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Cronaca

Iva sulla tariffa rifiuti, partono le cause collettive

Il caso dell'IVA illegittima applicata da Hera sulle bollette dei rifiuti è ora nelle mani degli avvocati. Ilic Mambelli, tra i legali che si occupano del caso, conferma: Ricorsi collettivi"

Tassa sulla tassa nella bolletta dei rifiuti. Ai consumatori della Federconsumatori non è sufficiente il rimpallo tra Stato e gestori dei servizi di raccolta e smaltimento rifiuti per la vicenda dell'Iva applicata sulla tariffa dei rifiuti. I primi a muoversi sono alcuni avvocati che metteranno assieme gruppi di cittadini per cause collettive, sul territorio locale nei confronti di Hera, e che chiederanno i rimborsi. Si può arrivare anche a 200/300 euro a famiglia. Ma è tutt'altro che facile. Allo Stato, applicato su larga scala, la restituzione dell'Iva costerebbe miliardi di euro.

Il caso dell'IVA illegittima applicata da Hera sulle bollette dei rifiuti è quindi ora nelle mani degli avvocati e la faccenda si complica. L'avvocato forlivese Ilic Mambelli, tra i legali che si occupano del caso, conferma: "Nei prossimi mesi partiranno a livello regionale dei ricorsi cumulativi". Secondo la sentenza n. 3756, emessa lo scorso 9 marzo dalla Corte di cassazione, infatti, lo Stato ha indebitamente introitato l'IVA sui rifiuti, riscossa attraverso le bollette emesse dalle società responsabili della raccolta di rifiuti locali.

Pochi giorni fa Hera ha annunciato che "verranno accettate le domande di rimborso, ma per ora non avranno alcun seguito“. Federconsumatori ha avviato un'azione legale per tutelare gli utenti: "Per ora  - spiega l'avvocato Ilic Mambelli - stanno partendo delle lettere raccomandate con richiesta di rimborso attraverso un modulo messo a disposizione da Federconsumatori. Nei prossimi mesi però partiranno a livello regionale dei ricorsi cumulativi: la strada da percorrere sarà quella di raccogliere gruppi di circa 50/60 persone, recuperare, andando indietro di circa 10 anni, i documenti e le vecchie bollette dei singoli associati e fare il conteggio del dovuto. Gli importi comunque dovrebbero essere sui 200/300 euro ciascuno."

"E' un contenzioso piuttosto difficile - continua l'avvocato - di interesse nazionale in cui probabilmente lo Stato dovrà andare in aiuto delle società con un provvedimento legislativo che le sostenga nel rimborso agli utenti. Lo scenario che si potrebbe prospettare è che verranno attuati degli sconti sulle bollette future in modo che i consumatori ricevano indietro il loro denaro, anche coloro che non hanno intrapreso cause legali."

Nel frattempo però, i consumatori non vedranno un soldo. Hera ha, infatti, precisato con un comunicato che: "La società ha assoggettato ad IVA la Tariffa applicata al Servizio Gestione Rifiuti sulla base della normativa di tempo in tempo vigente e, nella qualità di sostituto d'imposta che le competeva, ha regolarmente provveduto a versare all'Erario statale il gettito d'imposta mano a mano riscosso, nei modi e nei termini previsti dalla specifica normativa. Essendo un diritto di ciascun Cliente presentare istanza di rimborso dell'IVA pagata, ai sensi della sentenza citata, Hera SpA accetterà ogni richiesta che le sarà presentata ma non potrà procedere ad alcuna forma di rimborso sino a quando non otterrà a sua volta dallo Stato la restituzione dell'imposta versata all'Erario. Quando ciò dovesse accadere sarà la stessa Società a provvedere alla restituzione del dovuto a ciascun Cliente che ne abbia diritto e ciò a prescindere dalla presentazione o meno di specifica istanza di rimborso."

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