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Cronaca Bertinoro

Ancora problemi per la Ca de bè dopo il rovinoso incendio: "Notti insonni, non è tra i miei valori pagare in ritardo"

Ritardi nei pagamenti ai fornitori e addetti alla 'Ca de bè' di Bertinoro, la storica osteria panoramica che si trova sotto piazza della Libertà, il cosiddetto 'Balcone della Romagna'

Ritardi nei pagamenti ai fornitori e addetti alla 'Ca de bè' di Bertinoro, la storica osteria panoramica che si trova sotto piazza della Libertà, il cosiddetto 'Balcone della Romagna'.  A causare le problematiche che sarebbero temporanee - spiega lo stesso gestore Simone Rosetti in un lungo post su Facebook – sono gli strascichi dell'incendio che si sviluppò nei locali della cucina domenica 18 luglio 2021

Il rogo partì intorno alle 6 e mezza di mattina, quando il locale era chiuso e privo di personale. Il locale interessato dalle fiamme era quello della cucina dove si erano concentrati i danni, principalmente alle attrezzature e agli elettrodomestici. Il calore aveva divelto anche la canna fumaria esterna, tanto che si rese necessario anche un intervento di “manutenzione acrobatica” per rimontarla, stante il dirupo presente sotto l'edificio panoramico.

Ma se il locale è ripartito celermente, non si può dire lo stesso per quanto riguarda la burocrazia. “L’ho già fatto personalmente a tutti i diretti interessati ma lo faccio anche qui (nel post Fb, ndr), perché vorrei esternare pubblicamente quello che sento e mettere in luce un dramma che la mia azienda sta subendo a causa di leggi italiane che lo permettono: vorrei scusarmi con tutti i fornitori del gruppo Ca de Bè Srl per il continuo ritardo nei pagamenti delle forniture degli ultimi mesi”, spiega Rosetti.

E aggiunge sconsolato: “Purtroppo non è da me, non è tra i miei valori ne in quelli della mia azienda non pagare le merci ricevute e questa cosa mi sta facendo male dentro e passare da qualche mese notti insonni”. Le difficoltà sarebbero sorte sui risarcimenti delle assicurazioni, tanto che non sarebbe arrivata ancora alcuna liquidazione. “Ma io non mollo. Ho già messo dentro all’azienda di tasca mia decine di migliaia di euro per poter pagare almeno una parte del lavoro degli artigiani che mi ha permesso di aprire in tempi brevi, per il rispetto loro e delle loro famiglie, ma a fronte del danno totale dell’incendio, tre volte tanto, sono impotente”.

Per questo “a ricaduta, negli ultimi mesi ne stanno risentendo tutti i collaboratori, fornitori e produttori, oltre all’immagine mia e dell’azienda. E questa è la cosa che più mi fa male, perché per colpa di un sistema malato debbano subire famiglie e aziende per bene che quotidianamente fanno il loro lavoro. Ringrazio di cuore i tantissimi fornitori con cui collaboro da anni che, essendo a conoscenza dell’accaduto, mi hanno mandato messaggi di solidarietà e hanno accettato di rimandare di qualche mese l’incasso delle fatture”.

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