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Cronaca

La Cattedrale abbraccia don Quinto Fabbri

Monsignor Quinto Fabbri ritorna al centro… sia del cuore pulsante cittadino, che della cattolicità forlivese. Lunedì pomeriggio, alle 17.30, il campanile del Duomo ha battuto l'ora del nuovo parroco

Monsignor Quinto Fabbri ritorna al centro… sia del cuore pulsante cittadino, che della cattolicità forlivese. Lunedì pomeriggio, alle 17.30, il campanile del Duomo ha battuto l’ora del nuovo parroco della chiesa madre. Il popolare sacerdote, che in poco più di un anno ha rimesso in sesto la popolosa comunità parrocchiale di San Giovanni Battista al Ronco, entrerà ufficialmente in Cattedrale, nel corso della santa messa vespertina presieduta da monsignor Lino Pizzi.

La Cattedrale abbraccia don Quinto Fabbri



Fra i celebranti, oltre al vescovo di Forlì-Bertinoro, ai sacerdoti del centro storico e ai canonici del Capitolo, c'era anche l’immarcescibile monsignor Livio Lombardi. Classe 1927, il parroco uscente lascerà la cura pastorale del Duomo dopo ben 42 anni. Per don Livio, che nel 1969 aveva a sua volta sostituito don Lucio Vignoli destinato ai Cappuccinini, era pronta la consueta stanzetta nell’ex seminario vescovile in via Lunga, appena ristrutturato e fungente anche da pensionato dei preti. Niente da fare: nonostante gli 84 anni suonati, monsignor Lombardi è ancora in splendida forma e in grado di continuare a dare una mano in Cattedrale. Ecco allora che per lui è già pronto un nuovo alloggio presso la settecentesca chiesina del Miracolo, in via Corbelli. Ritornando a don Quinto Fabbri, da Ravaldino al Ronco, passando per San Mercuriale, il sacerdote ha lasciato un buon ricordo ovunque ha operato. Memori del gran lavoro di valorizzazione umana e monumentale svolto a San Mercuriale dal 1994 al 2007, ce lo immaginiamo già intento a progettare questa o quell’altra miglioria alla chiesa madre dei forlivesi.

“Monsignor Pizzi – dichiara – mi ha invitato ad operare in Cattedrale prima di tutto per ridarle vita come chiesa del vescovo, quindi della Diocesi”. Don Fabbri ancora non sa se riavrà un gregge da formare: è dal 2006 che i (pochi) bambini residenti in area Duomo si recano per il catechismo a San Mercuriale, ora officiata da don Enrico Casadio. E’ certo invece che in Duomo, don Quinto disporrà di tre leve di comando da azionare con il consueto piglio: il Capitolo dei Canonici, la Cappella-Santuario della Madonna del Fuoco e il ruolo di parroco nella chiesa diocesana per eccellenza. Sulla falsariga di quanto fatto a San Mercuriale, il popolare sacerdote ha in animo di aprire il Duomo in orari compatibili con la preghiera e il raccoglimento del maggior numero possibile di fedeli. Questo significa massima attenzione ai momenti liturgici diocesani che canonicamente si tengono fra quelle mura, primo fra tutti la messa crismale del Giovedì Santo. Un’altra cosa che don Quinto dispenserà ai forlivesi è uno studio puntiglioso, finalizzato a valorizzare la chiesa madre anche dal punto di vista storico-artistico. “Ho intenzione di rendere fruibile la Cattedrale come contenitore di opere d’arte, sulla falsariga di quanto fatto a San Mercuriale”. Nel 1996 don Quinto fece installare un ponteggio sulla facciata dell’abbazia, per consentire la visione collettiva di un capolavoro misconosciuto ai più: la duecentesca lunetta marmorea del “Sogno e Adorazione dei Magi”. Anche per la nuova Cattedrale targata don Quinto, è lecito attendersi qualche piacevole sorpresa
 

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