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Cronaca

Incarico in Comune alla cognata dell'assessore, M5S critica. Drei: "Una macchina del fango"

A Nesti è stato affidato un incarico esterno in materia di partecipazione a progetti europei con un contratto da 62mila euro spalmati sul periodo 2018-2020, più un possibile compenso aggiuntivo

Nuovo incarico esterno del Comune di Forlì affidato all'architetto Serena Nesti, cognata dell'assessore comunale ai Lavori Pubblici Francesca Gardini. La questione ha infuocato il consiglio di martedì pomeriggio, con il caso sollevato dal Movimento 5 Stelle che per bocca dei consiglieri Daniele Vergini e Simone Benini parlano di scelte che “seppur corrette da un punto di vista formale, creano imbarazzi profondi nella collettività”. A Nesti è stato affidato un incarico esterno in materia di partecipazione a progetti europei con un contratto da 62mila euro spalmati sul periodo 2018-2020, più un possibile compenso aggiuntivo pari ad un massimo di 25mila euro, che sarà quantificato successivamente se il progetto europeo proseguirà. 

Specificano i due consiglieri grillini: “Che sia chiaro: non vogliamo discutere la regolarità dell’affidamento, né la capacità professionale della Nesti. Quello che a noi stona, non piace, e ci indigna profondamente, è quel grado di parentela che lega il consulente esterno nominato dal Comune con l’assessore dello stesso Comune che l’ha “assunta”. Anche perché la stessa cosa si era verificata lo scorso anno quando sempre noi scoprimmo che all’architetto Serena Nesti erano stati affidato incarichi, sempre nell’ambito delle consulenze esterne per progetti europei per un totale di 52mila euro, l’ultimo dei quali sarebbe, appunto, scaduto un mesetto fa”. I 5 Stelle rilevano anche l'appartenenza, fino al 2017, di Nesti all'assemblea territoriale del Pd e si contesta che sia “una collaboratrice fissa del Comune di Forlì in modo quasi continuativo dal luglio 2015 fino ad oggi, attraverso ben tre incarichi esterni di cui uno prorogato e, a seguito di quest’ultimo affidamento, lo sarà fino al 2020 e forse addirittura oltre. Perché il Comune di Forlì non si è dotato, tramite concorso pubblico, di una professionalità da assumere in modo stabile per assolvere alle funzioni richieste e, invece, ha preferito fornire un incarico esterno?”.

La polemica, finita al centro di un question time nel consiglio comunale di martedì pomeriggio, ha incontrato una vibrante risposta da parte del sindaco Davide Drei, che non si è limitato ad esporre i fatti dal punto di vista tecnico, ma ha parlato di una “Macchina del fango a ciclo continuo”, utilizzata dai 5 Stelle per mistificare, suggestionare e diffamare. Un “tritacarne” rileva il sindaco Davide Drei. Ai consiglieri Benini e Vergini il sindaco premette che “trattandosi di un affidamento totalmente legittimo a norma di legge, si finisce per disquisire di opportunità morale ed etica, tirando questi concetti come una coperta corta”. E attacca a testa bassa: “Devo biasimare un malpensare che conduce ogni ragionamento all'irragionevole, parole che contengono in se una violenza contraria alla Costituzione”. Ed ancora “Parole che nascondono qualunquismo e un talento mistificatorio per suggestionare le persone”. 

E va al punto: “La politica non affida incarichi, dà indirizzi senza poteri discrezionale sugli atti dei dirigenti. La cognata di un assessore non è una cittadina uguale agli altri? Non può cercare un lavoro nella pubblica amministrazione come gli altri, se la legge glielo consente? Non è stato lo stesso presidente del Consiglio dei ministri a concorre per una cattedra universitaria. Lui che è capo del governo e quindi a capo anche del ministero dell'istruzione che amministra le università, in questo caso non c'è conflitto di interesse, vero?”. Ed ancora: “Può un dirigente escludere un parente di un amministratore politico che non ha potere di intervenire nella selezione?”. E ricorda infine: “Si alzano polveroni privi di fondamento, mettendo in discussione l'imparzialità senza alcuna prova”. 

Nella sua controreplica Vergini ha mantenuto il suo punto di vista: “Al di là delle norme, corrette che siano, consideriamo eticamente inaccettabile l’attribuzione di incarichi ai parenti dei politici al governo della città. Ecco perché, se i forlivesi ci daranno fiducia alle elezioni 2019, uno dei nostri primi atti sarà la modifica dei regolamenti per impedire l’assegnazione di incarichi a parenti, coniugi o affini, di chi riveste cariche politiche”.

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