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Cronaca

L'emergenza Covid si abbatte sugli incassi dalla sosta a pagamento: la società Fmi va in difficoltà

Romagna Acque, in questo domino, si propone di pompare risorse nelle casse dei comuni della Romagna, con 14,5 milioni di euro da distribuire portando da 6 a 20 euro il valore di ogni azione

Non c'è solo Alea Ambiente come “attenzionata speciale” per l'impatto che il Covid potrà avere sulle società pubbliche in cui è presente il Comune di Forlì, tramite la holding delle partecipazioni Livia Tellus. Nessun problema viene da alcune società pubbliche, sia perché non si sono mai fermate con il lockdown come le farmacie comunali di Forlifarma, sia perché vengono considerate solide nei loro conti economici come Unica Reti, Hera e Romagna Acque. In particolare Romagna Acque, in questo domino, si propone di pompare risorse nelle casse dei comuni della Romagna, con 14,5 milioni di euro da distribuire portando da 6 a 20 euro il valore di ogni azione. Per fare questo si attingerà dagli utili e dalla riserva facoltativa. 

“Ma già Start Romagna (che gestisce il servizio di trasporto pubblico, ndr) qualche problema dovuto al Covid potrà averlo”, rileva l'assessore  al Bilancio Vittorio Cicognani, che però rimanda la questione dopo una discussione con i Comuni della Romagna che partecipano alla società dei trasporti. La ricognizione delle società pubbliche è stata fatta martedì pomeriggio nella prima commissione consigliare del Consiglio comunale di Forlì, assieme ai vertici di Livia Tellus.

“Mi preoccupa Forlì Mobilità Integrata che ha la gestione dei parcometri e ha risentito dei mancati incassi del servizio di sosta a pagamento”, rileva Cicognani. L'assessore non fa mistero che se fosse per lui “FMI andrebbe chiusa e portato tutto in Comune, ma si dovrebbero licenziare 27 dipendenti assunti non secondo le regole del pubblico impiego”, per cui “non mi sento di portare avanti la proposta”, sempre Cicognani. L'errore, per l'assessore al Bilancio, sarebbe la fusione tra Forlì Mobilità Integrata e Forlì Città Solare che ha comportato un “aggravio di funzioni”, in quanto Forlì Città Solare era già in difficoltà economica e a FMI “si chiede di fare attività che non dovrebbe fare e mettendo nel suo bilancio i debiti di Città Solare, credendo di finanziarli con le entrate correnti di FMI”. Ed ancora: “Non è stata una buona scelta unire una società a posto con una in difficoltà, per cui stiamo lavorando per la scissione della gestione del  Palazzo dello Sme e il campo solare”. In particolare per Cicognani bisogna “lavorare per portare tra le proprietà del Comune il palazzo dello Sme, dato che stiamo pagando l'affitto con Iva per il comando della Polizia Municipale”.

Per la Fiera, invece, Cicognani chiede di attendere l'insediamento del nuovo presidente Valerio Roccalbegni, aggiungendo che “il settore fieristico è tra i più colpiti dal Civid”. La cessione di Fieravicola ad una società mista con IEG di Rimini ha portato 800mila euro, permettendo di chiudere il bilancio 2019 di 400mila euro.  

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