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Cronaca

Tragedia in Afghanistan: "C'è molto sgomento e sconforto quaggiù"

In Afghanistan, a poche ore dal tragico incidente che ha visto morire tre giovani militari del 66° Reggimento Trieste d' istanza a Forlì, l'umore che aleggia nel campo italiano è di forte sgomento

In Afghanistan, a poche ore dal tragico incidente che ha visto morire tre giovani militari del 66° Reggimento Trieste d' istanza a Forlì, l'umore che aleggia nel campo italiano è di forte sgomento. "C'è molto sconforto -  racconta il colonnello Vincenzo Lauro, portavoce del contingente in Afghanistan a Romagnaoggi-Forlitoday - una perdita legata a una casualità sfortunatissima che lascia molto amaro in bocca”. Al telefono da Shindad, la linea è disturbata.

“Per dare significato al sacrificio di questi ragazzi vogliamo sottolineare il fatto che loro, come gli altri rimasti sul campo, stavano lavorando per contrastare il terrorismo. In questo momento erano impegnati nel portare avanti un'attività operativa con lo scopo di aumentare l'area di sicurezza e di movimento", continua il colonnello.

L'incidente stradale è avvenuto nella notte tra domenica e lunedì nell'area di Shindad, nella parte occidentale dell'Afghanistan. Le salme delle tre vittime per ora si trovano ancora al campo base e martedì verranno date disposizioni per il rientro in Italia mentre il militare rimasto ferito, anche lui attualmente ricoverato nell'ospedale del campo non in gravi condizioni, ha chiesto il rientro in Italia insieme ai tre colleghi.

Il caporal maggiore Francesco Currò, residente a Bastia (ravenna) faceva parte del reggimento d'istanza a Forlì dal 1997 mentre i caporal maggiori Francesco Paolo Messineo, residente in via Ravegnana, e Luca Valente rispettivamente dal 2005 e 2006 ed erano arrivati in Afghanistan con il loro contingente da cinque mesi. Nessuno dei tre giovani era sposato.

I tre militari avevano già partecipato a missioni all'estero, tra cui proprio in Afghanistan. Il più esperto in questo senso era Currò, che avrebbe compiuto 33 anni fra una settimana: arruolato nel '97, era stato in Bosnia nel '98 e nel 2003, in Albania (99), Kosovo (2000), Iraq (2004), Libano (2010) e Afghanistan (2008). Messineo, arruolato nel 2005, era stato in Afghanistan nel 2008 e nuovamente nel 2009-2010. Valente, anch'egli arruolato nel 2005, era stato in Libano (2007-2008) e Afghanistan (2008).

Il tenente colonnello Andrea Martorana, portavoce della Brigata Friuli, della quale fa parte il 66esimo di Forlì, traccia un ricordo dei tre giovani militari, in particolare di Francesco Currò: “All'inizio della mia carriera, da giovane tenente, l'ho avuto direttamente nella mia squadra. Con lui abbiamo portato a termine una missione in Bosnia. Francesco era un giovane deciso e maturo, un professionista preparato a cui mi affidavo, con fiducia sempre ripagata con la massima efficienza, per i compiti più impegnativi”.

Martorana ricorda anche Valente e Messineo: “Posso solo dire che, al pari dei loro commilitoni, erano ragazzi molto motivati e perfettamente addestrati, orgogliosi di servire la patria facendo parte di una delle formazioni d'elite del nostro esercito". Il ritorno in Italia delle salme, secondo Martorana, dovrebbe avvenire attraverso voli militari entro pochi giorni. Forse già mercoledì.

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