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Altro riconoscimento per Forlì, l'Istat premia la diffusione degli orti urbani. E ne arrivano altri 120

L'assessora di riferimento, Andrea Cintorino, parla di una "classifica che rende il giusto merito a una comunità che, più di altre, ha a cuore la sfida della sostenibilità ambientale e la diffusione di spazi verdi da coltivare e da vivere"

Secondo gli ultimi dati Istat, relativi al 2021, Forlì è settima nella classifica dei capoluoghi d’Italia con più orti urbani, stilata dal Sole 24 Ore. Con 82.997 mq di aree ortive, Forlì fa meglio di grandi città metropolitane come Firenze, Torino e Milano mentre, a livello romagnolo, è seconda solo a Ravenna che la supera per evidenti ragioni di estensione del territorio urbano. L'assessora di riferimento, Andrea Cintorino, parla di una "classifica che rende il giusto merito a una comunità che, più di altre, ha a cuore la sfida della sostenibilità ambientale e la diffusione di spazi verdi da coltivare e da vivere".

"In centro come in periferia, cresce la consapevolezza che l’orto, grazie alla sua valenza aggregativa e associativa, è un luogo dove nascono preziose alleanze tra cittadini di tutte le età ed estrazione sociale - prosegue -. Si coltivano prodotti sani e di qualità ma allo stesso si creano micro galassie partecipative che accorciano le distanze e favoriscono il benessere collettivo". In città, oltre agli attuali 661 orti distribuiti su 16 zone ortive del territorio comunale, ne sono in arrivo altri 120, nell’area verde tra via Mazzatinti e via Campo degli Svizzeri.

"Siamo già proiettati verso la realizzazione di nuovi orti, attrezzati e capaci di soddisfare la crescente domanda dei forlivesi - conclude Cintorino -. Per noi rappresentano un modello di sostenibilità urbana che genera grande appeal, dando nuova vita a terreni inutilizzati e caratterizzati da situazioni di degrado. Laddove c’è un orto, si sviluppano esempi virtuosi di educazione ambientale e modelli concreti di economia solidale. Ecco perché proseguiremo sulla strada del potenziamento delle aree ortive. Danno più valore al territorio, e meno spazio all’incuria". 

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