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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Meldola

Cinque per mille 2020, brilla la lotta contro i tumori: all'Irst oltre un milione di euro

L’Istituto Oncologico Romagnolo riceve invece 1.099.012 euro e si conferma tra le prime 40 no-profit italiane per importi ricevuti

In questi giorni l’Agenzia delle Entrate ha reso noti i risultati delle sottoscrizioni 5x1000, quota dell’imposta Irpef che lo Stato italiano ripartisce tra le organizzazioni che svolgono attività socialmente rilevanti. La causa della lotta contro i tumori si conferma nel cuore dei cittadini romagnoli e non solo: sia Ior sia Irst hanno aumentato l’importo totale dello speciale contributo. In particolare, nonostante le difficoltà legate alla pandemia da Covid19, sono state 39.619 le persone che, nel 2020, hanno scelto l’Istituto Oncologico Romagnolo quale ente destinatario del proprio Cinque per Mille.

E per la prima volta, l’Irccs Irst Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori “Dino Amadori” supera il milione di euro devoluti – nello specifico, 1.146.000 la cifra che Irst riceverà grazie ai 24.082 sottoscrittori che hanno scelto di destinare il proprio 5x1000 alla ricerca sanitaria (1132 persone in più rispetto al 2019). Grazie a questi numeri Irst balza così al secondo posto in Emilia-Romagna tra gli enti beneficiari. Mentre l’Istituto Oncologico Romagnolo, per il quarto anno consecutivo, arriva a superare il milione di euro: più precisamente 1.099.012 euro, quasi 15.000 euro in più rispetto al 2019. Grazie a questo risultato lo Ior si conferma di gran lunga la principale realtà non-profit del territorio, superando strutture ben più conosciute a livello nazionale: secondo questa speciale classifica l’organizzazione fondata dal professor Amadori è al 42esimo posto per contributi ricevuti, e al 34esimo per sottoscrizioni.

"Si tratta di numeri che fanno davvero impressione, specialmente a chi, come me, non è romagnolo - commenta il presidente Irst Irccs, Renato Balduzzi -. Numeri che fanno onore all’Irst, allo Ior e alla Romagna, e che documentano che cosa può fare la virtuosa integrazione tra buona politica, corretta gestione amministrativo-sanitaria e mondo del Terzo settore e del volontariato. Sono numeri che rivelano speranza e che danno speranza. E la speranza più grande è che il sogno di Dino Amadori, di una Romagna capace di mettere in rete ricerca e assistenza oncologia, si stia realizzando".

"Quello che abbiamo vissuto è stato un periodo complicato per tutti: era normale che anche il terzo settore ne risentisse – afferma il direttore generale Ior, Fabrizio Miserocchi -, ma nonostante la pandemia sono ancora quasi 40.000 le persone che si sono ricordate di noi e della lotta contro il cancro in Romagna: un gesto di grande fiducia verso la nostra opera, che evidenzia come nonostante la pesante perdita del nostro fondatore, il professor Amadori, il popolo dello Ior continua a riconoscere all’interno della nostra organizzazione i medesimi ideali. Si tratta anche della conferma che la sensibilità nei confronti della cura, della ricerca e della prevenzione di quello che rimane il principale pericolo pubblico dal punto di vista sanitario non è scemata a causa dell’emergenza Covid".

Grazie a questo contributo possiamo continuare a garantire che la Romagna confermi i livelli d’eccellenza che la attestano tra le aree più attrezzate per la lotta contro il cancro: non vediamo l’ora di garantire al territorio una nuova eccellenza, il "Prime Center", una struttura senza pari in Italia per la somministrazione di medicine integrative che migliorino la qualità di vita dei nostri pazienti. Per concludere vorrei ringraziare quindi tutte le persone che si sono ricordate di noi in sede di dichiarazione dei redditi e quanti continueranno a farlo, specificando nel riquadro “sostegno del volontariato” il nostro codice fiscale 00893140400, affinché la visione del prof. Amadori, che questo possa essere il secolo in cui metteremo sotto scacco il tumore, possa avverarsi", conclude Miserocchi.

Giorgio Martelli, direttore generale Irst Irccs, esprime grande soddisfazione: "Sono risultati che ci danno enorme forza oltre ad una grande spinta emotiva; di fronte a così tante testimonianze di sostegno e fiducia ci sentiamo, allo stesso tempo, grati e ancor più responsabilizzati nel perseguire le nostre attività di cura e ricerca. Ricordo che sei anni fa, quando assunsi l’incarico di direttore generale, la quota raccolta era poco più di mezzo milione. A me sembrava già un importante valore aggiunto ma il professor Amadori mi stupì prevedendo che a breve avremmo raggiunto il milione. Confesso che lì per lì rimasi perplesso, un po’ scettico, ma, ancora una volta, il Prof aveva ragione".

Sulla stessa lunghezza d’onda il drettore scientifico Irst, Giovanni Martinelli: "Quando una persona malata di tumore e la propria famiglia ci ringraziano attribuendo il loro 5x1000 alla ricerca sanitaria e ad Irst Irccs, si tratta un evento per noi importantissimo ed emozionante. Non solo perché ci consente di investire con ancora maggior forza nei nostri studi ma, contemporaneamente, perché manifesta un riconoscimento all’operato dei medici, degli infermieri, dei tecnici, dei ricercatori e di tutto il nostro personale. È come lo stabilirsi di un patto che vogliamo rispettare con la massima dedizione: l’impegno nel continuare a curare con responsabilità tutti i malati onco-ematologici, di rispondere ai loro bisogni in termini di speranza e salute. Solo la ricerca può fornire questa risposta e promettiamo che nessun centesimo verrà sprecato, che tutto verrà investito per costruire un servizio sanitario sempre migliore per i malati oncologici e non. A tutti arrivi, quindi, il nostro grazie ma anche il messaggio che occorre continuare a sostenere questa battaglia attraverso la devoluzione del 5 per mille alla ricerca sanitaria Irst indicando nella dichiarazione dei redditi il codice fiscale 03154520401". 

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