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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Coronavirus, in arrivo il nuovo dpcm: ipotesi "coprifuoco" dalle 21 e lo stop agli spostamenti tra regioni

Il nuovo dpcm porterà molto probabilmente con sé il coprifuoco alle 21 in tutta Italia e fino al 4 dicembre

In arrivo un nuovo dpcm, con nuove norme per arginare la diffusione del covid-19. E porterà molto probabilmente con sé il coprifuoco alle 21 in tutta Italia e fino al 4 dicembre. Questa è l'ultima mediazione sul lockdown prossimo venturo tra il governo e le Regioni sulla stretta che il presidente del Consiglio intende illustrare già alla Camera. Bar e ristoranti saranno chiusi la domenica a pranzo; mentre i centri commerciali lo saranno sia il sabato che la domenica. Quanto alle chiusure aggiuntive, che eventualmente decideranno le Regioni, i rimborsi saranno a loro spese.

Per ora circolano solo indiscrezioni, con un unico punto fermo: fermale la curva il più possibile attraverso interventi più forti nelle regioni con maggiori contagi, prevedendo nel resto del Paese restrizioni più soft. Una strategia che scongiurerebbe per adesso un lockdown totale. Il nuovo Dpcm di novembre dovrebbe contenere un meccanismo automatico per i lockdown territoriali. Ovvero le Regioni e più in generale gli enti locali dovranno muoversi per dichiararlo nelle province o nelle aree metropolitane in cui l'indice Rt è superiore a 2 e gli ospedali sono in difficoltà oppure dove è pari a 1,5 e i nosocomi sono vicini al collasso.

Nel Dpcm ci saranno anche misure che riguarderanno l'intero territorio nazionale, ovvero: lo stop ai movimenti tra regioni; la chiusura dei musei; la didattica a distanza per tutte le scuole superiori e forse anche per gli alunni della terza media; il possibile blocco totale di bar e ristoranti nelle zone più a rischio. Inoltre dovrebbe tornerebbe l'autocertificazione per i movimenti che potranno essere solo per ragioni di lavoro, salute o estrema necessità. "Repubblica" scrive che su un punto, però, il governo sembra d’accordo a fine serata: le zone rosse locali, dove occorre, saranno decretate automaticamente.

Probabilmente alla fine si punterà sulla formula della "forte raccomandazione" in nome del buonsenso. "La Stampa" scrive che se alcune aree venissero cinturate come zone rosse (terzo livello), "al loro interno le strette sarebbero molto più severe, con mobilità ridotta solo per necessità di lavoro e salute. Al di là dei servizi essenziali, farmacia e alimentari, potrebbero rimanere aperte le fabbriche, e gli uffici ma con ricorso allo smart working". 

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