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Cronaca

Tre volte col Papa in due giorni, Drei: "Come dice Francesco, non starò al balcone"

Il sindaco di Forlì Davide Drei in due giorni ha incontrato tre volte Papa Francesco. Prima, sabato scorso, in Vaticano, poi a Cesena e infine a Bologna

Il sindaco di Forlì Davide Drei in due giorni ha incontrato tre volte Papa Francesco. Prima, sabato scorso, in Vaticano, ad una riunione con i sindaci di tutt'Italia. Poi domenica due volte: prima a Cesena, come presidente della Provincia e poi a Bologna, in qualità di sindaco di una città che ospita un campus dell'Università di Bologna. Alla fine, sul palco di Cesena – racconta Drei – c'è stato anche un siparietto.

Il Papa che ha parlottato per pochi secondi col sindaco di Cesena Paolo Lucchi e poi con Drei. “Ha notato il cambio di fascia (da quella tricolore di sindaco, del giorno precedente, a quella blu di presidente di provincia, ndr) e ha fatto cenno agli incarichi plurimi che abbiamo come sindaci”. “E' stata un'emozione vedere che ha ricordato il mio viso, il Papa vede migliaia di persone in occasione di questi viaggi, ma non gli è sfuggita la mia presenza a Roma il giorno prima e poi la mattina dopo a Cesena”.

Sindaco Drei, un week-end intenso...
“Ho avuto un fine settimana straordinario, partendo dall'incontro che si è tenuto in Vaticano. Questo grande Papa ha voluto chiamare i sindaci per parlare di migranti e accoglienza, consegnandoci un messaggio, dei segnali basati sulla dottrina sociale della Chiesa che hanno un grande valore anche laico, di profondo richiamo al bene comune”.

Un tema che ha sviluppato in modo sferzante nel discorso 'laico' in piazza del Popolo a Cesena.
“Conservo il suo richiamo a non stare a guardare dal balcone (il pontefice ha coniato il termine 'balconare', ndr), limitandosi a critiche distruttive, ma ha chiesto a noi politici di scendere più in strada e ai cittadini di non accontentarsi di delegare tutto ai politici”.

Ha anche detto ai politici che sbagliano di ammettere l'errore.
“Sì, ha detto di non aver paura di tornare indietro, quando si individua un errore. Un grande richiamo: a differenza di quel che si pensa, l'errore non è una cosa da cancellare, da nascondere sotto l'orgoglio. L'umanità ha bisogno di sapere che dall'errore si può trarre un insegnamento e che può essere la base per un cambio di direzione”.

C'è qualcosa delle tante parole del Papa indirizzate ai politici che si sente di fare sua come azione per l'immediato futuro?
“Sì, quello di stare più in strada, a contatto con la realtà dei cittadini. Vivere di più la società vera e reale, meno enunciazione di intenzioni e più concretezza. Non stare al balcone, per esempio in occasione del prossimo congresso locale del Pd”.

Sia a Roma che nella prima parte della sua giornata a Bologna il Papa ha toccato il tema dei migranti
“E' evidentemente un tema centrale per il Santo Padre, ma non perché è un Papa, come viene detto, buonista, ma perché è il Papa dell'umanità. E' l'unico che ci ricorda che ci dobbiamo preoccupare degli squilibri e delle disuguaglianze nel mondo, ci ricorda che il problema non nasce quando si presenta ai nostri confini e che non è reato che altri cerchino di migliorare la propria vita”.

A Bologna Francesco ha parlato alla sua antica università, di cui Forlì è uno dei campus.
“Anche l'incontro all'università è stato molto intenso, ha toccato la centralità dell'Europa e del diritto internazionale. E ai giovani, che sono la base dell'università, ha detto di sognare, ma di farlo ad occhi aperti, alla luce del sole. Sul sito del Vaticano i discorsi del papa sono stati pubblicati in modo integrale, li ho scaricati per poterli rileggere, tanto sono intensi ed evocativi”.

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