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Cronaca

Forlì quinta in Italia per inflazione, una famiglia media ora ha bisogno di 3.214 euro in più per vivere

L'inflazione colpisce molto duro sul territorio locale, a vedere i dati elaborati dall'Unione Nazionale Consumatori sulla base di dati Istat riferiti a novembre

Forlì-Cesena risulta essere la quinta provincia in Italia per rincaro dei prezzi. L'inflazione colpisce quindi molto duro sul territorio locale, a vedere i dati elaborati dall'Unione Nazionale Consumatori sulla base di dati Istat riferiti a novembre. L'Istat ha reso noti venerdì gli andamenti dell'inflazione, in base ai quali l'Unione Nazionale Consumatori ha stilato poi la classifica delle città e delle regioni più care d'Italia, in termini di aumento del costo della vita.

A livello nazionale emerge che l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,5% su base mensile e dell'11,8% su base annua, stabile rispetto al mese di ottobre. L' “inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5,3% a +5,6%; quella al netto dei soli beni energetici sale da +5,9% a +6,1%.  Limate le stime sui beni del cosiddetto "carrello della spesa" dal 12,8% al 12,7%.

Il tasso di inflazione annuale dell'area dell'euro si è attestato al 10,1% a novembre 2022, in calo rispetto al 10,6% di ottobre. Il dato è leggermente rivisto al rialzo dal 10% della stima flash data a fine novembre. Nell'Ue è scesa all'11,1% dall'11,5% di ottobre, comunica Eurostat. A trainare i prezzi è ancora soprattutto l'energia (+3,82 punti percentuali). 

La forbice si apre, quindi, se si guarda il dato italiano rispetto alla media europea, così come se si guarda il dato di Forlì-Cesena rispetto alla media nazionale. A novembre, su base annua, il rincaro a livello provinciale è del 13,3% che per una famiglia media significa che servono 3.214 euro in più per vivere. 

In testa alla classifica dei capoluoghi e delle città più care, Bolzano dove l'inflazione pari a +12,3%, si traduce nella maggior spesa aggiuntiva, equivalente, in media, a 3269 euro su base annua. Al secondo posto Bologna, dove il rialzo dei prezzi del 13,1% determina un incremento di spesa annuo di un soffio inferiore, pari a 3268 euro per una famiglia media. Al terzo posto Ravenna che con +13,5% ha una spesa supplementare pari a 3262 euro annui per una famiglia tipo. Al quarto posto Milano (+12%, +3258 euro), poi appunto Forlì Cesena (+13,3%, 3214 euro).

Continuano la classifica delle città più care Modena (+13%, 3142 euro), al settimo posto Varese (+11,7%, +3085 euro), segue Catania che ha l'inflazione più elevata d'Italia, +15,3%, pari a 3037 euro. Al nono posto Trento (+11,5%, 3010 euro). Chiude la top ten Piacenza, che con +12,4% è la prima città a scendere sotto i 3000 euro di maggiori costi (2997 euro).

La città più virtuosa d'Italia è Potenza, con un'inflazione del 9,2% e una spesa aggiuntiva per una famiglia tipo pari a "solo" 1817 euro. Medaglia d'argento per Catanzaro (+10,1%, +1886 euro), al 3° posto Reggio Calabria (+10,5%, +1961 euro). Seguono, nella classifica delle risparmiose, Campobasso e Ancona entrambe con +2087 euro, al 6° posto Bari (+12,2%, +2117 euro), poi Aosta, la città con inflazione più bassa d'Italia, +8,6% (+2129 euro), Caserta (+11%, 2140 euro) e Ascoli Piceno (+11,4%, +2154 euro).  Chiude la top ten delle città migliori, Brindisi (+13,1%, +2171 euro).

In testa alla classifica delle regioni più "costose”, con un'inflazione annua a +11,8%, il Trentino Alto Adige che registra a famiglia un aggravio medio pari a 3066 euro su base annua. Segue l’Emilia Romagna, dove la crescita dei prezzi del 12,4% implica un'impennata del costo della vita pari a 2949 euro, terza la Lombardia, +11,2%, con un rincaro annuo di 2910 euro. La regione più risparmiosa è la Basilicata, +9,1%, pari a 1762 euro, seguita dalla Puglia (+12,5%, +2024 euro). Medaglia di Bronzo per la Calabria (+11,2%, +2049 euro). La Valle d'Aosta ha, invece, l'inflazione più bassa (+8,7%, +2153 euro).

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