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Cronaca

L'Apollo chiude per sempre, Minisci: "Non è giusto farlo morire così"

Michele Minisci, storico fondatore del Naima Club e parte attiva delle iniziative musicali forlivesi da oltre trent'anni, non ci sta: "Non è giusto farlo morire"

“Nel 1995, per colpa sempre di quel tal Vinicio Capossela, che ormai richiamava 200 persone dentro la Vecchia Stazione e…..500 che rimanevano fuori, mi sono messo a cercare un’altra location. Ho bussato alla porta della Coop Taverna Verde, Ospedaletto, avendo saputo  che si stava trattando per affittare la storica balera ad una concessionaria automobilistica, in quanto ormai la tombola ed il liscio erano al tramonto, facendo venir meno tutti i valori, i sacrifici fatti da centinaia di “compagni” che avevano costruito quella Casa del Popolo, quel Circolo Culturale. E così ho sognato di aver trovato la sede definita del Naima club, in seguito trasformata “La casa del blues”, unica in Italia, con gli auguri di Martin Scorsese, durata fino al 2012”. Una location che era attiva 5-6 sere alla settimana.

“Nel frattempo dal 2010 al 2013, come si ricorderà, ho condotto una bella campagna di sensibilizzazione per ristrutturare il vecchio deposito delle corriere dell’ATR, testimone poi passato di mano ad altre associazioni più abili di me a intrattenere rapporti con le Pubbliche Amministrazioni, che sono riuscite a coinvolgere la Regione che ha già stanziato 700.000 euro per un primo intervento di recupero. Lo stop delle proiezioni cinematografiche al Teatro Apollo, nel 2013, che lasciava presagire già scenari di chiusura, mi ha sollecitato infine ad inseguire un altro grande sogno: tenere aperto  il  teatro per farci la Casa della Musica e del Cinema, coinvolgendo tutte le qualificate associazioni interessate, prive di una loro sede” dice ancora il ‘sognatore’ Minisci.

Ora, secondo Minisci, questo sogno sembra non si possa più realizzare in quanto “la proprietà ha deciso la sua chiusura definitiva, tramontate tutte le opzioni di coinvolgimento del Comune di Forlì, con una vendita (ipotesi assolutamente improponibile per le scarse finanze dell’ente locale), o una permuta, (altra ipotesi praticamente insostenibile)” rimarca il fondatore del Naima.

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