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Cronaca

Rifiuti da tutta la regione all'inceneritore di Forlì, Hera conferma

Forlì si impegna sulla raccolta dei rifiuti "porta a porta"? Potrebbe servire poco o niente, dal momento che l'inceneritore rimarrà in piena funzione bruciando rifiuti da altri territori regionali

Forlì si impegna sulla raccolta dei rifiuti “porta a porta”? Potrebbe servire poco o niente, dal momento che l'inceneritore rimarrà in piena funzione bruciando rifiuti da altri territori dell'Emilia-Romagna. Purtroppo si stanno avverando i timori di alcuni anni fa, quando subito dopo la costruzione del nuovo inceneritore (l'investimento è stato pagato dai cittadini forlivesi nella bolletta dei rifiuti) si diceva che un forte aumento della raccolta differenziata avrebbe tolto “carburante” (rifiuti indifferenziati) per il nuovo e più potente inceneritore e che alla fine i rifiuti sarebbero arrivati da fuori.

E' quello che vuole fare Hera, che conferma in una nota la volontà di procedere a bruciare rifiuti di fuori provincia. Chiedendo la nuova autorizzazione ambientale alla Provincia, infatti, Hera ha specificato che “la Società ha ritenuto necessario segnalare come nell’arco di tempo dal ricevimento della prima AIA ad ora, sia intervenuta una variazione normativa a livello regionale (L.R. 23/2011), che deve essere recepita in tutte le AIA vigenti. La suddetta normativa prevede la possibilità di ottimizzare, su base regionale, l’utilizzo dell’impiantistica dedicata ai rifiuti urbani”. Insomma, vi è una legge che consente che i rifiuti per esempio di Parma (città che ha bloccato la costruzione dell'inceneritore) viaggi su e giù per la regione, con tutto l'inquinamento che ne comporta, per essere bruciati a Forlì, con i fumi respirati dai forlivesi.

Quindi Hera tenta l'improbabile difesa: “Si garantisce in questo modo un utilizzo di tali impianti pienamente rispondente al fabbisogno del territorio, nel rigoroso rispetto del principio di prossimità e si ottimizzano i flussi di rifiuti verso gli impianti, in modo da assicurare un’ordinaria continuità del servizio, a fronte, ad esempio, di manutenzioni o guasti”. Tuttavia, precisa Hera, “Herambiente non ha richiesto alcuna modifica rispetto all’AIA vigente né in termine di quantità di rifiuti trattati, né in ordine ai limiti di emissione”.

Ma se i rifiuti di tutta la regione potrebbero arrivare a Forlì, tuttavia, anche quelli di Forlì potrebberi finire altrove, in questo “minestrone di rifiuti”. Dice sempre la nota di Hera: “Tale norma nulla ha a che vedere con l’individuazione del termovalorizzatore di Forlì come impianto di destinazione dei rifiuti prodotti nell’intero territorio regionale, essendo la stessa potenzialmente diretta, per i motivi suddetti, a consentire anche il soddisfacimento del fabbisogno dei rifiuti forlivesi presso altri territori, laddove le succitate impasse gestionali dovessero verificarsi sull’impianto di Coriano”.

Quindi l'ultimatum alla Provincia: “E’ ovvia la competenza dell’Amministrazione Provinciale in materia di rilascio delle autorizzazioni; va, però, fatto rilevare che la stessa deve essere esercitata nel rispetto delle normative vigenti; normativa che, come detto, ha già da un anno disposto il superamento dei vincoli provinciali per ciò che concerne lo smaltimento dei rifiuti prodotti in ciascun territorio.  La richiesta di rinnovo prevede l’assoluto mantenimento dei limiti quantitativi già autorizzati per l’impianto di Coriano. Dunque, anche l’eventuale ingresso di rifiuti urbani da province adiacenti, non farebbe aumentare di alcunché i rifiuti smaltiti complessivamente nel termovalorizzatore”.

Ed infine il classico “c'è già chi lo fa”: “La scelta del legislatore di allargare il bacino di smaltimento rifiuti al territorio regionale, si allinea a quanto già decretato da anni in diverse regioni italiane (ad. es. la Lombardia). Riteniamo che ogni diversa interpretazione non possa non essere ricondotta che ad una insufficiente comprensione dello spirito della norma”.
 

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