di Giovanni Boldini, Grande composizione A con nero, rosso, grigio giallo e blu (1919) di Piet Mondrian, Donna e anemoni (1920-1921) di Henry Matisse a cui fanno da contrappunto due completi ricamati di Giorgio Armani, il Panciotto di Marinetti (1923 – 1924) di Fortunato Depero, la Camicia Orlando (A/I 2001-02) di Gianfranco Ferré, il Delphos in seta con sopravveste in velluto (1920 circa) di Mariano Fortuny in dialogo con una Kore di tipo Eleusi della fine del II secolo, l’Abito da giorno “Linea Assira” (1961) di Germana Marucelli e un abito da sera inedito di Elsa Schiaparelli. 

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